Hanno celebrato il funerale dell’economia italiana. Portato in spalla la bara dal lungomare di Napoli fino a palazzo Santa Lucia, sede della Regione Campania. “Questo è un economicidio”, ha esordito uno gli organizzatori della manifestazione alla partenza del carro funebre. Diverse centinaia i dimostranti al seguito.
In piazza artigiani, commercianti e partite Iva. “Questa è una manifestazione, non è una protesta – ha sottolineato Stefania Satoriano, componente del gruppo “Stamm Ca”, che si è reso promotore dell’iniziativa. “Noi abbiamo studiato e abbiamo scoperto che esistono delle risorse su cui poter fare leva per dare sostegno ai canali in crisi per evitare il disagio a cui si andrebbe incontro con il lockdown. Abbiamo redatto un documento con le nostre proposte e vorremmo essere ascoltati dagli enti competenti – spiega Stefania -. La bara rappresenta l’economia del paese. Siamo molto preoccupati di un secondo blocco. Noi non siamo contro il lockdown ma la vorremmo utilizzare come estrema ratio, dopo aver tentato il tutto per tutto, un po’ come un malato terminale”.
Alla manifestazione si sono aggregati anche il comitato per gli abbattimenti, le guide turistiche, e ogni categoria penalizzata dalle restrizioni anti-Covid. Tutti accorsi per celebrare la morte dell’economia a causa delle misure restrittive imposte a livello nazionale e regionale contro l’avanzata del contagio da Covid-19, che in Campania sta facendo registrare un numero giornaliero sempre più alto di positivi.
Pochi giorni fa, il Consiglio dei ministri ha varato il decreto Ristori, che stanzia aiuti e contributi agli imprenditori maggiormente colpiti dall’ultimo Dpcm sottoscritto dal premier Conte. Ma per chi ieri era in piazza le misure economiche previste non bastano. “L’ultimo decreto è un tampone. In realtà non serve tamponare, ma una programmazione che vada avanti nel tempo, solo così potremo usciredalla crisi, ma anche dai problemi che c’erano prima della crisi”, dice il titolare di una pizzeria. “La cosa che più ci ha indignati – afferma Giuseppe Esposito, parrucchiere e direttore di “Stamm Ca” – è che tutte le istituzioni, locali e nazionali, ci avevano detto che a ottobre ci sarebbe stata questa ricaduta e si sono fatti trovare impreparati”.
La manifestazione è proseguita senza tensioni fino alla sede della Regione Campania. Un serpentone di dimostranti ha accompagnato la bara coperta dalla bandiera italiana fino a palazzo Santa Lucia. Anche ieri non sono mancati attacchi ai giornalisti. Una inviata di Sky è stata verbalmente aggredita al termine di un collegamento: “Questo non è giornalismo. Vigliacca. Vattene”, le urlavano contro. “Giornalisti terroristi, alla gogna! Vergogna”, era scritto sul cartello che indossava una manifestante. Solo pochi giorni fa, i giornalisti erano stati insultati e minacciati mentre seguivano un’altra protesta.
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