È stata un’altra notte con il cielo illuminato dai razzi lanciati da Gaza, mentre la polvere e la puzza ancora si levavano dai relitti degli obiettivi bombardati per via aerea da Israele. Il conflitto, iniziato a Gerusalemme dagli scontri sulla Spianata delle Moschee, si sta allargando oltre le città di frontiera con la Striscia.

Sono centinaia i razzi lanciati in due giorni da Gaza verso le città israeliane, e Israele continua ad attaccare dall’alto, colpendo obiettivi simbolici. L’aviazione israeliana ha bombardato ieri un edificio di 12 piani dove avevano sede degli uffici di Hamas, l’organizzazione palestinese paramilitare che di fatto governa la Striscia. Oggi è stato colpito un altro edificio di 9 piani.

Il bilancio di morti e feriti si aggrava con il passare delle ore. Secondo Hamas, sarebbero almeno 35 i palestinesi uccisi negli ultimi giorni di combattimenti. Un numero destinato ancora a salire. Gaza stamattina si è svegliata sotto l’attacco di bombe israeliane e alle 15 il numero dei morti era già arrivato a 53, di cui 14 minorenni, secondo il dato del ministero della Salute di Gaza riportato dal Times of Israel. Altri 320 palestinesi di Gaza sarebbero stati feriti.

Le sirene di allarme missilistico ormai suonano di continuo nelle città israeliane al confine con Gaza. Avvertono dell’arrivo imminente di nuovi razzi, per permettere ai residenti di mettersi in salvo. Nella città di Lod, in cui gli ebrei convivono con gli arabi, ora le due comunità si stanno facendo una guerra a colpi di bombe, incendi e saccheggi, che non è gestibile a livello locale e il governo israeliano ha dichiarato lo stato di emergenza.

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