Il presidente del Consiglio, Mario Draghi, ha la fiducia al Senato, ma senza il voto di Forza Italia, Lega e Movimento cinque stelle, ossia tre delle principali forze di maggioranza. Al voto, sui 192 senatori presenti, in 133 hanno votato, 95 a favore. I contrari sono stati 38. Draghi aveva chiesto di proporre la fiducia sulla proposta di risoluzione presentata da Pierferdinando Casini, che in sostanza chiedeva ai partiti di sostenere il governo Draghi alle condizioni descritte dal premier nel suo discorso al Senato: “Ascoltate le comunicazioni del Presidente del Consiglio, il Senato le approva”.
Prima di procedere con la votazione nominale con appello, Pd, Autonomisti, Insieme per il Futuro – Centro democratico e Italia Viva avevano confermato il sostegno a Draghi, mentre Forza Italia, la Lega, il Movimento cinque stelle (partiti al governo) avevano dichiarato l’astensione dal voto. Fratelli d’Italia, all’opposizione, ha confermato la sua posizione, quindi il voto contrario.
Dopo la crisi politica innescata la scorsa settimana dal Movimento 5 Stelle con l’astensione dal voto sul decreto Aiuti, Draghi aveva presentato le sue dimissioni al presidente della Repubblica, che non le aveva accolte. In mattinata si è detto disponibile a proseguire ricostruendo un nuovo patto di fiducia. Nella sua replica ha poi risposto ad alcune critiche arrivate dopo il suo discorso dal centrodestra e dal M5s: “il governo non è entrato nello ius scholae e nella cannabis perché il governo ha deciso di non intervenire per la sua natura nei temi di origine parlamentare”, ha detto. E sul reddito di cittadinanza ha ribadito: “Se funziona è una cosa buona, se non funziona è una cosa cattiva”.
Il suo discorso non è piaciuto alle forze di centrodestra al governo che hanno deciso di non votare. In una nota prima della replica di Draghi, si erano detti disponibili a un “nuovo patto” di governo e a continuare a fornire il proprio “contributo per risolvere i problemi dell’Italia soltanto con un nuovo governo, guidato ancora da Mario Draghi, senza il Movimento 5 Stelle e profondamente rinnovato”.
Tra le fila di Forza Italia, Laura Stabile e Andrea Cangini hanno votato per la fiducia. Dopo l’esito del voto, Mariastella Gelmini, ministro per gli Affari regionali e le Autonomie, ha annunciato che lascerà il partito di Berlusconi: “Non è il movimento politico in cui ho militato per quasi venticinque anni”. “Forza Italia ha definitivamente voltato le spalle agli italiani, alle famiglie, alle imprese, ai ceti produttivi e alla sua storia, e ha ceduto lo scettro a Matteo Salvini”, ha concluso in una nota Gelmini.
Mario Draghi non è recato al Quirinale dopo il voto al Senato. Il premier è atteso domani mattina a Montecitorio, dove si ipotizza che potrebbe confermare le dimissioni.