L’annuncio dell’Eliseo chiude – almeno per il momento – la discussione in Francia sulle elezioni anticipate tenutesi tra giugno e luglio di quest’anno. Con la nomina di Michel Barnier il Paese potrà avere finalmente il nuovo governo. “Il presidente della Repubblica ha nominato Michel Barnier primo ministro. L’ha incaricato di costituire un governo di unità al servizio del paese e dei francesi”, si legge nel comunicato con il quale è stata annunciata la nomina del primo ministro. “Questa nomina – prosegue il comunicato – arriva dopo un ciclo inedito di consultazioni nel corso delle quali, in conformità al suo dovere costituzionale, il presidente si è assicurato che il premier e il governo che verrà soddisferanno le condizioni per essere il più stabile possibile e avere le possibilità di unire il più ampiamente possibile”.

Il nuovo premier

Dopo quasi due mesi caratterizzati dall’impasse politica nella Republique, il nuovo primo ministro si insedia a Matignon. Emmanuel Macron ha scelto un politico di lunga esperienza sia sulla scena francese sia europea: ex ministro, ex commissario Ue, ex caponegoziatore europeo nelle trattative per la Brexit.
Michel Barnier è nato a La Tronche, vicino Grenoble, ha 73 anni, è amante della montagna e si definisce “patriota ed europeo”. Repubblicano, esponente del partito che ha ottenuto appena 63 seggi su 577 nel nuovo Parlamento (e che ha subito una grave spaccatura interna dopo l’accordo dell’ex presidente Éric Ciotti col Rassemblement National di Marine Le Pen), succede al giovanissimo premier, il 35enne Gabriel Attal (il più giovane dal 1958), diventando il primo ministro più anziano nella storia della Quinta Repubblica francese. Esperto e rispettato a livello internazionale, il nuovo inquilino di Matignon vanta una lunga carriera politica.

Barnier, per la prima volta ministro oltre 30 anni fa, nel 1993, poi per tre volte durante le presidenze di Jacques Chirac e Nicolas Sarkozy, è stato due volte commissario europeo a Bruxelles: dal 1999 al 2004 è stato commissario europeo per le Politiche regionali, e dal 2010 al 2014 commissario europeo per il Mercato interno e i Servizi finanziari.
Tra il 2016 e il 2021 è stato capo negoziatore dell’Unione Europea per l’attuazione di Brexit, ha guidato in quell’occasione le difficili trattative per l’uscita della Gran Bretagna dall’Ue.

Le reazioni

Tra i primi a reagire duramente alla nomina di Macron è stato il leader de La France Insoumise, Jean-Luc Mélenchon: “Michel Barnier non viene dal Nuovo Fronte Popolare che ha vinto le elezioni, ma da un partito che ha preso meno voti di tutti. L’elezione è stata rubata”. Per Mélenchon sarebbe “in corso una negazione della democrazia”.

Per il Rassemblement National (RN) di Marine Le Pen, Barnier è “un fossile” della vita politica che ”non fa sognare”.
Il deputato lepenista Jean-Philippe Tanguy ai microfoni di France Inter ha specificato che Macron con Barnier ”fa in permanenza Jurassic Park”…”va a cercare dei fossili a cui cerca di ridar vita”.
Jordan Bardella, presidente del Rassemblement National, ha assicurato che il suo partito prima di decidere sulla sfiducia al governo “giudicherà il discorso di politica generale” del nuovo premier. Su X Bardella ha chiarito: “Chiederemo che le emergenze dei francesi, il potere d’acquisto, la sicurezza, l’immigrazione, siano finalmente affrontate e ci riserviamo qualsiasi strumento politico di azione se così non sarà nelle prossime settimane”.
Meno duro il vicepresidente RN, Sébastien Chenu che, intervistato da BFMTV/RMC, ha riferito che ”non fa sognare nessuno” ma si è mostrato possibilista affermando: ”Aspetto di vedere. Barnier si impegnerebbe per la proporzionale”. Chenu ha spiegato oggi che RN non boccerebbe subito un premier favorevole ”alla proporzionale, che affronta i cantieri immigrazione, sicurezza, potere d’acquisto e rispettoso del RN come prima forza politica” del Paese.

Critiche anche dai deputati di sinistra per alcune prese di posizione assunte da Barnier anni addietro, in particolare la scelta di votare contro la depenalizzazione dell’omosessualità nel 1981 o le sue opinioni molto contrarie all’immigrazione espresse in occasione delle primarie presidenziali di due anni fa.

I prossimi impegni del premier

La costituzione del nuovo governo che dovrà presentare al parlamento il progetto di legge di bilancio per il 2025 entro il 1° ottobre sono le prime importantissime scadenze che attendono Barnier. La Francia è uno dei sette paesi (con l’Italia) per i quali la Commissione Europea ha raccomandato l’apertura di una procedura d’infrazione per deficit eccessivo, altra questione cruciale con la quale il nascente governo dovrà misurarsi.

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