La pressione sugli ospedali sembra essersi alleggerita in Campania. Si riescono a collocare più facilmente i pazienti nei reparti, e si è ridotta l’attesa nel trasferimento in presidi Covid dei positivi al Sars-Cov2 . Anche fuori ai pronto soccorso non si vedono auto e ambulanze in fila per ore. D’altronde, da giorni continua a manifestare una tendenza discendente la percentuale di aumento dei positivi al coronavirus.
🔴COVID-19, IL BOLLETTINO ORDINARIO DELL’UNITÀ DI CRISI DELLA REGIONE CAMPANIA
Questo il bollettino di oggi:
Positivi…
Pubblicato da Regione Campania su Venerdì 27 novembre 2020
In questo nuovo contesto, più rilassato rispetto a quello che si presentava una settimana fa, il presidente della Regione Campania ieri è intervenuto sulla questione dei posti letto nelle terapie intensive. Lo ha fatto nel suo appuntamento settimanale per fare il punto sull’emergenza Covid in Campania.
Delle difficoltà a trovare posti letto liberi negli ospedali campani vi abbiamo più volte parlato nei giorni scorsi. Mentre il bollettino regionale giornaliero dell’Unità di crisi riportava centinaia di posti letto disponibili, sia nei reparti di degenza ordinaria che nei reparti di terapia intensiva, dagli ospedali trapelava una realtà completamente differente: “zero posti liberi”. La raccontava il primario del pronto soccorso del Cotugno che non riusciva a trovare posti in reparto, la raccontavano anonimamente quei medici che non riuscivano a trasferire pazienti positivi in una terapia intensiva sul territorio regionale.
“Colpa di farabutti”, ha accusato ieri De Luca. “C’è un dato non positivo su cui stiamo ragionando – ha esordito -. Abbiamo registrato, nel corso di queste settimane, che quando arrivano telefonate al 118 per mandare qualcuno in terapia intensiva, è capitato che qualcuno abbia risposto dagli ospedali: ‘non abbiamo nessun posto libero’. Siccome i posti di terapia intensiva sono governati a dimensione regionale, ci è capitato di verificare qualche volta che avevamo nella cabina di regia regionale la segnalazione di posti liberi in terapia intensiva, poi ci chiamavano dal 118 e ci dicevano: ‘guardate che ci hanno detto dall’ospedale X che non c’è neanche un posto libero”.
“Questa situazione – dice De Luca – è capitata più volte in orario serale. La sensazione che abbiamo avuto è che c’è qualche buontempone che quando arriva la richiesta di terapia intensiva alle 8 di sera dice che non ci sono posti liberi, perché magari poi deve fare la nottata. Questa anomalia l’abbiamo registrata negli anni passati in relazione ai posti di pronto soccorso: quando arrivava al pronto soccorso qualcuno il sabato pomeriggio non c’erano posti, perché qualcuno magari doveva farsi il fine settimana”.
“Noi – conclude sul punto – abbiamo il 99% del nostro personale che sta facendo un lavoro immane, ma abbiamo una piccola percentuale di farabutti che cerca di non fare il proprio dovere. Come sempre, andremo fino in fondo nell’accertare anomalie comportamentali. E andremo con il pugno di ferro”.
Agli anestesisti l’attacco di De Luca non è piaciuto e, secondo quanto abbiamo appreso, i sindacati non resteranno in silenzio. De Luca ha lanciato le sue accuse in una diretta in cui ha parlato di “buona tenuta” della sanità campana, e del “miracolo” che si sta compiendo a livello regionale. Un miracolo di cui parla da settimane. Nonostante le criticità emerse: non solo carenza di posti letto e medici, anche la promiscuità negli ospedali tra pazienti covid e no-covid, inefficienze riscontrate nell’assistenza domiciliare, tempi lunghi per effettuare i tamponi ed avere le risposte (anche questi sembrano essere migliorati), il 118 in affanno.
Sulla carenza di medici, De Luca ha chiarito che, del personale che avevano risposto al bando della Protezione civile riservato alla Campania, “Su 158 candidature (totali), in Campania arrivano 3 anestesisti”. Tre che vanno ad aggiungersi ai “7 arrivati coi due bandi precedenti di livello nazionale. “Sui due bandi precedenti (quelli nazionali, ndr), abbiamo avuto complessivamente 85 medici generici. La Regione Campania aveva chiesto 600 medici e 800 infermieri”.
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