Dal 2035 stop all’immatricolazione di auto e furgoni a benzina e a diesel. Il Parlamento europeo ha approvato la proposta della Commissione europea diretta a raggiungere una mobilità stradale a emissioni zero entro il 2035. Il Parlamento europeo può adesso avviare negoziati con i governi degli Stati membri.
Il testo legislativo ha ottenuto in plenaria 339 voti favorevoli, 249 contrari e 24 astensioni. Recepisce la proposta che il 14 luglio 2021, nell’ambito del pacchetto “Fit for 55”, la Commissione presentò per la revisione dei livelli di prestazione in materia di emissioni di CO2 delle autovetture nuove e dei veicoli commerciali leggeri nuovi. L’obiettivo era di contribuire al raggiungimento degli obiettivi climatici dell’Unione Europea per il 2030 e il 2050 e a una diffusione dei veicoli a emissioni zero.
Il settore dei trasporti – dice il Parlamento europeo in una nota – è “l’unico in cui le emissioni di gas serra sono aumentate di oltre il 25% rispetto ai livelli del 1990”. I trasporti, secondo le stime che fornisce, producono circa un quinto del totale delle emissioni. Nel settore dei trasporti, poi, quello stradale nel 2021 ha prodotto il 72% del totale di gas serra, sia nell’Unione Europea che a livello internazionale. E le autovetture e i furgoni (“veicoli commerciali leggeri”) producono circa il 15% delle emissioni totali di CO2 dell’Ue. Le auto elettriche stanno aumentando sulle nostre strade, ma costituiscono ancora soltanto l’1,5% delle registrazioni delle auto nuove.
L’Acea, associazione europea dei produttori di automobili, pur accogliendo con favore l’esito del voto, esprime preoccupazione. La trasformazione del settore – sostiene – dipende da molti fattori esterni che non sono completamente nelle sue mani.
“La nostra industria è nel mezzo di un’ampia spinta per i veicoli elettrici, con nuovi modelli in arrivo costantemente. Questi stanno soddisfacendo le richieste dei clienti e stanno guidando la transizione verso la mobilità sostenibile”, afferma Oliver Zipse, presidente di Acea e ceo di Bmw. “Ma data la volatilità e l’incertezza che stiamo vivendo giorno per giorno a livello globale, qualsiasi regolamentazione a lungo termine che vada oltre questo decennio è prematura in questa fase iniziale. Al contrario, è necessaria una revisione trasparente a metà strada per definire gli obiettivi post-2030″. “Una tale revisione dovrà prima di tutto valutare se l’implementazione di infrastrutture di ricarica e la disponibilità di materie prime per la produzione di batterie saranno in grado di eguagliare il continuo e ripido aumento dei veicoli elettrici a batteria in quel momento”.
L’associazione esorta quindi gli eurodeputati e i ministri dell’Ue a “considerare tutte le incertezze che il settore deve affrontare, mentre si prepara a una massiccia trasformazione industriale” e avverte che gli obiettivi di riduzione delle emissioni di CO2 per auto e furgoni “sono già estremamente impegnativi e raggiungibili solo con un massiccio aumento delle infrastrutture di ricarica e rifornimento”. Chiede quindi anche di regolamentare le infrastrutture dei combustibili alternativi.