Cadaveri e brandelli di corpi, polvere, fumo e distruzione, è ciò che è rimasto in una moschea colpita da un attentato suicida nella città di Kunduz, in Afghanistan. Sarebbero almeno 50 le persone decedute nell’attacco, avvenuto nel giorno della preghiera del venerdì. Secondo quando riferito da un funzionario della sicurezza al giornale afghano Tolo News, più di 300 persone stavano partecipando alle preghiere quando è avvenuta l’esplosione.
Sui social sono stati pubblicati video che mostrano con immagini forti le condizioni in cui è stata ridotta la moschea. A finire sotto attacco un luogo di culto utilizzato dalla minoranza musulmana sciita. L’attacco non è stato ancora rivendicato. Gli sciiti sono discriminati e oppressi dagli estremisti musulmani sunniti, e sul territorio c’è un gruppo dello Stato islamico che li perseguita.
د کندوز د پیښې ویډیویي راپور https://t.co/2syO2fhIiG
— Pajhwok Afghan News (@pajhwok) October 8, 2021
Quello di oggi è l’ultimo degli attentati che si sono verificati nell’ultimo periodo, da quando le forze internazionali hanno lasciato il Paese. Il terzo della settimana: domenica scorsa un altro attentato ha colpito una moschea a Kabul, provocando la morte di diverse persone, e mercoledì è toccato a una scuola musulmana (madrassa) nella città di Kost.
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