Prezzi stratosferici, frutto della congiuntura internazionale dovuta soprattutto alla guerra in Ucraina, dicono in molti. A ciò si aggiunge una forte dose di speculazione a cui sembra impossibile porre un freno. Oramai da mesi, rifornire i propri veicoli è diventato un salasso che incide notevolmente sul bilancio familiare. A una parziale attenuazione nel periodo compreso tra aprile e maggio dopo un intervento del Governo sulle accise, oggi i prezzi sono nuovamente schizzati alle stelle.

La Super Senza Piombo ha superato abbondantemente i 2 euro al litro al self service; il gasolio ha imboccato la stessa deriva quasi ovunque e il costo al litro del Gpl è oggi di 0,80 euro. Sotto accusa da parte degli utenti e degli stessi gestori finiscono sia lo Stato che non farebbe abbastanza per calmierare i costi che le stesse compagnie petrolifere che starebbero speculando di proposito in questo periodo di tensione internazionale.

A Tell parla Luigi Cifinelli, gestore a Napoli, nel quartiere Scampia, di una pompa di benzina della società Esso che è anche self service. “I prezzi sono oramai al di sopra dei 2 euro a litro per la senza piombo. Qui da noi il gasolio è a 1.99 euro al litro, ma altrove è a 2 euro, e 0,80 euro e più per il gas. Per il servito (non self service dunque, ndr) va anche peggio: siamo a 2,20 euro oramai dappertutto”.

La domanda sulle responsabilità è d’obbligo. E Cifinelli non si sottrae. “Molti attribuiscono la responsabilità all’attuale conflitto in Ucraina, ma l’aspetto fondamentale da tenere in considerazione è quello della speculazione. La mia famiglia fa questo lavoro da 100 anni, io personalmente da 35 anni, e di guerre ce ne sono state tante. Dall’Iran all’Afghanistan, dall’Iraq alla Libia, ai Balcani, ma questi aumenti così non si sono mai verificati. Negli ultimi periodi – aggiunge – ho notato che il petrolio scende e, invece, il carburante sale. Per quale motivo, visto che aumenti di accise non ce ne sono e anzi il Governo sta tentando di aiutare il popolo?”. E’ una risposta netta quella del gestore di Esso di Scampia.

“Bisogna guardare alle compagnie petrolifere, oramai si è capito. Il nostro Governo deve essere attento su questo dopo aver confermato a luglio il taglio di 30 centesimi dei costi. Anche perché per noi gestori più aumentano i prezzi, meno vendiamo e meno guadagniamo perché il nostro ricavo non è sul costo del carburante ma sul litro, che è in genere di 3 centesimi. In sostanza, investiamo di più, anche 10/15.000 euro ulteriori, senza però aumentare i guadagni”. “Così è insostenibile”, conclude Cifinelli.

Fare la fila alle varie pompe equivale oggi ad un ascensore per il patibolo, visti i prezzi. Ed è così anche a Scampia. Giovanni è sulla sua Clio blu Station Wagon in compagnia della moglie e del cane. “Faccio il pieno una volta a settimana, che mi costa oggi 25-26 euro. Prima di questi aumenti, me la cavavo anche con meno di 20 euro. Prima si è messo il Covid, poi la guerra in Ucraina per l’aumento dei prezzi. È assurdo”. Sara ha appena fatto rifornimento di gas, cerca di non pensare troppo alla spesa che è doppia. «Ho appena messo 21 euro, con i quali posso fare meno di 300 km. Infatti mi accingo a mettere anche 20 euro di benzina, che prima erano 10 euro. In un mese spendo oltre 200 euro tra gas e benzina. Tra poco lascerò l’auto a casa e prenderò la bicicletta”, scherza ma non troppo la donna che se la prende “con il governo che permette queste speculazioni senza far nulla”. Franco, anche lui in attesa di rifornirsi, è affranto all’interno della sua Panda azzurrina. “L’aumento è stato del 20-25% almeno e per un monoreddito come me è tantissimo. Io utilizzo l’auto per girare e lavorare. Mi sa che fra poco utilizzerò i mezzi pubblici!”.

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