Fonte foto: governo.it

Pandemia, ambiente, scuola, disoccupazione femminile e giovanile. Sono questi i temi su cui si è principalmente soffermato il presidente del Consiglio, Mario Draghi, nel discorso presentato al Senato per chiedere la fiducia al suo governo.

Spesso – ha affermato – mi sono chiesto se noi, e mi riferisco prima di tutto alla mia generazione, abbiamo fatto e stiamo facendo per loro (i giovani) tutto quello che i nostri nonni e padri fecero per noi, sacrificandosi oltre misura. È una domanda che ci dobbiamo porre quando non facciamo tutto il necessario per promuovere al meglio il capitale umano, la formazione, la scuola, l’università e la cultura. Una domanda alla quale dobbiamo dare risposte concrete e urgenti quando deludiamo i nostri giovani costringendoli ad emigrare da un Paese che troppo spesso non sa valutare il merito e non ha ancora realizzato una effettiva parità di genere“.

Draghi ha delineato quindi il suo governo, dallo “spirito repubblicano” ed europeista. “Sostenere questo governo – ha detto – significa condividere l’irreversibilità della scelta dell’euro, significa condividere la prospettiva di un’Unione europea sempre più integrata che approderà a un bilancio pubblico comune capace di sostenere i Paesi nei periodi di recessione. Gli Stati nazionali rimangono il riferimento dei nostri cittadini, ma nelle aree definite dalla loro debolezza cedono sovranità nazionale per acquistare sovranità condivisa. Anzi, nell’appartenenza convinta al destino dell’Europa siamo ancora più italiani, ancora più vicini ai nostri territori di origine o residenza. Dobbiamo essere orgogliosi del contributo italiano alla crescita e allo sviluppo dell’Unione europea. Senza l’Italia non c’è l’Europa. Ma, fuori dall’Europa c’è meno Italia. Non c’è sovranità nella solitudine“.

La pandemia

Draghi guiderà il governo del Paese in un periodo reso complicato dalla pandemia, che oltre a determinare un’emergenza sanitaria, sta generando anche una crisi economica, sociale e culturale: “Il Governo farà le riforme ma affronterà anche l’emergenza – ha assicurato –. Non esiste un prima e un dopo. Siamo consci dell’insegnamento di Cavour:”… le riforme compiute a tempo, invece di indebolire l’autorità, la rafforzano”. Ma nel frattempo dobbiamo occuparci di chi soffre adesso, di chi oggi perde il lavoro o è costretto a chiudere la propria attività“.

Draghi hai poi snocciolato i dati : dai contagi, ai morti, alla povertà. “La diffusione del virus ha comportato gravissime conseguenze anche sul tessuto economico e sociale del nostro Paese. Con rilevanti impatti sull’occupazione, specialmente quella dei giovani e delle donne. Un fenomeno destinato ad aggravarsi quando verrà meno il divieto di licenziamento“.  “Quasi una persona su due che oggi si rivolge alla Caritas lo fa per la prima volta – ha sottolineato -. Tra i nuovi poveri aumenta in particolare il peso delle famiglie con minori, delle donne, dei giovani, degli italiani, che sono oggi la maggioranza (52% rispetto al 47,9 % dello scorso anno) e delle persone in età lavorativa, di fasce di cittadini finora mai sfiorati dall’indigenza“.

La pandemia nel 2020 ha ridotto gli occupati, colpendo principalmente giovani e donne: “Una disoccupazione selettiva ma che presto potrebbe iniziare a colpire anche i lavoratori con contratti a tempo indeterminato“. “L’aumento nella diseguaglianza – ha aggiunto – è stato tuttavia attenuato dalle reti di protezione presenti nel nostro sistema di sicurezza sociale, in particolare dai provvedimenti che dall’inizio della pandemia li hanno rafforzati. Rimane però il fatto che il nostro sistema di sicurezza sociale è squilibrato, non proteggendo a sufficienza i cittadini con impieghi a tempo determinato e i lavoratori autonomi“.

Le previsioni pubblicate la scorsa settimana dalla Commissione europea indicano che sebbene nel 2020 la recessione europea sia stata meno grave di quanto ci si aspettasse – e che quindi già fra poco più di un anno si dovrebbero recuperare i livelli di attività economica pre-pandemia – in Italia questo non accadrà prima della fine del 2022“.

Sui vaccini dice che la sfida sarà, una volta ottenute le quantità sufficienti, di distribuirli rapidamente ed efficientemente: “Abbiamo bisogno di mobilitare tutte le energie su cui possiamo contare, ricorrendo alla protezione civile, alle forze armate, ai tanti volontari. Non dobbiamo limitare le vaccinazioni all’interno di luoghi specifici, spesso ancora non pronti: abbiamo il dovere di renderle possibili in tutte le strutture disponibili, pubbliche e private“.

La scuola

Sulla scuola il governo Draghi lavorerà per tornare quanto prima in sicurezza alla didattica in presenza, “anche distribuendo l’orario scolastico su diverse fasce orarie”. Oltre alla necessità di investire nella formazione del personale docente per allineare l’offerta educativa alla domanda delle nuove generazioni, Draghi ha parlato della necessità di disegnare un percorso educativo che combini “la necessaria adesione agli standard qualitativi richiesti, anche nel panorama europeo, con innesti di nuove materie e metodologie, e coniugare le competenze scientifiche con quelle delle aree umanistiche e del multilinguismo“. In quest’ottica di particolare attenzione va riservata agli Itis (istituti tecnici): “Senza innovare l’attuale organizzazione di queste scuole, rischiamo che quelle risorse vengano sprecate“.

La globalizzazione, la trasformazione digitale e la transizione ecologica stanno da anni cambiando il mercato del lavoro e richiedono continui adeguamenti nella formazione universitaria. Allo stesso tempo occorre investire adeguatamente nella ricerca, senza escludere la ricerca di base, puntando all’eccellenza, ovvero a una ricerca riconosciuta a livello internazionale per l’impatto che produce sulla nuova conoscenza e sui nuovi modelli in tutti i campi scientifici. Occorre infine costruire sull’esperienza di didattica a distanza maturata nello scorso anno sviluppandone le potenzialità con l’impiego di strumenti digitali che potranno essere utilizzati nella didattica in presenza“.

L’ambiente

Il cambiamento climatico è una questione centrale per Draghi: “Come la pandemia, penalizza alcuni settori produttivi senza che vi sia un’espansione in altri settori che possa compensare. Dobbiamo quindi essere noi ad assicurare questa espansione e lo dobbiamo fare subito“. “La risposta della politica economica al cambiamento climatico e alla pandemia – è la sua ricetta – dovrà essere una combinazione di politiche strutturali che facilitino l’innovazione, di politiche finanziarie che facilitino l’accesso delle imprese capaci di crescere al capitale e al credito e di politiche monetarie e fiscali espansive che agevolino gli investimenti e creino domanda per le nuove attività sostenibili che sono state create“.

L’occupazione femminile

Draghi sottolinea il divario di genere nei tassi di occupazione in Italia, che rimane tra i più alti di Europa. “Intendiamo lavorare – ha detto – puntando a un riequilibrio del gap salariale e un sistema di welfare che permetta alle donne di dedicare alla loro carriera le stesse energie dei loro colleghi uomini, superando la scelta tra famiglia o lavoro. Garantire parità di condizioni competitive significa anche assicurarsi che tutti abbiano eguale accesso alla formazione di quelle competenze chiave che sempre più permetteranno di fare carriera – digitali, tecnologiche e ambientali. Intendiamo quindi investire, economicamente ma soprattutto culturalmente, perché sempre più giovani donne scelgano di formarsi negli ambiti su cui intendiamo rilanciare il Paese. Solo in questo modo riusciremo a garantire che le migliori risorse siano coinvolte nello sviluppo del Paese“.

Il Mezzogiorno

Sul Mezzogiorno per Draghi lo sviluppo economico passa dal garantire legalità e sicurezza: “Aumento dell’occupazione, in primis, femminile, è obiettivo imprescindibile: benessere, autodeterminazione, legalità, sicurezza sono strettamente legati all’aumento dell’occupazione femminile nel Mezzogiorno. Sviluppare la capacità di attrarre investimenti privati nazionali e internazionali è essenziale per generare reddito, creare lavoro, invertire il declino demografico e lo spopolamento delle aree interne. Ma per raggiungere questo obiettivo occorre creare un ambiente dove legalità e sicurezza siano sempre garantite“.

Next Generation EU

La strategia per i progetti del Next Generation EU non può che essere trasversale e sinergica, basata sul principio dei co-benefici, cioè con la capacità di impattare simultaneamente più settori, in maniera coordinata“, è la linea indicata da Draghi. All’Italia saranno erogati 210 miliardi di euro spalmati su un periodo di 6 anni.

Nei prossimi giorni il Parlamento commenterà la bozza di programma presentata dal Governo. L’orientamento del nuovo governo – ha chiarito Draghi – è quello di mantenere, rimodulandole e accorpandole, le missioni  enunciate nei precedenti documenti del Governo uscente, ovvero: l’innovazione, la digitalizzazione, la competitività e la cultura; la transizione ecologica; le infrastrutture per la mobilità sostenibile; la formazione e la ricerca; l’equità sociale, di genere, generazionale e territoriale; la salute e la relativa filiera produttiva.

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