Nella città di Mariupol ridotta in macerie, anche il prestigioso teatro filarmonico accoglie gli sfollati. “Siamo qui da un mese e finché c’erano i militari ce la facevamo”, racconta una donna. Nella struttura, che porta il nome del celebre compositore russo Aleksandr Sergeevic Puskin, ci sono anziani invalidi e non c’è da mangiare. “Per ora andiamo avanti, ma non sappiamo per quanto resisteremo”.
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