In Italia, soltanto un minore straniero non accompagnato su cinque è integrato nel sistema scolastico del nostro Paese. A fornire il dato, non certo lusinghiero, la Fondazione Ismu di Milano. Le indagini di vari enti hanno coinvolto un arco temporale che parte dal 2020 sino ad oggi, con un campione di 3.399 casi di Msna (minori stranieri non accompagnati), formato per il 98,6% da maschi e per il 18% da 16enni. Dalle rilevazioni è emerso che quasi la metà del campione, il 46%, ha frequentato l’istruzione primaria, il 28% quella secondaria. Il 15% circa, invece, non ha avuto alcuna scolarizzazione.
Le lingue straniere più parlate e la provenienza
Per quanto riguarda le competenze linguistiche, circa il 60%dei minori stranieri non accompagnati parla almeno una lingua oltre l’italiano; il 30% parla almeno due lingue straniere e il 7% tre lingue e più. Nell’elenco delle lingue straniere più parlate figurano l’arabo (1.194 sul totale del campione), albanese (546), bengalese (481), francese (407), inglese (385). Rispetto alle provenienze del campione analizzato, il 35% dei minori stranieri non accompagnati è originario dell’Africa del Nord, con in testa egiziani (774) e tunisini (351). A seguire, dal continente asiatico, che rappresenta circa un quarto del totale, figurano ragazzi provenienti dal Bangladesh (548) e Pakistan (265).
Dall’Africa Subshariana proviene circa il 20% del campione. Di questi: 167 gambiani, 100 ghanesi e a scalare guineani, somali, maliani e senegalesi. Il 17% del campione riguarda, infine, l’Europa dell’Est, soprattutto dall’Albania (531) e poi dal Kosovo (53). Nei Paesi di origine, rilevano da Ismu, quasi la metà del campione, di 3.399, era studente, circa il 19% studenti-lavoratori e il 13% lavoratori. I lavoratori e gli studenti-lavoratori rappresentano circa il 35% dei Msna originari di Africa e Asia. I Neet, cioè coloro i quali non lavoravano e non studiavano dal Paese di origine, superano il 20% tra subsahariani e asiatici.
I territori di accoglienza in Italia
Circa un terzo dei minori stranieri non accompagnati censiti è ospite in centri d’accoglienza (il 21% in Sicilia, il 14% quasi in Lombardia), i restanti due terzi vivono in strutture di seconda accoglienza. In generale, il 42% degli Msna si trovano al Sud o in Sicilia e per il 31% nel Nord-Ovest. La quota maggiore di Msna è inserita in corsi di alfabetizzazione linguistica in italiano L2 realizzati presso gli enti che li ospitano (per oltre il 45%) e per il 40% presso i Centri provinciali per adulti del territorio (CPIA). Il 67,9% dei Msna ha concluso i programmi di apprendimento frequentati, con 500 quasi che hanno ottenuto attestati di certificazione dei corsi di lingua italiana frequentati. In 300 hanno conseguito la licenza di terza media, soprattutto nei CPIA, ma anche nella scuola secondaria di primo grado.
I dati allarmanti
Ed ecco i dati allarmanti già enunciati all’inizio: tra i Msna censiti, solo un minore su cinque è integrato nel sistema scolastico italiano (21%), ovvero in percorsi frequentati da coetanei nativi e che offrono la possibilità di acquisire un titolo di studio. Anche considerando i corsi di primo/secondo livello presso i CPIA, solo il 18% è in questa condizione. Il 9% di Msna non risulta coinvolto in alcuna tra le attività educativo-formative, risultando fuori da ogni tipo di programma di apprendimento.
Tra i minori che vengono inseriti in almeno un corso di studi, il tempo medio di primo inserimento è di 5,5 mesi dall’arrivo. Metà dei minori viene inserita entro un mese dall’arrivo, per arrivare al 75% dei Msna inseriti bisogna attendere 8 mesi. A 24 mesi dall’arrivo, il 90% dei minori è stato inserito in almeno un corso. I tempi di inserimento, tuttavia, variano in base al tipo di formazione alfabetizzazione, istruzione o formazione professionale, al contesto territoriale e a ulteriori fattori di fragilità nell’esperienza del minore, come la presenza di disabilità. La metà dei ragazzi giunti in Italia a 17 anni è inserita in un qualunque programma di apprendimento entro un mese, quota che sale a due mesi per chi è arrivato a 16 anni e raddoppia per quelli arrivati a 15 anni. Tra i più giovani, entro 24 mesi solo il 50% è inserito in un percorso scolastico.
Le interviste
La Fondazione Ismu ha compiuto 52 interviste ai minori stranieri non accompagnati. Tra le risposte fornite: “La prima cosa che devo fare è imparare la lingua. Senza lingua non puoi vivere”. “Io ho cominciato a lavorare a 10 anni, ma i miei non erano d’accordo, però io almeno dalla parte economica volevo essere autonomo. Prendevo ciò che mi serviva e il resto glielo davo alla mia mamma”. E ancora: “Io penso così: che se tu hai la scuola, hai una qualificazione, tu puoi trovare lavoro, trovi lavoro dove vuoi”.