Un recupero dopo una casualità, peraltro negativa: il cedimento della struttura di sostegno del San Gioacchino. Il risultato ottenuto – davvero notevole – è la possibilità di ammirare quattro capolavori del pittore Luca Giordano grazie al restauro dei “rami per la Nova Sacristia”.

Il Museo del Tesoro di San Gennaro a Napoli, che può vantare 15.000 visitatori al mese (dati forniti dalla direzione), si arricchisce di un ulteriore pregio, in linea con il risveglio culturale partenopeo che ha ripreso vigore dopo gli anni bui del Coronavirus. Dal 7 giugno sino al prossimo 23 luglio, è visitabile una mostra incentrata su quattro capolavori che Luca Giordano realizzò per la Deputazione della Real Cappella del Tesoro di San Gennaro nel 1668: la Madonna della Purità, San Giuseppe, Sant’Anna e San Gioacchino.

L’intervento di recupero delle opere è stato finanziato dalla stessa Deputazione della Real Cappella del Tesoro di San Gennaro ed è stato realizzato da Lithos s.r.l., sotto l’Alta Sorveglianza della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per il Comune di Napoli. E’ nato da un’idea di Luciana De Maria, responsabile del Settore Cultura della Cappella di San Gennaro.

A curare il progetto dedicato alle “Mostre Minime”, partito a settembre 2022 – quando si verificò il crollo – con l’esposizione de “Tesori mai visti”, sono la gestione D’Uva e Laura Giusti, curatrice scientifica del tesoro di San Gennaro. Proprio la Giusti conferma: “È partito tutto da una casualità, mai avremmo pensato su un segmento studiatissimo del museo potesse esserci qualcosa di nuovo e cioè i dipinti hanno delle dimensioni diverse”. La Giusti spiega come “per un difetto della tecnica di esecuzione una delle cimase degli armadi della sagrestia è crollata insieme al dipinto Dionisio Lazzari “La Nova Sacristia’’, che però non ha subito danni (ma è stato spostato). Il punto di partenza è stato questo, così abbiamo deciso di mostrare i quadri da vicino e studiarli”. Infine, una chicca che la stessa Curatrice scientifica del tesoro di San Gennaro ci racconta: “Sul retro del dipinto è presente un frammento di un dipinto raffigurante una crocifissione con sole, luna e cielo stellato. Questa parte è stata tagliata e poi data a Luca Giordano”.

Riccardo Imperiale di Francavilla, deputato della Real Deputazione della Cappella del Tesoro di San Gennaro, è contento per quest’ulteriore pregio. “La Deputazione da 500 anni si occupa della Cappella, che le è stata affidata e che la manutiene e la valorizza. Il fermento della città riguarda anche il Tesoro di San Gennaro, il Pio Monte della Misercordia con opere di bene per la città e furono antesignane dell’epoca. Con il Pio Monte della Misericordia – aggiunge Imperiale di Francavilla – abbiamo portato avanti l’iniziativa, dedicata ai ragazzi, “Scintillarte’’ con la Scintilla che si occupa di ragazzi più sfortunati i quali accompagnano i visitatori con delle visite guidate in dei percorsi con la loro spontaneità. È una delle nostre missioni aiutare chi è più sfortunato».

Secondo Francesca Ummarino, direttrice del Museo del Tesoro di San Gennaro, “con questa seconda iniziativa dedicata alle Mostre Minime aggiungiamo un importante tassello alla storia del Tesoro e dei capolavori che custodiamo, con l’obiettivo di promuovere una nuova politica di valorizzazione e tutela del patrimonio di San Gennaro che la Deputazione sta portando avanti in collaborazione con D’Uva”.

All’esterno del Duomo di Napoli e dell’entrata del Museo, trovano riparo diversi clochard a cui la vita ha riservato tante amarezze. La gestione del fenomeno non è sempre facile, come dimostra ciò che successo nelle scorse settimane con un senza fissa dimora che ha aggredito un agente di polizia municipale il quale, per tutta risposta, ha esploso diversi colpi d’arma da fuoco dalla persona d’ordinanza ferendo in modo non serio l’uomo. Il tutto è avvenuto a pochi metri dall’ingresso del museo. Sulla questione la direttrice Ummarino commenta: “Il museo ha assunto un’impresa di pulizia che ogni mattina pulisce il portico. Si tratta comunque di persone fragili, che alcune volte rifiutano di andare a dormire nelle strutture pubbliche preferendo stare in strada. L’accoglienza è migliorata ma è un problema da risolvere a più alti livelli, noi oltre a chiamare le forze dell’ordine non possiamo fare”

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