Da una giunta militare all’altra. In Burkina Faso in poco più di 8 mesi si sono verificati due colpi di stato. Il secondo, lo scorso venerdì, quando il capitano dell’esercito burkinabé, Ibrahim Traoré, in diretta televisiva ha annunciato il nuovo golpe.
Alla nazione Traoré ha comunicato lo scioglimento del governo, la sospensione della costituzione e di tutte le attività politiche, un coprifuoco notturno e la chiusura dei confini nazionali. Ha motivato la destituzione del colonnello Paul-Henri Sandaogo Damiba, che da gennaio era alla guida del Paese, con la sua incapacità di far fronte al terrorismo jihadista, stessa motivazione addotta nell’annuncio del colpo di stato di gennaio, quando fu deposto il presidente Roch Marc Christian Kaboré, al potere dal 2015.
L’ufficializzazione del golpe è arrivato dopo diversi scontri che si sarebbero verificati nella capitale, Ouagadougou, dove i soldati avevano circondato edifici amministrativi ed invaso la strada che porta al palazzo presidenziale.
Dopo l’annuncio, festeggiamenti si sono verificati nelle strade della capitale, con persone che sventolavano bandiere russe, come documentano le immagini catturate dai giornali locali.
In Burkina Faso quello di venerdì è l’ottavo colpo di stato dall’indipendenza nel 1960, il secondo in meno di un anno. Da almeno 7 anni il Paese dell’Africa occidentale è alle prese con la violenza jihadista, che sta uccidendo e distruggendo, costringendo molte persone a trasferirsi verso le città più grandi e gli altri stati confinanti. Sono milioni gli sfollati che si contano fino ad oggi.