Sono trascorsi quasi 28 mesi dall’invasione russa, dal giorno nel quale – almeno sul campo – è iniziato il conflitto politico, diplomatico e militare che vede antagoniste Russia ed Ucraina, ed appare sempre più difficile prevederne il termine.
In queste ore il presidente ucraino sta partecipando al G7, mentre Putin impegna le sue navi da guerra in esercitazioni al largo di Cuba.

A Fasano, dove si sta svolgendo il G7, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky è stato accolto con una stretta di mano ed un abbraccio dalla premier Giorgia Meloni. Zelensky ha dichiarato di aspettarsi “decisioni importanti” dal vertice che ieri, 13 giugno, si è aperto a Borgo Egnazia e proseguirà sino a sabato.
In Puglia, fra i temi più importanti sul tavolo dei sette grandi ci sono proprio i vari aspetti del conflitto in Ucraina.

Al termine della prima giornata di lavori del G7 c’è stata la firma di nuovi accordi di sicurezza che coinvolgono l’Ucraina e gli Stati Uniti. “Oggi, gli Stati Uniti mandano un segnale forte del nostro fermo sostegno all’Ucraina”, ha annunciato l’amministrazione Usa in un comunicato dopo la cerimonia della firma.
Una sigla che arriva subito dopo l’annuncio di nuove importanti sanzioni alla Russia da parte di Washington: più di 300 obiettivi, tra i quali la Borsa di Mosca e diverse filiali verranno colpiti dai nuovi provvedimenti con la finalità di rendere difficili le transazioni per miliardi di dollari.
“Le azioni di oggi colpiscono le rimanenti vie di approvvigionamento di materiali ed attrezzature internazionali, inclusa la dipendenza russa da forniture critiche provenienti da Paesi terzi”, ha dichiarato attraverso una nota ufficiale il segretario al Tesoro Janet Yellen. “Stiamo aumentando il livello di rischio per le istituzioni finanziarie che hanno a che fare con l’economia di guerra della Russia, eliminando le vie di evasione e diminuendo la capacità della Russia di beneficiare dell’accesso a tecnologia, attrezzature, software e servizi stranieri”, ha specificato Yellen.

Fino ad oggi le sanzioni colpivano le banche straniere che sostenevano l’industria della difesa russa, adesso sembra che Washington miri ad ampliare la portata delle sanzioni cosiddette “secondarie” nei confronti di individui ed enti già colpiti dalle sanzioni Usa.
Le istituzioni finanziarie straniere adesso potrebbero essere colpite per aver favorito transazioni che coinvolgono persone sottoposte a sanzioni o banche russe (come VTB o Sberbank). Si tratta di sanzioni che impattano le reti transnazionali, quindi, poiché colpiscono circa un centinaio di persone ed enti in luoghi come Cina, Sud Africa, Turchia e Emirati Arabi Uniti che – secondo gli Stati Uniti – hanno aiutato i russi a sostenere la guerra e ad evitare le sanzioni. Anche dal Regno Unito arriva l’annuncio di nuovi provvedimenti. Al G7 il primo ministro britannico Rishi Sunak, ha annunciato un nuovo pacchetto di sanzioni molto simili a quelle introdotte dagli USA, tra queste, le sanzioni contro la Borsa di Mosca: “Oggi stiamo ancora una volta intensificando la pressione economica attraverso le sanzioni per ridurre la capacità della Russia di finanziare la sua macchina da guerra”, ha dichiarato Sunak.

Non si è fatta attendere la reazione russa a questi nuovi provvedimenti:
“Come sempre in questi casi, la Russia non lascerà senza risposta azioni così aggressive”, ha dichiarato la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova. Durissime le dichiarazioni del Vicepresidente del Consiglio di Sicurezza russo Dmitry Medvedev che sul suo canale Telegram si è scagliato senza mezzi termini contro i paesi “ostili”: “Ogni giorno dobbiamo cercare di causare il massimo danno a quei Paesi che hanno imposto queste restrizioni contro il nostro Paese e tutti i nostri cittadini. Dobbiamo causare danni ovunque, paralizzare il lavoro delle loro aziende e degli enti governativi. Causare problemi nelle loro tecnologie più importanti e colpirli senza pietà, distruggendo letteralmente la loro energia, industria, trasporti, banche e servizi sociali. Trasformiamo la loro vita in un incubo completamente folle”, ha concluso Medvedev.

Il conflitto, intanto, prosegue. Mentre appare quasi un gesto di sfida il piano di esercitazioni che Putin ha pianificato nel mar dei Caraibi, dove 4 navi militari russe (tra queste anche un sottomarino nucleare) con missili ipersonici si stanno esercitando, l’ Ucraina – alla quale sono arrivate nuove armi – ha ripreso a colpire le postazioni di Mosca. Mercoledì 12 giugno Kryvyi Rih, la città natale del presidente Zelensky, nel centro dell’ Ucraina è stata nuovamente colpita da un attacco missilistico e si registrano vittime tra i civili.

Escalation e ricostruzione

È tornato a mettere l’accento su quanto pericolosa per la pace internazionale può essere l’escalation del conflitto il segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, in una intervista a la Repubblica: “Qualsiasi escalation rappresenta una minaccia diretta alla stabilità regionale e sicurezza internazionale. Abbiamo un disperato bisogno di una pace giusta e sostenibile, in linea con la Carta Onu, il diritto internazionale e le risoluzioni dell’Assemblea Generale, compreso il principio di integrità territoriale”.
Joe Biden a Parigi con Emmanuel Macron, commentando in una conferenza stampa l’ultimo stanziamento di aiuti americani a Kiev, ha dichiarato: “Tutta l’Europa è minacciata dalla Russia, la posta in gioco è altissima”.

A Berlino, intanto, durante la Conferenza internazionale per la ricostruzione dell’Ucraina si è discusso del piano d’azione per la ricostruzione culturale del Paese a cura dell’Unesco.
Gli obiettivi della Conferenza sono mobilitare il sostegno internazionale per la resilienza, la ripresa e la modernizzazione del paese e fornire assistenza per attuare progetti di recupero, oltre a creare opportune condizioni per le imprese al fine di incoraggiare gli investimenti del settore privato in Ucraina.
Sarebbero ad oggi trenta gli Stati che hanno comunicato il proprio impegno per sostenere gli sforzi per un piano d’azione a medio e lungo termine per la ricostruzione dell’Ucraina.
Nel 2025 l’appuntamento annuale per discutere del sostegno economico, delle riforme e della ricostruzione dell’Ucraina verrà organizzato in Italia.

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