Bisogna dirlo subito: il racconto autobiografico “La via del guerriero di pace”, scritto da Dan Millman, è un’opera difficile da catalogare.

Come si legge in postfazione, nei primi anni Ottanta del Novecento, il libro dell’ex atleta californiano della ginnastica “morì di una rapida morte e per bene tre anni, languì nella terra di nessuno dei libri fuori catalogo”, fino a che non finì nelle mani di un ex editore di Los Angeles, che, guarda caso, aveva deciso di ricominciare ad esercitare la professione partendo proprio dal suo manoscritto.

Da quel momento, esattamente nel 1983, nessuno si è mai più domandato se fosse possibile collocare “La via del guerriero di pace” in questo o quello scaffale: l’autore ed il nuovo editore avevano avuto delle conferme da parte dei lettori e sapevano che si trattava di un’opera che avrebbe lasciato un segno nella mente dei lettori, un libro che si poteva annoverare nella cerchia di quei testi che una volta letti, in qualche modo, cambiano la vita. E così fu.

Grazie ad “una storia da raccontare e degli insegnamenti da condividere”, Dan Millman, dopo più di tredici anni dalla prima stesura del manoscritto, riuscì ad avere tra le mani un vero e proprio best-seller, tradotto in ventinove lingue e letto da milioni di persone.

Ma quale fu il segreto del successo? Cos’è che esercita una forte attrazione sul lettore, tanto da spingerlo a discutere del libro in famiglia e tra amici? Senza ombra di dubbio, l’ingrediente segreto fu proprio la storia dell’ex atleta, campione mondiale di trampolino, narrata sotto forma di racconto autobiografico.

Nel libro siamo catapultati a Los Angeles, in California, all’inizio degli anni Sessanta. La vicenda si svolge in un arco di tempo relativamente breve (tre anni circa), il ritmo narrativo è piuttosto veloce, sebbene siano inserite diverse digressioni, riflessioni e pause.

In modo umoristico, al lettore viene mostrata la vita del protagonista – Dan Millman, per l’appunto – un talentuosissimo atleta californiano che, durante gli anni dell’università, è schiacciato da un’irriducibile tristezza, nonostante i successi sportivi conseguiti in tutto il mondo.

A livello di trama, questo è pressoché tutto. Si parla di un essere umano con dei pregi e dei difetti alle prese con la vita di tutti i giorni.

Addirittura, la prima stesura, che risale al 1980, è considera dallo stesso autore come “una specie di manuale con una scarsissima parte romanzata”. Tuttavia, sarà la seconda stesura che farà assumere all’opera un certo spessore.

Nella seconda stesura viene ampliata la parte in cui Dan Millman incontra un uomo di nome Socrate. Quest’ultimo, un vecchio eccentrico e burbero che lavora presso una stazione di servizio, diventerà il co-protagonista di Dan.

Sarà Socrate a mostrare a Dan la via del guerriero di pace, e grazie a Socrate Dan riuscirà a diventare un guerriero dotato di virtù e coraggio e a giungere alla risoluzione del conflitto interiore.

Così, disseminato di citazioni, perle di saggezza e rimandi filosofici, si scoprirà che il testo, in realtà, si presenta come un vero e proprio manuale per vivere una vita più saggia e positiva. E, a questo proposito, non possono mancare dialoghi in cui Socrate, incoraggiando il suo allievo, dice: “La felicità non è qualcosa che devi sentire, la felicità è ciò che sei”.

Ciò che rende interessante il libro, tuttavia, non è il “cosa”, ossia il racconto, ma “il come”, e cioè il modo in cui viene raccontata la storia.

Lo stato d’animo del protagonista si manifesta sotto forma di sogno, e ciò che muove gli eventi è il sogno stesso, tanto che nelle prime pagine Dan, raccontando il suo disagio interiore, dirà: “Poi iniziarono gli incubi. Mi svegliavo di soprassalto quasi ogni notte, madido di sudore”.

Lo stesso incontro con Socrate risulta surreale, tanto che, ad un certo punto, al lettore risulta difficile distinguere ciò che è reale da ciò che non lo è: pagina dopo pagina non si ha più la narrazione di una storia ordinaria, ma al contrario si ha come l’impressione di stare assistendo ad un vero e proprio delirio onirico.

Non a caso, le domande più frequenti dei lettori allo scrittore sono: “Quanto di questa storia è vera? Esiste davvero Socrate?”. E la risposta dell’autore non tarda ad arrivare: “Socrate esiste veramente, mentre Dan Millman è un’invenzione letteraria”.

Con queste parole, Dan Millman ci dice in realtà che le categorie e le definizioni non sono altro che categorie e definizioni. Per contro, “ciò che conta è la compassione, l’amore ed il sapersi prendere meno sul serio ed essere svegli ai doni della vita attimo dopo attimo”.

“La via del guerriero di pace”, dulcis in fundo, è un libro che ci vuole ricordare che  la vera felicità dimora in noi, e non c’è bisogno di sforzarsi di essere qualcuno. Basta semplicemente essere sé stessi, rimanendo persone ordinarie se vogliamo essere d’aiuto anche per gli altri.

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