Partecipare a concorsi per lavorare come Oss nelle strutture sanitarie pubbliche dopo un’adeguata preparazione. Risultare idonei alle graduatorie regionali ma, nonostante questo, attendere una chiamata che rischia di non arrivare mai. Nel 2023 in Italia, accade ancora che chi abbia studiato adeguatamente per prepararsi e abbia mostrato di essere all’altezza del compito (perché nel frattempo impegnato nel privato sempre come Oss), possa vedere sfumare tutti i sacrifici fatti per raggiungere l’agognato lavoro statale nella sanità. Esempio plastico di quanto diciamo riguarda la Campania e, andando nello specifico, il caso di oltre 400 idonei della graduatoria per il concorso di Oss bandito dall’Azienda Ospedaliera Santobono-Pausilipon, l’ospedale pediatrico napoletano eccellenza a livello internazionale. Prima di far parlare queste persone, una doverosa premessa per inquadrare la faccenda.
La faccenda
Occorre ricordare come il tempo massimo di validità delle graduatorie sia fissato in 2 anni secondo quanto stabilito dall’articolo 35 comma 5-ter del decreto legislativo n. 165 del 2001 relativamente alle Aziende Sanitarie Locali e, in generale, gli enti del pubblico impiego privatizzato. La graduatoria del Santobono, aperta nel febbraio 2022, (approvata con deliberazione n. 649 del 11.10.2021 rettificata dalle deliberazioni n. 12 del 14.01.2022 e n. 111 del 24.02.2022), proprio in virtù dell’articolo 35 comma 5-ter del decreto legislativo n. 165 del 2001, scadrà il 23 febbraio 2024. In sostanza, restano soli 4 mesi. Ai 40 posti riservati ai vincitori del concorso pubblico del Santobono-Pausilipon, che ovviamente hanno la priorità, se ne devono contare oltre 400 idonei, portando il numero totale di 448. Queste figure professionali – le norme lo consentono – possono essere chiamate non necessariamente all’ospedale pediatrico napoletano ma anche nelle altre strutture pubbliche delle Asl campane, grazie alle convenzioni stipulate per garantire i servizi sanitari. Intanto che il miracolo possa compiersi, qualcuno di questi Oss si arrangia nel privato, altri fanno i commessi o lavori di altra natura. Altri ancora, esausti dalle esperienze lavorative passate, sono fermi per stress.
Le storie
Imma, 32 anni di Torre del Greco, che con altri colleghi idonei è dinanzi alla sede dell’Asl Napoli 1 Centro del Frullone per chiedere risposte, dice: “Sapevo di dover aspettare perché sono un’idonea Oss e non una vincitrice, ma attendere quasi 2 anni è sorprendente. Non credevo succedesse”. La giovane operatrice sanitaria individua il problema: “Per la nostra graduatoria si riparte ogni volta per lo scorrimento dal numero 185, senza andare più giù. Di questo passo c’è il pericolo di andare a scadenza e magari si bandiranno altri concorsi. In Campania e in altre zone d’Italia, non solo la nostra graduatoria è bloccata’’. Imma, intanto, lavora come Oss in una struttura privata a Cicciano, in provincia di Napoli, dove si occupa di assistere i malati terminali. Stipendio e tutele, ovviamente, non sono paragonabili a quelli garantiti dai contratti pubblici. “La cosa positiva è che almeno i pagamenti arrivano puntuali. Parliamo mensilmente di 1100 euro al mese per 38 ore settimanali a 8,20 euro l’ora sia per il notturno che il diurno, senza differenza. Purtroppo, perdo tutti i riposi delle notti e vado a lavoro senza straordinari”.
La differenza con il posto pubblico è evidente. “Uno statale – ricorda Imma – prende 12,90 euro per le diurne e 14,90 euro le notturne e festivi. Dopo tanti sacrifici sarebbe giusto avere un riconoscimento nel pubblico, cosa che ci consentirebbe di dare un futuro migliore per i nostri figli. Ce lo meritiamo’’. Imma conclude: “Il Santobono ha ceduto la graduatoria con le convenzioni per gli Oss e quindi l’importante è essere chiamati, non importa in qualche struttura regionale pubblica, purché accada’’. Anche Salvatore, che è sulla cinquantina, cerca di non starsene con le mani in mano. “Io faccio l’operatore socio-sanitario in una comunità tutelante nel quartiere napoletano di Fuorigrotta, assistendo i malati. Altre 3 graduatorie dell’Asl sono state smaltite, quelle del Santobono no. Ed è assurdo, visto che specialmente nelle Asl di Napoli, Caserta e anche Salerno ci sono fabbisogni enormi di personale da soddisfare. Temiamo che alla scadenza ci siano nuovi concorsi regionali e questo potrebbe penalizzarci’’. Marco Falanga, anche lui Oss, scherza con noi, forse per esorcizzare l’amarezza: “Io adesso lavoro in un centro commerciale a Fuorigrotta come addetto alle vendite del negozio di Euronics: volete acquistare qualcosa?”. Poi si fa serio ricordando il suo percorso non certo in discesa. “Io ho fatto un tirocinio per diventare un Oss e avevo già conseguito un diploma regionale di scuola superiore per quest’attività. Come operatore socio-sanitario ho lavorato per il Comune di San Giorgio a Cremano, facendo le domiciliari da ottobre 2022 a giugno 2023’’. Ma il frutto dei suoi studi non sempre li ha potuti mettere in pratica. “Ho fatto anche il postino e lavorato come commesso nei negozi’’.
E poi ci sono Oss che non hanno retto il surplus di lavoro nel privato, senza tante tutele. Tra questi c’è Annagrazia Fornaro, di Napoli, sposata e con due figli, una ragazza di 14 e un ragazzo di 11. “Attualmente sono ferma da più di un anno. Stare nel privato, come ho fatto, è assurdo. C’è un demansionamento, lo stipendio è basso, e anche per avere delle ferie è sempre una catastrofe. Sia a livello fisico che psicologico, ti stravolgi. All’improvviso non ho retto più e me ne sono andata’’. Annagrazia spiega: “Anziché essere sottopagata e sfruttata, preferisco stare vicina ai miei figli in attesa di una chiamata visto che sono idonea alla graduatoria del Santobono. Io sono per il pubblico, per il diritto e doveri che a una mamma devono essere garantiti’’. Al di là di non sopportare la fatica il limbo della mancanza di lavoro, giocoforza, incide anche sul bilancio familiare. “Mio marito non lavora sempre, si arrangia. Fa l’elettricista e ha contratti di 3 mesi e poi spesso si sposta fuori. Infatti noi viviamo con mia madre, altrimenti sarebbe difficile far quadrare i conti’’.