Ogni centimetro guadagnato tra la folla di persone per raggiungere Largo Maradona sembra simile all’impresa dello sbarco sulla luna del 1969. Senza tema di esagerazione, è un po’ questa la metafora che può sintetizzare la quotidianità di via Emanuele De Deo, la strada che a Napoli, nei Quartieri Spagnoli, termina nel luogo di culto per eccellenza dei tifosi azzurri, degli appassionati di calcio e da qualche tempo dei turisti pronti a scattare decine di foto: il murale del Pibe De Oro che sovrasta l’area dove si consumano gli aperitivi venduti dalla Bodega De Dios e dove si vendono effigi dell’asso argentino, sciarpe, bandiere e altre vessilli del Napoli che si appresta a vincere il suo terzo scudetto.
Diventata attrazione di curiosi provenienti dall’Italia e dall’estero, via Emanuele De Deo – come in realtà tutti i Quartieri Spagnoli oramai rinati – sconta quello che da tempo succede nei giorni della Movida nella vicina via Toledo, nel quartiere Vomero e nell’area di Chiaia e cioè l’impossibilità a muoversi con disinvoltura a causa delle mastodontiche presenze con conseguente difficoltà anche a garantire i canoni di sicurezza. Un’ambulanza, o una vettura delle forze dell’ordine come possono mai intervenire in tempo se non c’è un centimetro libero? I veicoli ora possono circolare nella parte alta della strada sino all’imbocco di via Toledo, ma è davvero un’impresa. Basta un veicolo in sosta per lo scarico merci, un taxi, per bloccare tutto per minuti e minuti senza soluzione di continuità. Le ulteriori conferme di un fenomeno da tempo dilagante si sono avute nei giorni di Pasqua e Pasquetta con almeno 30.000 persone giunte in zona, stando alle segnalazioni di chi anima il Largo Maradonaa: la maggior parte arriva proprio da via Toledo, tenta lo stesso difficile percorso verso la cima di una via De Deo colorata di azzurro Napoli e tappezzata dalle immagini di Diego Armando Maradona, quasi come gli scalatori tentano di raggiungere la sommità del K2. Bar, ristoranti e pizzerie non nascondono la soddisfazione per l’aumento del volume di affari certamente garantiti mentre i residenti non reggono più il peso delle visite.
Prigionieri della calca
A parlarci di ciò che vivono oggi i residenti rimasti in via Emanuele De Deo, oramai piena di strutture ricettive come le altre arterie dei Quartieri Spagnoli, è Maria, che abita nel palazzo proprio di fronte al murale di Largo Maradona. “Siamo un po’ stanchi, a dire il vero, di quello che sta accadendo qui. Non si può camminare a piedi, non si può circolare in auto. In pratica io devo chiedere il permesso alle persone pure per uscire dal mio palazzo che si trova di fronte all’attrazione del murale. Siamo prigionieri in casa nostra”, afferma la donna . Poi aggiunge: “A Pasqua e Pasquetta non avete idea del delirio di persone che c’era, non si riusciva proprio a camminare. Sono contenta per questa rinascita dei Quartieri Spagnoli, intendiamoci. Però c’è bisogno di un’organizzazione diversa, altrimenti non reggerà a lungo”. Francesca, altra abitante della zona, reputa adatta come soluzione in via Emanuele De Deo “l’istituzione di una ztl, a cui vanno aggiunti – dice – maggiori controlli delle forze dell’ordine”. Anna, sia residente che commerciante, favorevole anche lei a una pedonalizzazione o almeno all’installazione dei paletti (ora assenti), si mostra preoccupata. “Mia sorella pure abita qui e le è stata riconosciuta la 104 per una disabilità. Fidatevi: quando c’è bisogno di un intervento emergenziale è davvero difficile ora averlo in tempo, perché il numero di persone che circola non finisce mai, ed è successo anche a noi. Ricordo – rievoca il passato, Anna – che negli anni ’80 a un Capodanno si verificò ai Quartieri Spagnoli una tragedia, la morte di persone per i fuochi d’artificio che scatenarono un rogo. C’è chi si buttò dai balconi per salvarsi. Cosa succederebbe se capitasse adesso? Non ci voglio nemmeno pensare”.
La parola ai commercianti
Altri esercenti, non della ristorazione e quindi con un metro di giudizio forse più freddo, non disdegnano l’idea di rendere pedonale via Emanuele De Deo, che le auto possono percorrere solo in discesa. Tra questi c’è Samuele Daniele, uno dei titolari di un negozio di articoli per la casa che, fiutato il clima del periodo, vende soprattutto cuscini, lenzuola, bandiere del Napoli che raffigurano i campioni di oggi. “Le cose più importanti da fare al momento sono due: l’istituzione della zona pedonale e una maggiore presenza di forze dell’ordine e vigili urbani. Non è più rinviabile una limitazione al traffico, dato che i veicoli che passano qui per scaricare le merci spesso creano ostacoli”. Samuele poi dice: “Il folklore di Napoli siamo anche noi, quindi eliminare le bancarelle, da quelle del Largo Maradona alle mie, non mi sembra giusto. Va regolamentato piuttosto l’orario dell’arrivo dei veicoli che consegnano ai negozi. E poi: se in vico Gelso è stata decisa la pedonalizzazione senza che nessuno la chiedesse, perché qui si tergiversa?”. Antonio, titolare di una cartolibreria riconosce che “il vantaggio degli affari è soltanto per il food. Bar, pasticcerie e pizzerie sono attività che si sono ripresi prima dalla crisi Covid, che per noi rappresenta ancora è un peso. Il nostro aumento è stato del 10%, contando che da anni vendiamo anche gadget turistici”. Un commerciante di abbigliamento, sempre di via Emanuele De Deo, si rammarica per l’occasione che appare sprecata. “Napoli è un museo a cielo aperto, ma manca l’organizzazione. Non è giusto che un turista debba stressarsi per camminare in via Emanuele De Deo. Se non tutti i giorni, almeno la si pedonalizzi nei weekend e si regolamenti l’orario di scarico merci”, afferma l’esercente, facendo poi una rivelazione: “Spesso sono io persino a dover spazzare per terra perché l’operatore ecologico proviene da piazza Cavour (piazza nei pressi del Museo Nazionale di Napoli ndr.) e non di rado non si presenta neppure”.
Bostik
Il flusso al Largo Maradona è così pericoloso da spaventare anche chi ha contribuito in modo sensibile a crearlo trasformandolo in luogo turistico. È il caso di Antonio Esposito detto Bostik, storico tifoso del gruppo della curva A “Teste Matte” e gestore sia de “La Bodega de Dios” che degli stand. “Se in via Emanuele De Deo non sarà istituita al più presto una pedonalizzazione, a ottobre sono pronto ad andarmene e a far cessare tutto. Il flusso di persone così è ingestibile. Il Comune deve intervenire ma finora non ha risposto alle nostre richieste”. Bostik conferma: “Sono giunte oltre 30.000 persone nei giorni di festa di Pasqua, raggiungere Largo Maradona a un certo punto è diventato proibitivo. In molti sono stati e sono costretti a fare il giro tra i vari vicoli e non tutti riescono a orientarsi”. Anche Esposito condivide la preoccupazione per la sicurezza del luogo: “Un’ambulanza se avesse necessità di passare qui come fa? Si rischia, speriamo mai, una disgrazia. Anche i camion e i motorini rendono difficoltoso l’accesso. La festa scudetto è ormai prossima e non oso immaginare cosa potrebbe succedere al Largo Maradona”. C’è anche un ultimo aspetto: l’assenza di garanzie di pulizia di via Emanuele De Deo e dintorni. “I cestini sono praticamente assenti – afferma Esposito – e con tutto quello che consumano le persone avere la strada pulita è utopia. Anche io qui li ho comprati da me, nessuno me li ha mai forniti”.
I sequestri
Nel corso del tempo, sono state diverse le operazioni di sequestro della merce venduta ai Quartieri Spagnoli perché contraffatta. L’ultimo intervento della Polizia di Stato del Commissariato Montecalvario in zona via Emanuele De Deo e dintorni giovedì 13 aprile, quando un 51enne con precedenti di polizia è stato denunciato perché sorpreso a vendere 30 magliette false del Calcio Napoli. In più, i poliziotti hanno sanzionato due persone per occupazione abusiva di suolo pubblico e per aver venduto cibi e bevande senza autorizzazione.
Il Comune
Dal canto suo il Comune di Napoli sta studiando una soluzione e sempre propenso quantomeno ad approfondire l’opportunità di variare qualcosa rispetto al sistema di circolazione di via Emanuele De Deo con un senso unico davanti al murale. Altra idea, quella di utilizzare i giovani già impegnati dall’Assessorato al Turismo che, con tanto di pettorine, danno indicazioni ai visitatori su come arrivare in zona evitando magari di essere risucchiati dalla folla. Che il tema sia pregnante lo dimostra il confronto che da Palazzo San Giacomo il sindaco Gaetano Manfredi e la sua squadra terrà con il Ministero dell’Interno sulla questione sicurezza del posto. Ma il tempo stringe, la festa scudetto è oramai imminente e intanto a fiotti i turisti raggiungono via Emanuele De Deo. Strada bella, azzurra, e, per i residenti rimasti, dannata.