La guerra che fa parlare di sé ogni giorno dall’ ottobre 2023 allunga la sua ombra al Libano. La crisi in Medio Oriente sta attraversando una fase di intensa escalation nelle ostilità e c’è chi annuncia una catastrofe su vasta scala.

Per la prima volta dall’inizio del conflitto, mercoledì Hezbollah ha preso di mira Tel Aviv lanciando un missile contro la città che è stato intercettato ed abbattuto, secondo quanto riportato da Idf. Obiettivo del lancio era la sede del Mossad, il capo di Stato maggiore israeliano. “La Resistenza islamica ha lanciato un missile nelle prime ore di mercoledì (…), mirando alla sede del Mossad nei sobborghi di Tel Aviv”, ha dichiarato Hezbollah in un comunicato. Subito dopo l’ attacco missilistico fallito a Tel Aviv, Israele ha dichiarato di essere pronto ad invadere il Libano, mentre l’Iran ha fatto sapere che, se questo dovesse accadere, sosterrà Beirut con ogni mezzo.

Tornano ad intensificarsi, dunque, gli scontri a cavallo della frontiera tra i due paesi mediorientali come non accadeva dal 2006. I riflettori sono tutti puntati sul Paese dei cedri, con oggi siamo al quinto giorno dall’inizio dell’escalation del conflitto che sta per compiere il dodicesimo mese.

L’offensiva israeliana

Gli obiettivi degli attacchi – secondo Israele – riguarderebbero esclusivamente infrastrutture di Hezbollah. Idf vorrebbe decapitare Hezbollah dei suoi vertici. Tuttavia, sono state registrate numerose vittime anche tra i civili: da lunedì sarebbero oltre 700 i morti in Libano per i raid.

L’aviazione israeliana ha ampliato il proprio raggio d’azione, attaccando per la prima volta la località balneare di Jiyyeh, a sud di Beirut. Attacchi sono stati registrati anche a Bint Jbeil, Tebnin e Ain Qana nel sud, il villaggio di Joun nel distretto di Chouf, vicino alla città meridionale di Sidone, e Maaysrah nel distretto settentrionale di Keserwan.
Ieri -giovedì- un attacco israeliano nella periferia meridionale di Beirut si è concluso con l’uccisione del capo di una delle unità dell’aeronautica di Hezbollah, Mohammad Surur, che ha promosso e condotto molti attacchi ad Israele. Ad annunciarlo, le Forze di difesa israeliane in una nota pubblicata su X.

Le forze armate israeliane sarebbero entrate in una nuova fase e starebbero anche mobilitando i riservisti del nord. Le parole del capo del comando settentrionale dell’esercito, il generale Ori Gordin, durante una visita di martedì a una brigata al confine settentrionale di Israele, sono sembrate alludere ad una prossima invasione via terra. Questa ipotesi cambierebbe il conflitto che, almeno nominalmente, è tra Israele ed Hezbollah e non contro il Libano. Una eventuale azione di terra sarebbe a tutti gli effetti un’invasione alla quale dovrebbero rispondere anche le forze armate libanesi. Allo stato già oltre 1.500 sarebbero le persone uccise in Libano in circa un anno di violenze tra Israele e Hezbollah, degenerate gravemente questa settimana. Le autorità libanesi precisano che delle 1.540 persone uccise, 60 risalirebbero alle ultime ore, mentre i feriti sarebbero 5.410.

Fuga dal Libano

È fuga dalle regioni colpite, soprattutto dal sud. Secondo il Governo di Beirut ad oggi ci sarebbero oltre 100.000 sfollati. Portogallo, Spagna, Francia e Regno Unito hanno avvertito i loro cittadini che si trovano in Libano di rientrare in patria finché i voli commerciali saranno disponibili.

Anche il Governo italiano ha invitato i propri concittadini che si trovano nello Stato a lasciarlo: “Agli italiani che lavorano in Libano abbiamo sempre consigliato di lasciare il Paese il prima possibile”, ha detto il vicepresidente del Consiglio e ministro degli Esteri Antonio Tajani. “Consigliamo di lasciare il Paese in questo momento”, ha aggiunto il ministro specificando che non sarebbero più di 300 gli italiani che si trovano in Libano per lavoro. Diversa la situazione per i circa 3mila italiani che hanno doppio passaporto e che non hanno interesse a lasciare il Paese. Secondo la Tass il portavoce di Putin, Dmitri Peskov, ha dichiarato che il Cremlino consiglia ai cittadini russi di lasciare il Libano per motivi di sicurezza.

“L’Unione Europea è estremamente preoccupata per il confronto militare tra Israele ed Hezbollah aggravatosi con i recenti attacchi in aree densamente popolate: “deploriamo il pesante prezzo pagato dai civili, compresi i bambini e il personale delle Nazioni Unite, e chiediamo il rispetto del diritto internazionale umanitario in ogni circostanza”, così si esprime attraverso una nota l’alto rappresentante a nome dell’Unione Europea.

Il premier israeliano Benjamin Netanyahu è arrivato a New York, dove per oggi, venerdì, è atteso il suo discorso all’Assemblea Generale dell’Onu. Per il suo arrivo, ieri, sono state organizzate manifestazioni di protesta prima presso il Palazzo di Vetro, sede dell’ONU, poi nel centro di Manhattan. In qualche caso si sono registrati scontri con la polizia.


Negli Usa si lavora ad una tregua di 21 giorni ma il premier israeliano ha già avvertito che Israele “continuerà a colpire Hezbollah finché non saranno raggiunti tutti gli obiettivi”. Intanto dal Libano giungono smentite su un possibile accordo.

Il bilancio delle vittime a Gaza

Intanto a Gaza continua ad aggravarsi il bilancio delle vittime. Sino ad oggi sarebbero almeno 41.534 le persone uccise nella guerra tra Israele e i militanti palestinesi, secondo il ministero della Salute nella Striscia di Gaza gestita da Hamas. Il ministero ha anche affermato che 96.092 persone sono state ferite nella Striscia di Gaza dall’inizio della guerra quando i militanti di Hamas hanno attaccato Israele il 7 ottobre.

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here