“Nelle ultime 24 ore, 771 militanti del battaglione nazionalista Azov rintanati nelle acciaierie Azovstal si sono arresi. Complessivamente, 1.730 militanti, di cui 80 militari feriti, si sono arresi dal 16 maggio”. Sono i dati comunicati dal portavoce del ministero della Difesa russo, il maggiore generale Igor Konashenkov, all’agenzia di stampa russa Tass.

Solo nelle ultime 24 ore sarebbero stati quindi quasi la metà sul totale di coloro che si sono consegnati, i militanti ucraini che hanno lasciato l’impianto industriale diventato baluardo della resistenza ucraina a Mariupol. Si attende ora di conoscere cosa ne sarà della città portuale, strategica per la Russia che ormai ne detiene il controllo.

I combattenti stanno deponendo le armi su ordine dell’Ucraina, che ha detto alle truppe di dimettersi dopo aver raggiunto un accordo con i russi nel tentativo di salvargli la vita. I militari che finora hanno lasciato l’acciaieria Azovstal sono stati condotti in territori governati da filorussi, dove attendono di conoscere il loro destino. “I militari li scambieremo con prigionieri di guerra russi”, aveva detto nei giorni scorsi su Telegram il vice primo ministro dell’Ucraina, Iryna Vereshchuk.

(articolo in aggiornamento)

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