Fonte foto: Mediterranea Saving Humans

Nel corso decennio 2014-2023 le stime parlano di 29.000 migranti morti nel Mediterraneo. Per l’anno in corso, si calcolano che le persone morte e disperse siano 1542 con una proiezione di quasi 2000 unità entro la fine dell’anno. Gli impietosi, terribili numeri sulla strage di chi cerca in Europa un futuro migliore, proveniente da diverse latitudini di Asia e Africa, sono forniti dall’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim) e diffusi dalla Fondazione Ismu in concomitanza con la Giornata della memoria e dell’accoglienza che si celebra ogni anno il 3 ottobre.

I numeri

Restando focalizzati sull’anno in corso, il naufragio più grave è avvenuto il 17 giugno nelle acque del Mar Ionio, a ridosso della costa calabrese, con 66 tra morti e dispersi di cui 27 minorenni. Nel decennio precedente, sempre dati dell’Oim, gli anni più difficili sono stati il 2015, con 4.055 di migranti morti o dispersi, e il 2016 con 5136. A seguire, il 2014 con 3289, sempre tra morti e dispersi, e il 2017 con 3139. Dal 2018 al 2020 le soglie di coloro i quali hanno perso la vita o di cui non si è saputo più nulla non si sono progressivamente ridotte (2337 nel 2018, 1885 nel 2019 e 1449 nel 2020) per poi tornare man mano a salire nel 2021 (2048), nel 2022 (2411) e nel 2023, con 3155 tra morti e dispersi, risultando il quarto più alto valore registrato.

Relativamente al decennio alle nostre spalle, il naufragio più tragico ci riporta al 18 aprile 2015 con almeno 1.022 morti o dispersi (solo 28 sopravvissuti) ad un centinaio di chilometri dalle coste libiche, da cui le partenze si sono verificate almeno in 7 occasioni seguite dalle due dell’Egitto. Altre due date sono segnate in rosso, purtroppo, per la loro tragicità: il 14 giugno 2023 al largo di Pylos, nel Peloponneso con 646 tra morti e dispersi e il 26 maggio 2016 con 550 tra morti e dispersi nella stessa area. (di questi, 75 tra donne e bambini e 46 minorenni). I 1452 tra morti e dispersi nel 2024 è paragonabile a quello del triennio 2019-2021 e fa intravedere un’inversione di tendenza verso il basso rispetto ai numeri di dispersi e morti nel Mediterraneo.

In Italia, nei mesi di agosto del 2021, 2022 e 2023 sono giunti 52.764 migranti, contro i 9.037 complessivamente dei mesi di gennaio dello stesso triennio, ossia quasi sei volte di più. Nel 2024 i maggiori sbarchi si sono registrati sempre nel mese di agosto (8.526) contro i 2258 di gennaio. Il mese di aprile nel decennio 2014-2023 porta con sé il triste primato delle maggiori perdite con 3758 vittime complessive e delle tre maggiori tragedie sulle 6 totali (gli altri sono avvenuti a maggio, giugno e settembre, nessuno a luglio e agosto).

I minorenni morti e dispersi

Davvero notevoli, nella loro tragicità, anche i dati dei migranti minorenni morti o dispersi nel decennio 2014-2023. Stando alle rilevazioni del progetto Missing Migrants-IOM, nel complesso sarebbero almeno 1.214 i minorenni morti o dispersi nel Mediterraneo, con una incidenza sul totale delle vittime che è passata complessivamente da meno dell’1% nel 2014 a più del 5% sia l’anno scorso sia quest’anno (con un totale, finora, di 74 bambini morti o dispersi).

Da Ismu fanno notare come questi dati siano “parziali poiché non sempre – o addirittura raramente – viene riportata l’effettiva età dei morti o dispersi. Infatti, ad esempio, secondo l’UNHCR dal 2023 ad oggi il 24% dei migranti sbarcati sono minorenni, con un’incidenza molto superiore rispetto a quella che avrebbero tra le vittime’’. Inoltre, sottolinea sempre la Fondazione, “anche rispetto al sesso dei morti e dispersi i dati sono parziali’’. Alcune stime parlano che dal 2014 ad oggi l’incidenza femminile delle vittime sia del 29% e che sia cresciuta dal 26% di 10 anni fa al 29% del 2023 e al 31% del 2024.

Secondo l’Unhcr tra gli sbarcati in Europa dall’inizio del 2023 a oggi le donne sono meno del 15% e i minori – maschi o femmine – circa il 24%. In proposito, sintetizza l’Ismu, “ipotizzando che le bambine non siano più della metà dei minorenni, si può stimare nel complesso un tasso di mortalità della componente femminile più alto rispetto a quella maschile’’.

Altra ipotesi riguarda l’età delle vittime. Sempre Ismu: “Si può calcolare che i bambini morti o dispersi in mare a partire dal 2014 siano più del quintuplo di quelli effettivamente registrati, e quindi non meno di 6.732, il 22% del totale’’. Nel decennio 2014-2023, il numero più alto di morti e dispersi tra i minorenni riguarda il 2015 con 279 unità, seguito dal 2016 (179) e il 2023 (162), 2018 (125) e 2022 (118). Il dato più basso è relativo al 2014 con 27 minori morti o dispersi.

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