Fonte foto: San Severo siamo noi

Così è iniziato il 2022 nel Foggiano: otto bombe esplose nei primi undici giorni dell’anno. È la “quarta mafia” che minaccia i commercianti. Quattro ordigni sono deflagrati solo a San Severo, poi tre a Foggia e una a Vieste.

Le ultime due bombe sono esplose a San Severo nella notte dell’11 gennaio: la prima ha distrutto il negozio di un parrucchiere; la seconda, dopo pochi minuti, ha colpito un negozio di giocattoli. Gli attentati nel comune del Foggiano erano iniziati nella notte tra il 3 e il 4 gennaio, quando sono stati presi di mira una concessionaria di auto e una profumeria.

A Foggia, invece, gli obiettivi sono stati il furgone di una ditta che distribuisce caffè, un fioraio e un ristorante. A Vieste, poi, nella notte tra il 6 e il 7 gennaio, una bomba è esplosa davanti all’abitazione di un 39enne.

Lo Stato ha risposto nelle ultime ore con una operazione anti-racket. Le forze dell’ordine hanno perquisito numerose abitazioni tra Foggia e San Severo. “La magistratura e le forze di polizia stanno assicurando il massimo impegno contro le organizzazioni criminali che operano a Foggia e in provincia”, ha dichiarato il ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, annunciando che lunedì 17 gennaio parteciperà, in prefettura, al Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica, e si recherà a San Severo “per dare un segnale concreto di attenzione da parte dello Stato”.

Le estorsioni sono tra le principali attività criminali gestite dalla cosiddetta “quarta mafia” nel Foggiano, nel territorio al confine con Puglia, Basilicata e Molise. La “società foggiana” controlla Foggia, la “malavita cerignolana” la zona del basso Tavoliere, la “mafia garganica” è radicata a Vieste.

L’altra attività del core business della “quarta mafia” è il traffico di stupefacenti. “La mafia foggiana è diventata il fronte office dei cartelli albanesi”, ha dichiarato Giuseppe Gatti,  sostituto procuratore della Direzione nazionale antimafia, in un’intervista a RaiNews. Gatti era diventato un obiettivo dei killer della mafia foggiana quando era sostituto procuratore della Dda di Bari. “La mafia foggiana – dice oggi – è un fenomeno che ha saputo coniugare in maniera vincente un binomio strategico fondamentale: mettere insieme la tradizione con la modernità. La tradizione è il familismo mafioso della ‘ndrangheta, ma anche la camorra spregiudicata della camorra cutoliana. Mentre la modernità è la capacità di fare rete, di creare alleanze, l’attitudine a sviluppare percorsi di infiltrazione, sia nel settore politico-amministrativo che nell’economia legale”

L’estate scorsa a Foggia il consiglio comunale è stato sciolto per infiltrazione mafiosa. Si tratta del quinto della provincia in 6 anni, dopo Monte Sant’Angelo, Manfredonia, Mattinata e Cerignola.

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