Era il numero uno di Hezbollah l’obiettivo dell’ attacco di ieri, 27 settembre, al centro di comando delle milizie filo-iraniane. La conferma della morte del leader è giunta soltanto oggi, 28 settembre (dopo le ore 13:30 in Italia), quando lo ha comunicato alla tv al Manar di Hezbollah.

Ieri sera, un’ora prima dell’inizio del discorso di Netanyahu all’Onu, era giunta la notizia che Hassan Nasrallah, il capo del “partito di Dio”, si trovava a Beirut per prendere parte ad una riunione con gli altri vertici del gruppo, un incontro reso necessario dopo la disattivazione dei cercapersone e dei walkie talkie, strumenti di comunicazione utilizzati dal leader ed altri rappresentanti Hezbollah fino a qualche settimana fa.

L’ok del Premier israeliano da un hotel di New York ha fatto immediatamente levare in volo i caccia israeliani che hanno scagliato sul bunker 50 bombe a penetrazione. Nel rifugio raso al suolo dalle bombe che hanno polverizzato anche i 6 palazzi che lo sovrastavano è stato ucciso anche Ali Karki, capo del Fronte Sud che ha trovato la morte con Nasrallah. Oltre i leader ci sono state vittime civili e si teme il bilancio dei caduti possa rivelarsi alto. Attualmente si contano 11 morti e 108 feriti per i raid di ieri in tutto il Libano, non è chiaro quanti siano i dispersi.

Chi era Hassan Nasrallah

Descritto come un leader carismatico, Nasrallah è stato colui che ha contribuito in maniera significativa alla trasformazione di Hezbollah in una potenza politica e militare e nel pericolo numero 1 di Israele. Classe 1960, è nato nel quartiere Bourj Hammoud di Beirut, ed era il maggiore di nove figli in una famiglia che gestiva un piccolo negozio di alimentari.

All’età di 32 anni, dopo l’assassinio del suo predecessore, Abbas al-Musawi, in un attacco aereo israeliano, è divenuto la punta della piramide di Hezbollah. Da allora ha sempre vissuto come un fantasma, costretto alla clandestinità. Da tempo non si vedeva in pubblico, ha vissuto per molti anni nascosto, le sue uniche apparizioni erano in video con l’immancabile turbante nero, quello delle famiglie che si dicono legate direttamente a Maometto.

Tra i suoi interventi più famosi: quello dell”8 ottobre scorso, quando annunciava la decisione di Hezbollah e di tutto l’Asse della Resistenza di appoggiare Hamas a Gaza. Il suo ultimo discorso televisivo risale, invece, al 19 settembre :”La battaglia potrà durare ancora a lungo, ma vinceremo”, aveva annunciato allora Nasrallah.

Le reazioni

Subito dopo la notizia del suo decesso, Ali Khamenei, leader supremo iraniano attualmente trasferito in un luogo segreto, in un comunicato diffuso dai media iraniani e panarabi ha rivolto un appello ai musulmani: “E’ dovere di tutti i musulmani schierarsi con le proprie capacità al fianco del popolo libanese e del vittorioso Hezbollah ed aiutarli ad affrontare questo regime usurpatore, ingiusto e malvagio” (riferendosi ad Israele).

Il nobile percorso del leader della resistenza, Nasrallah, continuerà e la sua sacra causa per la liberazione di Qods (Gerusalemme) sarà realizzata”, ha scritto il portavoce del Ministero degli Esteri iraniano Nasser Kanani in un post sul suo account X.

L’Iran promette vendetta e dice: “Siamo pronti a inviare le nostre truppe in Libano”. Gli fa eco Hamas dichiarandosi pronta a fare fronte unico con le milizie libanesi. Riferendosi alla vendetta annunciata dagli alleati di Hezbollah, il portavoce della Forza di difesa israeliane ha ammesso:”Ci aspettano giorni difficili, risponderanno all’attacco”.

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