Dalla sua residenza nel Delaware, dove si trova mentre si sta riprendendo dal Covid, il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha comunicato domenica 21 luglio la sua decisione di non partecipare alla corsa per le elezioni presidenziali di novembre.

Non era ancora il candidato ufficiale dei Democratici, per l’ufficialità bisognava attendere la convention del partito del prossimo agosto, ma il suo trionfo alle primarie di gennaio non lasciava spazio ad altri candidati. Erano settimane, tuttavia, che dal suo partito arrivavano appelli affinché si facesse da parte. Il congresso dei Democratici si riunirà dal 19 al 22 agosto a Chicago e vi parteciperanno in migliaia. Questi delegati ora saranno liberi di decidere a maggioranza assoluta per chi votare.

Il candidato favorito? La vice di Biden, Kamala Harris. Se riuscisse a ottenere il maggior numero di voti, sarebbe la seconda donna candidata alla presidenza dopo Hillary Clinton. E se dovesse vincere le elezioni sarebbe la prima presidente donna degli Stati Uniti d’America. Harris ha ottenuto il sostegno immediato di Biden, che nell’annunciare il suo ritiro dalla corsa elettorale le ha espresso il suo sostegno: “La mia primissima decisione come candidato del partito nel 2020 è stata quella di scegliere Kamala Harris come mia vicepresidente”, ha scritto. “Ed è stata la decisione migliore che abbia mai preso. Oggi voglio offrire il mio pieno supporto e appoggio a Kamala per essere la candidata del nostro partito quest’anno”. “Democratici – ha esortato -, è tempo di unirci e battere Trump. Facciamolo”.

Il sostegno a Harris

Molti i democratici che si stanno unendo intorno al nome di Kamala Harris. Il governatore della California Gavin Newsom, che era stato indicato come potenziale candidato, su X ha scritto che “nessuno è più adatto a perseguire il caso contro la visione oscura di Donald Trump”.

Appoggio a Harris è arrivato anche da altri due possibili candidati: il segretario dei Trasporti Pete Buttigieg e il Governatore della Pennsylvania Josh Shapiro. Sostegno pubblico a Harris anche dall’ex presidente Bill Clinton e dalla moglie Hillary, ex candidata democratica alla presidenza, dall’ex segretario di Stato John Kerry, da Alexandria Ocasio-Cortez, e da due rivali di Biden alla nomination del 2020, la senatrice del Massachusetts Elizabeth Warren e la senatrice del Minnesota Amy Klobuchar.

E’ quindi subito iniziata la campagna “Operazione Coconut Tree”, nome che richiama l’emoji della palma del cocco e della bandiera americana e che si riferisce al discorso che Harris ha tenuto l’anno scorso alla Casa Bianca diventato di recente virale sui social media: “Pensi di essere appena caduta da una palma da cocco?”, disse citando sua madre indiana. “Esisti nel contesto di tutto ciò in cui vivi e di ciò che è venuto prima di te”.

L’aumento delle donazioni

Con l’uscita di scena di Biden, si è registrato un aumento delle donazioni pubbliche ai democratici e la campagna presidenziale di Kamala Harris ha già raccolto più di 49,6 milioni di dollari. “Da quando il presidente ha espresso ieri pomeriggio il suo sostegno alla vicepresidente Harris, gli americani hanno donato 49,6 milioni di dollari alla sua campagna”, ha affermato un portavoce di Biden in una dichiarazione riportata da Bbc. Win With Black Women, il gruppo che ha ideato l’appello a unirsi su Zoom per esprimere il sostegno ad Harris, ha comunicato di avere raccolto in tre ore oltre 1,5 milioni di dollari per la campagna di Harris. Il gruppo ha affermato che più di 44.000 donne hanno aderito all’appello.

Il comitato incaricato di definire le regole in base alle quali il Partito Democratico selezionerà il suo nuovo candidato alla convention dei Democratici, la Democratic National Convention (Dnc), ha dichiarato che si riunirà mercoledì alle 14 per discutere i prossimi passi.


Il presidente della Democratic National Convention (DNC), Jaime Harrison, ha assicurato che il processo sarà “trasparente”, “ordinato” e “regolato da regole e procedure stabilite”. Biden rimarrà presidente per il resto del mandato, ma il candidato dei Repubblicani, l’ex presidente Donald Trump, sostiene che “se non può candidarsi, non può governare il nostro Paese”.

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