Lo ritengono responsabile della perdita di una concessione che gli consentiva di svolgere un’attività economica in un immobile della Curia, per questo avrebbero cominciato a offendere e minacciare un sacerdote, sia pubblicamente che in privato.
All’esterno di una parrocchia, a Sorrento, periodicamente venivano esposti cartelli e striscioni offensivi contro il parroco. I mittenti di quei messaggi sarebbero due 60enni del vicino comune di Sant’Agnello, per i quali è ora scattato il divieto di avvicinamento.
Secondo quanto accertato nel corso delle indagini eseguite dai poliziotti del commissariato di Sorrento e coordinate dalla procura presso il tribunale di Torre Annunziata, D.G.P. e Q.M. perseguitavano da molti anni il prelato. Insulti e minacce arrivavano anche con lettere e messaggi inviati tramite l’app di messaggistica Whatsapp.
Lunedì scorso, gli agenti della polizia di Stato hanno dato esecuzione nei confronti dei due 60enni a un’ordinanza cautelare di divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla vittima. Non potranno avvicinarsi al sacerdote e dovranno mantenersi a una distanza di almeno 500 metri dalla sua abitazione e dalla sua parrocchia.
I due uomini sono accusati del reato di atti persecutori. Già in passato si erano resi protagonisti di una protesta simile all’esterno del vescovato di Sorrento ed erano stati, per quella circostanza, condannati per molestie nei confronti del vescovo dell’epoca.
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