Il centro storico e l’area della Riviera Di Chiaia bloccati per un’intera giornata. Uno dei principali luoghi della città, piazza del Gesù, messo a ferro e fuoco nel pomeriggio di mercoledì con bar e pizzerie in parte distrutte durante gli scontri con le forze dell’ordine e i tifosi del Napoli. Altri danni, attorno al Lungomare, con gli assalti da parte dei supporter azzurri. Arresti, feriti, contusi. L’arrivo nel capoluogo campano, nonostante il divieto di entrare allo stadio Diego Armando Maradona per assistere nella serata di mercoledì alla partita di ritorno degli Ottavi di Finale di Champions League, di circa 600 tifosi dell’Eintracht Francoforte sprovvisti di biglietto per il match ha lasciato una scia di devastazione e violenza. Sotto accusa è finita la gestione dell’ordine pubblico da parte del prefetto e del questore di Napoli (oltre che del Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi) che però respingono tutte le critiche dando delucidazioni nel corso di una conferenza stampa tenutasi nella mattinata di giovedì volte a difendere l’operato di carabinieri e polizia.
L’arrivo dei tedeschi a Napoli e le prime tensioni
Che l’approdo dei tifosi dell’Eintracht a Napoli, senza possibilità di vedere la partita, celasse dei pericoli lo si era capito già nella partita d’andata in Germania con i tifosi azzurri vittime di agguati da parte dei tedeschi. Per tale motivo, e anche per il gemellaggio tra la curva dell’Eintracht e quella dell’Atalanta, quest’ultima altra acerrima nemica dei napoletani, il Ministero dell’Interno aveva optato per vietare la trasferta dei fan del Francoforte – 2700 i tagliandi messi a disposizione – a Napoli per la partita di Champions League del 15 marzo. Una decisione avversata dalla squadra della Bundesliga, decisa a inoltrare un ricorso al Tar Campania poi vinto. Ma la Prefettura di Napoli, temendo tensioni e scontri, ha poi emesso un nuovo provvedimento di divieto riguardante soltanto i tifosi provenienti da Francoforte. Ma in molti, avendo già prenotato una stanza d’albergo lo scorso novembre, quando il sorteggio ha appaiato il Napoli all’Eintracht agli ottavi di finale, hanno lo stesso deciso di recarsi nel capoluogo partenopeo.
I primi arrivi il 14 marzo, martedì sera, alla stazione centrale Garibaldi con tappe intermedie in altre città d’Italia. Già nel corso del trasferimento martedì sera da Garibaldi all’Hotel Royal Continental sul Lungomare, a pochi passi dall’Hotel Vesuvio scelto dalla squadra dell’Eintracht Francoforte per il ritiro, ecco i primi momenti di violenza con alcuni tifosi del Napoli con il lancio fumogeni e oggetti agli indirizzi dei pullman dell’Anm (la società di trasporto pubblico del Comune di Napoli) con a bordo gli ultrà dell’Eintracht. Altri momenti di tensione in piazza Bellini, nel centro storico di Napoli martedì sera dopo la mezzanotte con alcune persone incappucciate intente ad aggredire i tifosi del Francoforte prima del ritorno della normalità.
Il clou delle tensioni il mercoledì, giorno della partita. Con voli charter atterrati all’aeroporto di Capodichino e arrivi in treni, il numero dei tedeschi a Napoli diviene più nutrito raggiungendo circa 600 unità. Sistemati in albergo, i tedeschi danno vita attorno alle 12 di mercoledì un corteo non autorizzato partito dal Lungomare passando per la Riviera di Chiaia e del centro storico di Napoli con in mezzo cori per la propria squadra del cuore, insulti ai napoletani definiti “Terroni’’ e minacce ai giornalisti di non ritrarre la fiumana degli ultrà dell’Eintracht. A scortare la marcia, polizia di Stato, carabinieri e Digos che peraltro hanno fatto desistere i tifosi dall’intento iniziale di recarsi allo stadio a Fuorigrotta.
Gli scontri in piazza del Gesù
All’ora di pranzo, la lunga sosta in piazza del Gesù affollata di turisti. I tifosi dell’Eintracht affollano i bar e le pizzerie del luogo per mangiare, bere tanta birra e rilassarsi. In realtà, è solo una preparazione tattica allo scontro in procinto di palesarsi. Dopo alcune ore di apparente quiete e il rifiuto dei tifosi tedeschi di tornare all’Hotel Royal in pullman come proposto dalla polizia, l’atmosfera si fa via via più tesa. Attorno alle 16 viene segnalato ai reparti celere l’avvicinamento di decine di soggetti incappucciati, con caschi e oggetti contundenti in mano, individuati come frange di tifosi del Napoli. Polizia e carabinieri in assetto antisommossa chiudono l’accesso a piazza del Gesù sia dal lato di Santa Chiara che dal lato opposto creando al contempo un cordone di sicurezza in Calata Trinità Maggiore. Ma il presidio serve a poco. I tifosi dell’Eintracht fanno quadrato e si schierano, i fan del Napoli lo fanno nei pressi di via Monteoliveto. Alcuni di essi – verrà poi detto dalle autorità – soggetti a Daspo cioè con il divieto di andare allo stadio. Pochi istanti e in piazza del Gesù cominciano i lanci di oggetti, compresi tavolini e sedie dei bar oltre che bottiglie di vetro, l’esplosione di petardi e di bombe carta.
La situazione si fa incandescente, piazza del Gesù diviene un campo di battaglia. Carabinieri e agenti di polizia sono in mezzo ai due gruppi di tifosi che vogliono venire a contatto, cosa che invece non avverrà. Le forze dell’ordine lanciano lacrimogeni per disperdere la folla e arrivano allo scontro con i supporter tedeschi mentre dall’altro lato continuano ad arrivare oggetti e petardi. L’area è mefitica per il fumo di lacrimogeni e petardi, la visuale scarsa e la paura dei passanti e degli esercenti alle stelle. Viene anche incendiata un’auto della polizia e altre vetture sono distrutte. Alcuni rappresentanti delle forze dell’ordine vengono feriti, diverse le persone poi fermate. Dopo circa 30 minuti, ritorna un’apparente calma che però evapora quando i tifosi dell’Eintracht salgono sui bus dell’Anm per tornare in albergo attorno alle 18.30. Durante il trasporto, alcune persone assalgono i pullman colpendole con caschi, mazze e pietre e la promessa di un secondo “round’’.
Gli scontri in serata
Non è finita. Subito dopo la fine del match al Maradona che vede il Napoli dominare 3 a 0 sull’Eintracht Francoforte, si accendono nuove tensioni non lontano dall’albergo Hotel Continental dove si trovano i tifosi tedeschi. Alcuni napoletani cercano di raggiungerli spuntando nella zona di via Chiatamone e dintorni. Anche in questo caso c’è uno scontro con le forze dell’ordine oltre al lancio di oggetti, fumogeni e bombe carta ma il contatto con i francofortesi non avverrà. Attorno all’una di notte, quando la situazione si normalizza, una parte dei tifosi del Francoforte viene trasportata alla stazione Centrale e all’Aeroporto di Capodichino seguiti nella mattinata di giovedì dagli altri. A richiedere che venisse organizzato il deflusso così, il sindaco partenopeo Gaetano Manfredi.
La paura e il racconto dei testimoni
Il giorno dopo, giovedì, lo stato d’animo dei commercianti di piazza del Gesù è a dir poco cupo. “Ci hanno mandato al massacro. Come è stato possibile che le autorità abbiano permesso ai tifosi provenienti da Francoforte di fare tutto questo?” si chiede Anna Arenella, titolare del ristorante-pizzeria Annarè, tra i più danneggiati, aggiungendo: “Mio figlio, che gestisce il locale, non voleva far sedere i tifosi del Francoforte, ma poi ci hanno detto che potevano. Loro prima hanno mangiato, e in molti non hanno nemmeno pagato, e poi appena alzatisi hanno distrutto le telecamere di sorveglianza per non farsi riconoscere. Segno che c’era premeditazione. Qualcuno aveva delle mazze di ferro. Nessuno è intervenuto, i nostri dipendenti si sono spaventati, mio figlio è sotto shock e oggi (ieri, ndr.) non è venuto a lavorare. Se ci avessero avvisati dell’arrivo dei tedeschi, avremmo subito chiuso”, conclude l’imprenditrice.
Carmine Botta, gestore della pizzeria O’ Munaciello, situato in uno dei punti più critici degli scontri, dice: “Il gazebo è in parte fuori uso e i bidoni della spazzatura non ci sono più. I tifosi dell’Eintracht hanno preso bottiglie e bicchieri di vetro, piatti. Oggi siamo stati costretti a prendere tutti coltelli nuovi, li avevano rubati tutti. Ho ancora davanti agli occhi le 40 persone che sono fuggite via dalla paura”. Walter Angelillo del Novecento Wine&Bar, sempre in piazza del Gesù, fornisce il suo racconto: “I tedeschi volevano per forza entrare, hanno urtato la serranda per farci spazio. Se avessimo saputo prima l’arrivo in piazza del Gesù di tutti questi tifosi, non avremmo aperto e forse i 2000 euro di danni alla pedana li avremmo risparmiati”. “C’è un dispiacere generale per i danni e per quanto successo. È stato uno shock. Qui non si sono seduti ma i tavoli sono per metà distrutti perché utilizzati come armi così come le sbarre del gazebo, abbiamo avuto tanta paura”. A dirlo Mattia Esposito, del Trinity Cafè.
Il bilancio degli scontri e la conferenza stampa in prefettura
Nella giornata di giovedì, in attesa di aggiornamenti, il bollettino parla di 8 tifosi arrestati per i disordini, 5 italiani e 3 tedeschi, e 6 rappresentanti delle forze dell’ordine rimasti feriti o contusi. Circa 400 i tifosi tedeschi identificati. Il dato viene fornito dal questore di Napoli, Alessandro Giuliano, nel corso della conferenza stampa di giovedì mattina a margine del Comitato provinciale per l’Ordine e la Sicurezza in Prefettura con il prefetto di Napoli Michele Palomba, il questore, il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi, i vertici delle forze dell’ordine e il presidente del Calcio Napoli Aurelio De Laurentiis. Su quanto avvenuto, queste le parole del prefetto Palomba: “Alla luce delle risultanze che c’erano state dal dipartimento di polizia di Stato per la gara d’andata, era stato emesso un primo divieto e poi un altro. Ci tengo a precisare che dal 14 febbraio, tramite il Napoli era bloccata la vendita dei biglietti ai tedeschi. I pacchetti turistici erano già stati diffusi a novembre, quindi non c’è stata alcuna vendita di biglietti. I tifosi dell’Eintracht sono giunti da varie zone d’Italia con dei van, sono arrivati anche a Salerno senza biglietto”.
Sul perché i tifosi tedeschi abbiano potuto circolare, il prefetto di Napoli in conferenza stampa risponde così che essi “erano persone che camminavano verso la città senza alcun corpo contundente. Si è deciso di seguirli e controllarli per consentire un maggior controllo. Se fossero stati divisi in gruppi da 30 o 50 sarebbe stato più difficile un controllo capillare. La partita si è svolta del tutto regolarmente. Non scendo in alcun tipo di polemica sul fatto se fosse giusto o meno da parte di un’autorità di pubblica sicurezza adottare un provvedimento di divieto di vendita dei biglietti”. E ancora. “Immaginate se, invece di 300-400 persone, ce ne fossero stati 2.700, come era previsto. Sotto certi profili l’accompagnamento è avvenuto per scelta, per farli confluire su Piazza del Gesù. Ringrazio le forze dell’ordine, perché il primo dato è che abbiamo contusi solo tra le forze dell’ordine, che hanno evitato qualsiasi tipo di impatto tra le due tifoserie. Credo sia prioritario riconoscere agli operatori delle forze di polizia una professionalità e un equilibrio che è stato mantenuto” nei due giorni di permanenza dei tifosi tedeschi. Se la Germania risarcirà per i danni provocati a Napoli, come peraltro richiesto anche da esponenti politici nazionali? “È presto per dirlo”, risponde il prefetto Claudio Palomba.
Sul pericolo di contatto tra i tifosi nella serata di mercoledì, il questore di Napoli, Alessandro Giuliano, ricorda come ci siano stati “diversi tentativi di avvicinamento all’albergo dei tedeschi da parte di centinaia di persone di Napoli travisate e armate con aste di bandiera. È stato sventato da 100-130 uomini a fronte di centinaia di persone che puntavano a raggiungere l’albergo e sono state affrontate con idranti e lacrimogeni”. Giuliano sottolinea come “in questi due giorni ci sono stati momenti di criticità sin dall’arrivo alla stazione di Napoli dei tifosi tedeschi, con il loro trasferimento poi all’albergo su cui avevano prenotato pacchetti turistici. Abbiamo lavorato bene. Gli unici contusi sono uomini delle forze dell’ordine, tra cui un dirigente della Polizia e un ufficiale dei Carabinieri. Questo è accaduto perché la nostra intenzione era tenere separate le tifoserie e questo risultato è stato conseguito anche in momenti di maggiore criticità. Abbiamo poi fatto arresti sia in flagranza che in flagranza differita su diversi reati”.
Dal canto suo, afferma il presidente del Tar della Campania, Vincenzo Salamone, che il Tribunale amministrativo regionale abbia “deciso in tempo rapidissimi, senza interferire nell’attività, e nella conseguente responsabilità, dell’amministrazione, ma limitandosi a censurare evidenti profili di dubbia legittimità del primo decreto. Ritengo doveroso precisare che il giudice amministrativo valuta la legittimità degli atti alla luce dei vizi sollevati dai ricorrenti e non già sulla base di impressioni o valutazioni soggettive; non può fare, pertanto, uso di altre informazioni se non quelle che risultano dagli atti depositati in giudizio. Si precisa anche che le decisioni (cautelari) del Tar sono arrivate a poche ore dall’emanazione degli atti e dalla loro impugnazione”.
Gli interventi del sindaco e del presidente del Napoli
Il sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi commenta così gli scontri e le tensioni durante la conferenza stampa in Prefettura: “C’è stata una strategia militare, non sono educande che girano con il panierino a fare la gita. Sono come i black bloc che giravano per l’Europa. Quando si è impedito ai black bloc di girare si è sospeso l’accordo di Schengen, non c’è stato un questore che ha detto ‘non venite’ “. Diversi gli autobus dell’Anm fuori uso dopo gli scontri, con danni per almeno 10.000 euro e anche più. “Chi viene segnalato dalle società per cose che riguardano il calcio – aggiunge Manfredi – non deve muoversi perché dove vanno fanno danni. Mettiamo questo tema sul tavolo dei Governi europei, non possiamo risolverlo a Napoli perché qui in città siamo stati solo vittime di questo”.
Un fiume in piena anche il patron azzurro Aurelio De Laurentiis che oltre a lanciare strali contro i vertici del calcio, Fifa e Uefa in primis, spera che, per contrastare la violenza negli stadi, “Meloni faccia come in Gran Bretagna. La politica italiana di questo se n’è sempre lavata le mani. L’unica premier a fare qualcosa è stata inglese (Margaret Tatcher contro il fenomeno degli hooligans ndr.). Dico sempre prendete la legge inglese e applicatela in Italia”. Il presidente del Calcio Napoli si dice convinto che “la città è arrabbiata per quello che è successo perché non si deve cadere nelle provocazioni di pochi dementi, ecco perché bisogna interpellare l’Europa perché non accada. Il tifo deve essere assolutamente sano perché allo stadio ci vanno famiglie, bambini, adolescenti ai quali non bisogna assolutamente far fare un giro di cocaina, far fumare marijuana, né far vedere un’arma o di far vedere che in fondo ‘il Napoli siamo noi’, perché questo è il leitmotiv di 300-400 persone”. Per De Laurentiis occorre “chiedere alla elegantissima signora Ursula von der Leyen (presidente della Commissione Europea ndr.) di interessarsi del calcio. Non se ne può fare a meno”. Non va bene che un “organismo così importante ignori il calcio e lo lasci nelle mani di chi gode di una posizione dominante senza precedenti”.