“Non  cedere al ricatto nucleare”. Lo ha chiesto il presidente dell’Ucraina, Volodymyr Zelenskiy, al termine di una giornata difficile di bombardamenti vicino alla centrale nucleare russa di Zaporizhzhia, la più grande d’Europa. Per gli attacchi, Russia e Ucraina si sono incolpate a vicenda.

“Il mondo combatte da molti decenni per un corretto controllo su tutte le attività con materiali nucleari e sicurezza dalle radiazioni. E se ora al mondo manca la forza e la determinazione per proteggere una centrale nucleare, vuol dire che il mondo perde.
C’è ancora la possibilità di evitare questa sconfitta”, ha detto Zelenskiy nel suo discorso serale, esortando un intervento presso l’impianto.


“Qualsiasi incidente di radiazioni al NPP di Zaporizhzhia – ha affermato  – può interessare un gran numero di paesi. Tutto dipende solo dalla direzione e dalla velocità del vento. Bisogna passare dalle discussioni e dagli appelli a nuove dure sanzioni contro la Russia, contro Rosatom e tutta l’industria nucleare dello stato terroristico. Tutte le truppe russe devono essere immediatamente ritirate dall’impianto e dalle zone limitrofe senza alcuna condizione”.

Sulla sicurezza del sito hanno discusso il ministro della Difesa della Russia e il capo della Nazioni Unite. La Russia inizialmente si era detta disponibile a permettere all’Aiea (Agenzia internazionale per l’energia atomica) un sopralluogo ma, secondo quanto riportano le agenzia di stampa russe, un alto diplomatico russo avrebbe affermato che qualsiasi missione dell’Aiea non poteva passare attraverso la capitale ucraina, Kiev, e attraverso la prima linea poiché troppo pericolosa.

A marzo scorso la centrale di Zaporizhzhia era già scampata a un attacco: fu colpito uno stabile adiacente e fortunatamente i reattori non furono intaccati. L’impianto dopo pochi giorni passò sotto il controllo dalla compagnia russa Rosatom. Il 5 agosto scorso fu colpita la linea dell’alta tensione, ma Energoatom, l’agenzia nucleare ucraina, escluse fughe radioattive.

Il ministro della Difesa russo Sergei Shoigu ha affermato oggi che la Russia non ha bisogno di usare armi nucleari in Ucraina . Secondo quanto riporta Reuters, intervenuto alla conferenza sulla sicurezza internazionale di Mosca, ha detto che le operazioni militari ucraine sono state pianificate da Stati Uniti e Gran Bretagna e che la Nato “più volte” ha aumentato il suo dispiegamento di truppe nell’Europa orientale e centrale.

Intanto, continuano a registrarsi esplosioni. In Crimea è andato a fuoco un deposito di munizioni nel villaggio di Maiskoye, vicino a Dzhankoi, a nord. L’agenzia di stampa russa Tass, ha riferito che si è proceduto all’evacuazione dei residenti.

Il capo amministrativo della Crimea nominato dalla Russia, Sergei Aksyonov, in mattinata ha affermato di essere partito urgentemente per il villaggio di Mayskoye, situato a circa 25 km a sud-est di Dzhankoi: “Sono partito per il villaggio di Mayskoye, distretto di Dzhankoy. Le circostanze dell’incidente sono oggetto di indagine. Vi informerò non appena le informazioni saranno disponibili”, ha detto Aksenov – lo riporta Ria – sul suo canale Telegram.

Il ministero della Difesa russo ha detto all’agenzia di stampa statale RIA che non ci sono state vittime gravi nell’esplosione. Sulla Crimea il consigliere presidenziale ucraino Mykhailo Podolyak ha twittato che c’è un “alto rischio di morte per invasori e ladri” nell’area occupata dai russi: “La mattinata vicino a Dzhankoi – ha scritto – è iniziata con esplosioni. Un promemoria: la Crimea del paese normale riguarda il Mar Nero, le montagne, le attività ricreative e il turismo, ma la Crimea occupata dai russi riguarda le esplosioni di magazzini e l’alto rischio di morte per invasori e ladri. Demilitarizzazione in azione”. La Crimea è stata annessa alla Russia nel 2014, nonostante la maggior parte del mondo la riconosca come territorio ucraino.

Delle esplosioni oggi avrebbero distrutto anche una sottostazione elettrica a circa 200 km dalla prima linea con le forze ucraine. Secondo i giornali russi, inoltre, è stato attaccato un aeroporto militare a Hvardeyskye, non lontano dalla capitale della Crimea, Simferopol. L’Ucraina non ha rivendicato gli attacchi, che rendono vulnerabili le basi russe in Crimea, colpite tre volte in una settimana: presi di mira la logistica e i depositi di armi della Russia.

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