Una suora in ginocchio davanti a un cordone della polizia schierato in strada in Myanmar. È l’ultima immagine che arriva dal Paese asiatico dove da circa tre settimane si protesta contro la dittatura militare che si è imposta al governo con il colpo di stato del primo febbraio scorso. A pubblicarla su Twitter è l’arcivescovo della città birmana di Yangon, il cardinale Charles Bo. La religiosa, Nu Thawng, stava implorando le forze di polizia di non sparare sulla folla.
Sister Nu Thawng, a SFX nun, is begging the police force NOT to shoot the civilians who are protesting for their freedom, human rights and liberty. pic.twitter.com/7p4BtZMF89
— Cardinal Charles Bo (@CardinalMaungBo) February 28, 2021
Sono decine le persone uccise durante le proteste nella sola giornata di ieri. Le agenzie di stampa e i giornali internazionali parlano di almeno 18 vittime. Secondo il comitato che rappresenta il Pyidaungsu Hluttaw, che è il parlamento bicamerale della Birmania, nella stessa giornata i morti registrati sono molti di più: almeno 26, oltre a migliaia di feriti.
At least 26 killed and a thousand injured across Myanmar today. Our thoughts are with those killed and injured during today’s violent crackdown.The excessive use of force and other violations committed by the Military Junta are being recorded and they will be held accountable.
— CRPH Myanmar (@CrphMyanmar) February 28, 2021
Le proteste, iniziate nei giorni immediatamente successivi al colpo di Stato, non si sono mai fermate. Contro i dimostranti la polizia sta usando cannoni ad acqua, gas lacrimogeni, pallottole di gomma ma anche armi da fuoco. Diverse le vittime decedute a causa delle ferite riportate per l’esplosione di proiettili. Secondo l’Organizzazione delle Nazioni Unite, ieri la polizia ha aperto il fuoco sulla folla di manifestanti in diverse città del Myanmar.
This young protestor in #Dawei was shot with at least 3-4 bullets by the police! How many more lives do we need to lose to get HELP from the world? #WhatsHappeningInMyanmar #Feb28Coup #MilkTeaAlliance pic.twitter.com/GJbRttqfvC
— Hnin Wutyee Tun (@hninwutyee_hwyt) February 28, 2021
“Il Segretario generale nelle Nazioni Unite condanna fermamente la violenta repressione in Myanmar. È profondamente turbato dall’aumento dei morti e dei feriti gravi. L’uso delle armi letali contro i manifestanti pacifici e gli arresti arbitrari sono inaccettabili”, si legge in una nota diffusa dalle Nazioni Unite.
I manifestanti chiedono la fine del governo militare e la liberazione di Aung San Suu Kyi, del presidente del Myanamr, U Win Mynt, e degli altri funzionari governativi arrestati durante il golpe dell’esercito. Aung San Suu Kyi alle elezioni di novembre scorso era riuscita a portare alla vittoria il suo partito, la Lega Nazionale per la Democrazia, che aveva ottenuto l’80% dei voti. Per l’esercito birmano erano stati commessi dei brogli.
Se vuoi sostenere tell, inviaci una donazione o scrivici a info@tellonline.it per la tua pubblicità sul nostro sito.