Mentre l’Argentina resta in fila per l’ultimo saluto a Diego Armando Maradona, a Napoli va avanti il pellegrinaggio dei tifosi allo stadio San Paolo. Da ieri lumini, sciarpe, lettere, abbelliscono la recinzione esterna. Alla notizia della morte del Pibe de Oro, in tanti sono arrivati a Fuorigrotta per rendere omaggio al campione. E il viavai va avanti da ormai 24 ore.
Cori da stadio alternati al silenzio. Le lacrime di molti. Gli applausi. Il ricordo dei piccoli. Lettere, foto. Sciarpe, maglie che rappresentano un legame eterno. A Napoli Maradona per molti è “uno di famiglia”.
“Questa è la sua maglietta numero 10, quella dell’anno in cui ha vinto il primo scudetto a Napoli, quindi questa è magica per noi napoletani”, spiega un ragazzo fermo con il suo pregiato cimelio, che non ha alcuna intenzione di lasciare su quella recinzione. “Ci ha fatto sognare – dice con gli occhi lucidi – ha reso grande una città come Napoli e questo è il minimo omaggio che possiamo rendere a un campione come Diego”.
“Ha combattuto il potere per noi e il minimo che possiamo fare è presenziare questa piazza”, urla un tifoso. In centinaia ieri sera sono rimasti per ore all’esterno dello stadio San Paolo, e per la maggioranza nessun distanziamento, nonostante la pandemia in corso e le restrizioni da zona rossa in vigore in Campania. E il viavai prosegue, mentre si attende il fischio di inizio della partita che il Napoli giocherà stasera con il lutto al braccio contro i croati del Rijeka.
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