Etiopia, Nigeria, Sahel e Sudan in Africa; Afghanistan, Yemen, Libano e Myanmar in Asia; Haiti e Colombia in America. Sono le altre zone nel mondo in cui sono in corso dei conflitti. Non solo Ucraina, quindi. Si tratta di aree in cui gli scontri, le violenze, hanno origine in tempi che precedono l’invasione russa dell’Ucraina, nazione europea dove, tra l’altro, battaglie nell’area del Donbass erano già in atto dal 2014.
I Paesi elencati sono quelli che riporta Acled (Armed Conflict Location & Event Data Project), una organizzazione no profit che fornisce una mappa aggiornata e un’analisi periodica delle zone del mondo in cui i conflitti potrebbero evolvere negativamente nel breve termine, quelli “di cui preoccuparsi”. Abbiamo deciso di parlarvi a puntate di ogni conflitto, di farne il punto per tenere alta l’attenzione su ognuno di essi.
Cominceremo con gli aggiornamenti sulla guerra che ci è più vicina, quella europea, in Ucraina, e che al momento trova più spazio nei racconti quotidiani dei giornali, dei programmi televisivi sull’attualità, anche perché il timore che possa trasformarsi in un conflitto mondiale non è basso. Passeremo, poi, alle situazioni più preoccupanti che si rilevano fuori dall’Europa: in Africa, in Asia e, infine, nell’America latina.
Ogni crisi, ogni conflitto, si riverbera sul resto del mondo. Ogni conflitto uccide innocenti che sono innocenti allo stesso modo di ogni parte del mondo. Ogni conflitto crea distruzione e danni e sconvolge le dinamiche geopolitiche a livello globale.
La guerra in Ucraina
Al 129esimo giorno di guerra in Ucraina un attacco missilistico russo ha ucciso a Odessa almeno 19 persone, tra cui un bambino di 12 anni. La maggioranza delle vittime si trovava in un palazzo residenziale colpito a Serhiyivka. Decine le persone ferite: 18, secondo il servizio di emergenza statale Dsns, tra cui sei bambini.
Голова ДСНС Сергій Крук: Працюємо у Сергіївці, на Одещині. Рашисти вночі завдали ракетного удару по житловому будинку та базі відпочинку, де перебували мирні люди. Відомо про 19 загиблих та 38 постраждалих, з яких 6 дітей. https://t.co/b4bhQSZ8oy
📸 Костянтин, Влада Ліберови. pic.twitter.com/21bLYs7KDR
— DSNS.GOV.UA (@SESU_UA) July 1, 2022
Oltre a Odessa, nella notte sono state bombardate, a nord, le regioni di Chernihiv, Kharkiv e Mykolaiv, e altre zone nel sud dell’Ucraina. Si continua a scavare a Kremenchuk, dove lunedì scorso in un attacco missilistico è stato colpito un centro commerciale: il bilancio delle vittime è salito a 19 morti e 62 feriti.
Mentre la guerra va avanti, arriva la notizia che l’Ucraina è un Paese candidato ad unirsi all’Unione Europea. Lo ha annunciato la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen. “Hai ottenuto l’approvazione e il rispetto di tutti gli Stati membri dell’Ue”, ha detto von der Leyen congratulandosi con l’Ucraina. Ha esortato, però, il Paese a lavorare su un “nuova ondata di riforme”.
I believe in Ukraine’s European future. It is your future and only you can make it happen.
You can change this country for good and this will be your ultimate victory.
A free and vibrant Ukraine.
A sovereign Ukraine, finally reunited with our European family. pic.twitter.com/HB3DvP0ykz
— Ursula von der Leyen (@vonderleyen) July 1, 2022
L’Ucraina ha presentato domanda di adesione all’Ue appena cinque giorni dopo l’invasione russa. Il blocco dei 27 Paesi membri ha accettato la sua candidatura il 23 giugno. Ma il processo di adesione potrebbe richiedere molti anni. “Dobbiamo percorrere rapidamente questo percorso. Fare la nostra parte del lavoro in modo impeccabile”, ha sollecitato Zelensky su Telegram.
Nel 2014 Ucraina, Russia e dai separatisti filorussi del Donbass firmarono gli accordi di Minsk per porre fine alla guerra nell’Ucraina orientale: prevedevano un cessate il fuoco immediato e la concessione di una maggiore autonomia per le regioni del Donbass, dove i separatisti filorussi chiedevano l’indipendenza dall’Ucraina. Gli accordi, però, non sono mai stati rispettati. “Erano morti molto prima del riconoscimento delle repubbliche popolari del Donbass”, disse Putin nei giorni in cui la Russia autoproclamò le due repubbliche popolari di Donetsk e Luhansk. I carri armati si stavano muovendo lungo i confini e riuscirono poi a entrare in Ucraina il 24 febbraio 2022, dal Donbass, dalla Crimea e dalla Bielorussia. Da allora è iniziata una guerra che va avanti da 129 giorni.
Le truppe russe, inizialmente, hanno provato a spingersi verso la capitale, Kiev, hanno colpito zone al confine con la Polonia e hanno attaccato finanche la Transnistria, l’area separatista filorussa della Moldavia, con un notevole dispendio in termini di uomini e mezzi, per poi ritirarsi verso sud-est e concentrare la battaglia nel Donbass e lungo la costa.
Ma cosa vuole Putin dall’Ucraina? Perché invadere un territorio e uccidere? Ha sempre dichiarato che non vuole che l’Ucraina aderisca alla Nato, l’alleanza militare nord-atlantica che sta supportando il Paese e che – ha comunicato il presidente Stoltenberg nei giorni scorsi – continuerà a farlo per tutto il tempo necessario. Mosca vuole poi che l’Ucraina includa costituzionalmente la lingua russa come seconda lingua ufficiale e vieti le organizzazioni di estrema destra. Abbandonata l’idea di prendersi Kiev, sembra che voglia poi mantenere il controllo sulle città occupate nel sud-est dell’Ucraina. I negoziati che si sono svolti fino ad oggi per la pace non hanno prodotto risultati e il governo ucraino non è disposto a cedere il suo territorio.
La guerra, intanto, continua a produrre i suoi effetti negativi sull’economia mondiale, già fortemente provata da due anni di pandemia da coronavirus. L’Ucraina è un importante esportatore agricolo, ma l’invasione della Russia ha alimentato forti aumenti dei prezzi in tutto il mondo per grano, olio da cucina, carburante e fertilizzanti. Kiev ha accusato la Russia di aver bloccato i porti e di aver rubato grano dall’Ucraina meridionale. Mosca ha più volte negato. Il blocco delle esportazioni dell’Ucraina, oltre a determinare l’inflazione, sta contribuendo alla penuria di grano in paesi già colpiti da insicurezza alimentare.