Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden l’ha definita “oltraggiosa”, in Europa invece diversi Paesi hanno detto che rispetteranno la decisione della Corte penale internazionale. Il mandato d’arresto per crimini di guerra emesso dalla Cpi nei confronti del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu e dell’ex ministro della Difesa Yoav Gallant divide l’Occidente.

“Qualunque cosa la Cpi possa insinuare, non c’è equivalenza – nessuna – tra Israele e Hamas”, ha detto Biden in una dichiarazione . “Staremo sempre al fianco di Israele contro le minacce alla sua sicurezza”.

Gran Bretagna, Francia, Paesi Bassi e Italia invece si sono espressi a sostegno della Corte. Il governo britannico ha affermato di rispettare l’indipendenza della Corte. In Italia il ministro della Difesa Guido Crosetto ha sostenuto che, nonostante ritenga sbagliata la sentenza, se Netanyahu e Gallant “venissero in Italia dovremmo arrestarli, perché noi rispettiamo il diritto internazionale”.

Il mandato d’arresto della Cpi è stato emesso anche contro un comandante di Hamas, Mohammed Deif, che secondo Israele è stato ucciso a luglio. I giudici hanno affermato che vi siano “ragionevoli motivi” per ritenere che Netanyahu, Gallant e Deif abbiano “responsabilità penale” per i crimini commessi durante la guerra tra Israele e Hamas.

Sia Israele che Hamas respingono le accuse. Per Netanyahu si tratta si una “decisione antisemita” che finirà come il processo Dreyfus, un caso di antisemitismo di alto profilo avvenuto in Francia poco più di un secolo fa che coinvolse un capitano dell’esercito francese. E ha affermato che Israele, che è uno dei 124 stati membri della Corte,  “non riconoscerà la validità” della decisione della Cpi.

Gallant, che è stato sostituito come ministro della Difesa all’inizio di questo mese, ha affermato che la Cpi ha messo “lo Stato di Israele e i leader assassini di Hamas sullo stesso piano e quindi legittima l’omicidio di bambini, lo stupro di donne e il rapimento di anziani dai loro letti”.

Hamas ha affermato che l’azione contro Netanyahu e Gallant costituisce un “importante precedente storico e una correzione a un lungo percorso di ingiustizia storica contro il nostro popolo”, ma non ha fatto alcun riferimento al mandato di arresto di Deif.

Le accuse della Corte penale internazionale

Per quanto Netanyahu e Gallant, per la Camera ci sono fondati motivi per ritenere che “ciascuno di loro abbia la responsabilità penale dei seguenti crimini in quanto corresponsabile di atti commessi congiuntamente ad altri: il crimine di guerra della fame come metodo di guerra; e i crimini contro l’umanità di omicidio, persecuzione e altri atti disumani”. La Cpi ha inoltre riscontrato fondati motivi per ritenere che “ciascuno di loro, in quanto superiore civile, abbia la responsabilità penale per il crimine di guerra di aver diretto intenzionalmente un attacco contro la popolazione civile”..

Proprio questa settimana, l’Onu ha lanciato l’ultimo allarme sulle “condizioni di sopravvivenza sempre peggiori” che i palestinesi stanno affrontando, soprattutto in alcune zone della Striscia di Gaza settentrionale sotto assedio da parte delle forze israeliane, perché negli ultimi 40 giorni non è stato praticamente consegnato alcun aiuto.

Per quanto riguarda Deif, una camera preliminare della Cpi ha ritenuto che fosse “responsabile dei crimini contro l’umanità di omicidio, sterminio, tortura, stupro e altre forme di violenza sessuale, nonché dei crimini di guerra di omicidio, trattamento crudele, tortura, presa di ostaggi, oltraggi alla dignità personale, stupro e altre forme di violenza sessuale”. Ha inoltre affermato che vi sono fondati motivi per ritenere che i crimini contro l’umanità siano “parte di un attacco diffuso e sistematico condotto da Hamas e altri gruppi armati contro la popolazione civile di Israele”.

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