Fonte foto: Facebook

Paralizzato da tre anni. Aveva 27 anni quando un pugno lo condannò sulla sedia a rotelle. Era luglio del 2017, Jerry tornava dal lavoro. Viaggiava su un autobus, a Castel Volturno, e per scendere alla fermata chiese “permesso” a chi, poi, lo aggredì e lo condannò a perdere l’utilizzo delle gambe e delle braccia.

Dopo tre anni di sofferenze, Henry Jerry Boakye, è morto nella notte tra lunedì e martedì nel letto di un ospedale, al Cardarelli di Napoli. “Ultimamente rifiutava le terapie, rifiutava il cibo. Non aveva più speranza”, racconta Celestina Morando su Facebook, che per l’ultimo saluto dà appuntamento a domani alle 16,30 presso la cappella dell’ospedale Cardarelli.

Jerry era arrivato dal Ghana più di 10 anni fa. Per approdare in Italia era passato per la Libia, come racconta l’avvocato Hilarry Sedu. “Hai attraversato il deserto sperando di avere l’ultimo raschio in gola, sei sopravvissuto alla inumana miseria in Libia, nonostante la schiavitù ed il fetore di carne misto al piscio essiccato di chi è stato torturato. Approdato in Italia hai pensato di essere salvo, di essere libero. Poi, quel vile gesto, di chi vomita sul mondo, hai perduto l’utilizzo di quel corpo che ti ha garantito km e km da casa”, scrive su Facebook Sedu. “Io lo vedevo, in questi ultimi giorni – aggiunge – che tu non sei fatto per la sedia. Che la tua anima si era ribellata ai soprusi in Africa, figuriamoci se adesso si sarebbe acquietata su di una sedia a rotelle. Purtroppo ho avuto ragione, ieri sei scappato via, ti sei ribellato a quel corpo inerme”.

Fonte foto: Facebook
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