Tiene da banco da ore la polemica per le parole pronunciate dal cantautore Antonello Venditti che durante un concerto a Barletta del 25 agosto si è rivolto così a una spettatrice con disabilità che aveva emesso un mugugno durante il racconto di un aneddoto: “Vieni se hai coraggio, stron*o di merd*”, prima di rifare il verso della stessa persona (in carrozzina), che evidentemente voleva comunicare qualcosa. Poi, quando qualcuno dal palco gli ha sussurrato “è una persona speciale’’, l’artista romano si è lasciato andare dicendo: “E ho capito, è un ragazzo speciale che deve imparare l’educazione. Non esistono ragazzi speciali, l’educazione è una cosa’’. Nemmeno le scuse fatte via social da Venditti hanno placato l’indignazione per il suo scivolone.

Annarita Ruggiero, fondatrice dell’associazione “Gli Amici di Io Sono Nicolò”, è la mamma di Nicolò, un 12enne che convive con lo spettro dell’autismo. Abbiamo parlato con lei di quanto è accaduto e, prendendo spunto da ciò che è successo, Annarita ci descrive la quotidianità difficile di chi deve accudire una persona con disabilità, in questo caso psichica.

Le difficoltà quotidiane con la disabilità

Nicolò è impegnato in tantissime attività quotidiane, dallo sport alle attività ludiche, con il supporto di mamma Annarita che ha inventato anche la piattaforma “Le anime blu in movimento” per stimolare il 12enne e altri ragazzi con disabilità a impegnarsi. Nonostante ciò, le difficoltà giornaliere restano innumerevoli. “Io cerco di abituare Nicolò al bello, di fargli godere delle gioie della vita. Le difficoltà possono essere su qualunque cosa, dal fare la spesa alla cura dell’igiene personale. Nicolò spesso non vuole farsi la doccia. Alcuni ragazzi con spettro dell’autismo mangiano ancora con le mani, ad esempio. Bisogna capire – aggiunge Ruggiero – che l’imprevedibilità è dietro l’angolo. Non sai mai quello che può succedere a una persona che ha delle disabilità gravi”.

In relazione a ciò, Annarita nomina due casi concreti: “Capita ancora che se Nicolò cancella una cosa sul diario, poi strappa i libri dalla rabbia. Oppure quando non metto bene in modo perpendicolare il guinzaglio al nostro cane, è capace di svegliarsi alle 2 di notte per farlo e poi la rabbia può trascinarsi per tutta la giornata. È una battaglia continua, condotta nella consapevolezza che in Italia la scuola non aiuta davvero i bambini che hanno disabilità e il terzo settore non dà le risposte giuste. E non è una questione sempre di risorse economiche, quanto di saper utilizzare al meglio le risorse con progetti semplici ma concreti. Anche portare ad un concerto un ragazzo con spettro di autismo o con altre disabilità, presuppongono un percorso preparatorio da intraprendere. Ma, in tanti, non se ne rendono conto”.

La proposta

Annarita però ci tiene a chiarire un concetto, comunque importante. “Ho visto e sentito sia il video del messaggio che il messaggio di scuse di Antonello Venditti. Mi è sembrato un attacco gratuito. Senza voler assolutamente giustificare il comportamento del cantante, devo dire che utilizzare il termine ‘speciale’ crea confusione. Bisogna cominciare a utilizzare invece termini come ‘diversamente abili‘ o ‘disabilità’. Che vuol dire essere ‘speciale’ o ‘ragazza speciale’? Nulla”.

Ruggiero lancia una proposta concreta, che può aiutare a prevenire che una faccenda spiacevole come quella di Barletta si ripeta: “Io sfido anche a cambiare il simbolo della disabilità, ne occorrerebbe uno universale che identifichi tutti i tipi di disabilità, comprese quelle psichiche e comportamentali. Ci sono dei ragazzi, e non solo, che vengono trattati peggio degli invisibili, mentre non lo sono affatto. Se una persona non è informata o non sa che possono esserci a un evento persone con disabilità, può succedere quanto capitato. E anche qui – chiarisce la fondatrice dell’associazione “Gli Amici di Io Sono Nicolò’’ – lo dico senza condividere affatto l’atteggiamento di Venditti. Se una persona è in carrozzella, viene, giustamente, messo in prima fila a un concerto, ma se ha una disabilità psichica ciò non succede. Non c’è un’area riservata per loro o magari un punto luce’’.

Ma cosa può aver causato il vocalizzo della persona al concerto di Venditti? Annarita Ruggiero risponde così: “La persona in questione ha stereotipia vocale perché magari sentiva parlare Venditti. Magari se l’avesse sentito cantare, avrebbe sorriso”. Per le persone con spettro di autismo a volte si parla di ecolalia, ossia la ripetizione, con la stessa intonazione, senza un apparente senso, di parole o frasi pronunciate da altre persone. “Ma non sappiamo se questa persona magari voleva far intendere di avere sete, fame”.

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