Un gruppo di 27 lavoratori senza stipendio da 5 mesi. Un’altra ventina sono da un biennio in Naspi, indennità di disoccupazione in procinto di scadere. Due situazioni apparentemente diverse, ma che generano nei soggetti interessati le stesse ansie per un avvenire lavorativo piuttosto fosco.

I dipendenti della ditta Emmetutor di Roma, in appalto per la pulizia dei mezzi e delle strutture ex Ctp, l’azienda della provincia di Napoli e di parte del casertano in capo alla Città Metropolitana di Napoli fallita dopo ben 140 anni di storia, e quelli della Namet, società in liquidazione detenuta al 60% dalla stessa ex Ctp e per il restante 40% da soggetti privati, rappresentano l’ennesimo esempio di una precarietà lavorativa tipicamente italiana.

La speranza di ricollocazione è appesa al sottile filo del futuro incremento del nuovo servizio di trasporto pubblico locale, ora al 30% con 20 soli autobus di Eav e Air, due società in capo alla Regione Campania che hanno assorbito dal 2 maggio 430 lavoratori della compagnia di trasporti pubblici fallita ufficialmente ad aprile 2022 per l’enorme esposizione debitoria.

Lavoratori Emmetutor

I 27 della Emmetour, che si sono occupati della pulizia dei bus, dei depositi, degli altri edifici di Ctp, a causa della mancata fatturazione della società di trasporti, implosa per i mancati chilometri dei bus, sono senza stipendio da gennaio e senza alcun accesso a forme alternative di sostentamento. L’ultimo saldo ricevuto, quello di dicembre, è stato pagato solo al 50%.

Con l’attivazione, il 2 maggio, di 16 nuove linee di Air ed Eav sul territorio provinciale di Napoli e di Caserta, i dipendenti speravano di rientrare subito in questo nuovo corso facilitato dall’impegno della Regione Campania, così come successo per i 430 ex Ctp riassunti nelle due società (con una distribuzione abbastanza equa).

Un mese e mezzo fa in un protocollo d’intesa tra l’ente regionale e alcune organizzazioni sindacali – Filt Cgil, Fit-Cisl, Faisa Cisal, Ugl, Fna – veniva menzionata questa possibilità di riassorbimento anche per i lavoratori dei lavoratori della Emmetutor. Tra le condizioni principali, per questa svolta, il necessario aumento della flotta bus a disposizione per coprire le 16 linee con il passaggio dall’attuale 30% a una copertura più cospicua che arrivi a un centinaio di autobus circa, che però prima di funzionare deve essere, come sempre, soggetto a collaudo. Tutto ciò non avverrà prima dell’autunno, al netto di intoppi.

“Ma ad oggi nemmeno per il 30% attuale ci si è serviti dei lavoratori della Emmetutor. Questi 27 lavoratori dell’indotto sono tutti senza impiego e sembrano non avere alcuna prospettiva – denuncia Antonella Acanfora, segretaria Flaica Cub Campania nel corso di un sit-in nella mattinata di lunedì presso l’edificio dell’isolato A6 della Regione Campania – Il 12 maggio si profila la dichiarazione di licenziamento collettivo e nel frattempo tutti loro non possono mantenere le famiglie. La situazione è complicata”.

Dal 2 maggio a oggi, data della partenza delle 16 nuove linee per la provincia di Napoli e Caserta, secondo alcuni sindacati a effettuare la pulizia sono soltanto una manciata di lavoratori cosiddetti indiretti. “Spero che quel protocollo firmato possa valere. Abbiamo fatto di tutto per salvaguardare la salute delle persone effettuando la sanificazione degli ambienti dopo lo scoppio della pandemia. Per tutta risposta a quei nostri sacrifici, ecco che oggi non abbiamo più un lavoro. Almeno si utilizzi un numero congruo al 30% del servizio bus Air ed Eav attuali e poi si proceda con il resto a mezzi incrementati. Non è possibile lasciarci a casa così”. Ad affermarlo, amaro, è Nicola Piccegna Rsa della Cub Campania.

La paura del presente e del futuro, la testimonianza di Gennaro

Il trend in Italia è quello di un impoverimento del ceto medio produttivo e lavorativo. In questa triste lista rientra sicuramente Gennaro Coppola, uno dei 27 lavoratori della Emmetutor che vive un’angoscia personale pesante. Vedovo e con due figlie di 17 e 14 anni da crescere da solo, l’uomo, cinquantenne, ci dice: “Sono un operaio specializzato di alto livello, con uno stipendio da 1400 euro, ma da 5 mesi non ho ricevuto neppure un soldo. Ho denunciato il tutto all’ispettorato del lavoro. Io sono monoreddito e oggi sto alla fame. Vogliamo essere pagati e soprattutto avere una continuità occupazionale”. Gennaro vive in una casa popolare del Rione Berlingieri, nel quartiere Secondigliano, alla periferia Nord di Napoli. “Non riesco a pagare l’affitto e fra poco mi staccheranno pure acqua e luce, perché non ho nulla per coprire le spese delle bollette. Non posso nemmeno chiedere il reddito di cittadinanza perché sino ad ora risulto ancora un dipendente della ditta, senza però lavorare”.

Odissea Namet

Il ciclone della crisi e del fallimento della Ctp, dopo 140 anni dalla sua fondazione, è stato devastante. Ad esserne colpita anche la Namet chiamata a rifornire di metano i bus della società fallita e occuparsi della sua manutenzione. Nella mattinata di lunedì, al sit-in al Centro Direzionale, c’è anche una delegazione di questa società in liquidazione, dove lavoravano in tutto 24 dipendenti. A sintetizzare il pensiero di questa platea lavorativa è Francesco Lombardi, delegato della Cisl Campania. “Nessuna prospettiva di riassunzione per noi. Anzi, abbiamo dovuto partecipare anche a un bando regionale per 15 posti di autisti a cui hanno partecipato 1000 persone. Qualcuno – sottolinea Longobardi – ha conseguito anche la patente per guidare gli autobus. Ma di riassorbirci, come successo per i dipendenti Ctp, non se ne parla, almeno per ora. Anche noi speriamo che il protocollo firmato con la Regione possa essere preso come riferimento”.

Cosa dice la Regione Campania

A metà mattinata di lunedì ecco il confronto tra i dipendenti Emmetutor e Namet con il presidente della IV Commissione Trasporti della Regione Campania, Luca Cascone che a Tell afferma: “Rispetto ai lavoratori dell’indotto noi ci siamo impegnati. Nel momento in cui si avrà un quadro definito della ripresa del servizio almeno dell’80 e del 90%, ci sarà sicuramente un fabbisogno di personale, sia di pulizia che di manutenzione. E, come fatto a Caserta, solleciteremo i pulitori e i manutentori, le aziende che lavorano con le nostre aziende regionali di farsi carico di colloqui, qualora assumessero, prima ai vecchi lavoratori presso Ctp”. Questo però non è sinonimo di riassunzione sicura. “È chiaro che non è un obbligo da parte delle aziende. Noi possiamo creare delle condizioni, come fatto a Caserta, dove quasi il 100% dei vecchi dipendenti delle pulizie è tornato a lavoro” specifica Cascone, ritenuto vicino politicamente al governatore della Campania Vincenzo De Luca.

Si discute da tempo in Campania di creare un’azienda unica dei trasporti, che inglobi anche l’Anm la società del Comune di Napoli che gestisca la metropolitana linea 1, i bus e le funicolari, oltre alla sosta dei veicoli privati con le strisce blu. Per Marco Sansone, del coordinamento del lavoro privato dell’Usb, “se l’idea della Regione Campania è l’azienda unica che comprenda ferro, gomma e sosta, noi siamo d’accordo. Ma se questo prevede una “bad company’’ con ferro e gomma, mentre sulla sosta rimane l’incertezza, anche in virtù di scadenze diverse, allora bisogna vigilare. La paura – conclude Sansone – è che ci possa essere una privatizzazione che porti a un peggioramento del servizio. Questo dobbiamo scongiurarlo”.

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