L’insorgenza di tumori legata allo smaltimento illegale dei rifiuti nella cosiddetta “Terra dei fuochi”. Ad attestarlo è un rapporto prodotto al termine di lavori condotti dalla procura di Napoli Nord e dall’Istituto superiore di Sanità.
Si è accertato che l’incidenza di alcune patologie, come il tumore alla mammella, l’asma, malformazioni congenite e alcune forme di leucemia, tende ad aumentare nei territori situati nella provincia di Napoli e Caserta vessati dallo sversamento illecito dei rifiuti e dai roghi tossici.
L’insorgenza di queste malattie e la mortalità, poi, nell’ambito di quest’area tendono ad essere più elevate in quei comuni classificati in una classe di rischio maggiore perché più esposti allo sversamento illecito di rifiuti e alla loro combustione.
Il rapporto certifica un legame che fino ad oggi rappresentava solo un’ipotesi e arriva dopo anni di battaglie condotte da comitati, associazioni e cittadini che da tempo lo sospettavano e chiedevano interventi non solo per contrastare il fenomeno dell’abbandono dei rifiuti e per le bonifiche, ma anche censimenti e dati sanitari che permettessero di fare chiarezza sull’incidenza dei tumori nelle aree martoriate dai rifiuti.
La situazione, nel frattempo, nella “Terra dei fuochi” non è cambiata. Ed è documentabile facilmente lungo le strade di periferia, ancora piene di rifiuti speciali e pericolosi che continuano ad essere abbandonati negli stessi punti, ormai discariche a cielo aperto da decenni. Nel corso degli anni in diversi comuni si è provveduto con lo sgombero e la pulizia, ma i rifiuti sono ritornati negli stessi posti e sono ancora lì, nonostante l’esercito, le telecamere più o meno funzionanti, o presenti e mai attivate, nonostante la maggiore attenzione da parte delle forze dell’ordine.
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