Qualcuno, come spesso si fa a Capodanno come richiamo alla fortuna per l’anno che verrà, butta oggetti dal balcone dall’appartamento al terzo piano sull’aiuola sottostante, quasi a voler tagliare in modo brusco il legame con la casa necessariamente da lasciare. Altri sono invece preoccupati al pensiero di doversi separare dai propri cani e gatti. “I proprietari non vogliono affittare case a chi ha animali. Ma, tenerli lontani da noi, non esiste’’, affermano amareggiati. Mercoledì 4 dicembre, a Napoli, così come preannunciato da Prefettura e Comune di Napoli, è cominciato lo sgombero delle ultime 14 famiglie rimaste nell’edificio giallo del Lotto M, più comunemente conosciuto come “le Vele di Scampia”.

Al pari della Vela Rossa e quella di Verde (quest’ultima già distrutta nel 2020 dopo l’evacuazione degli abitanti), la Vela Gialla sarà abbattuta per lasciare posto a nuovi alloggi da destinare ai legittimi assegnatari rientranti nel censimento del 2023 così come prevede il piano “Restart Scampia’’, finanziato grazie anche ai soldi del Pnrr. Il progetto è atteso come l’acqua nel deserto dagli abitanti, desiderosi di avere finalmente abitazioni in palazzi dove non si abbia paura di camminare perché a rischio crollo.

Lo sgombero

Nonostante il dispiacere di dover abbandonare un pezzo del proprio cuore – c’è chi ha abitato per oltre quarant’anni qui – il “D-day’’ scorre via senza sussulti al Lotto M. Nonostante il grande dispiegamento di forze dell’ordine, vigili del fuoco e assistenti sociali del Comune, alla Vela gialla l’atmosfera è tranquilla. Favorita anche dal progressivo allontanamento degli abitanti in queste settimane, nonostante le notorie difficoltà a reperire nuovi alloggi.

Mario, sposato e con due figli, è il protagonista del lancio di oggetti dal balcone. Mentre parla, guarda in alto il palazzo che dovrà lasciare. “Lo Stato ha deciso che dobbiamo andarcene – afferma – Dopo tanto, meglio uscire e andare in un posto più sicuro, anche per l’incolumità di mio figlio, soprattutto dopo quanto successo a luglio nella Vela Celeste’’. Mario aggiunge: “Sono tornato qui un anno fa e ora rivado via. Ho affittato una casa a Castel Volturno (in provincia di Caserta, ndr.). In tanti stanno soffrendo perché qui hanno abitato per decenni, ma oramai è inutile pensarci’’.

Poco prima di terminare il trasloco, Angela ci ospita nella sua casa al secondo piano. Sulla porta di ingresso ha scritto con i suoi figli e il suo compagno un messaggio struggente. “Grazie casa mia per avermi ospitata’’. Firmato Carlo, Gianni, Ale, Angela, Dora e Peppe. “A malincuore, come tutti quanti, vado via dopo oltre quarant’anni. Io sono in graduatoria, una nuova casa ci spetta e la speranza è tornare qui quanto prima. C’è un vissuto alla Vela gialla, io lascio tutto qui’’. Angela, prima di recarsi altrove per vivere, confida: “Sto male perché sarebbe stato meglio avere già le nuove case dopo lo sfratto, invece non è così. Dobbiamo attendere. Chissà quanti anni dobbiamo ancora attendere per le nuove abitazioni’’.

Agli abitanti, a seconda della grandezza del nucleo familiare, il Comune di Napoli elargisce sino a 1100 euro sino a fine anno per permettere di trovare un alloggio. Nonostante questo, sono state tanti gli ostacoli per gli abitanti a trovare una sistemazione come ci conferma Giuseppe, il compagno di Angela, che racconta quanto già affermato in passato da altri inquilini: “Molte famiglie, anche se hanno avuto il sussidio del Comune, hanno difficoltà a trovare un nuovo alloggio, perché non vogliono affittare al popolo delle Vele. L’unica soluzione è una celere costruzione dei nuovi alloggi’’.

Concetta finirà in uno scantinato a Marianella, sempre nell’area Nord di Napoli, con un affitto di 250 euro mensili, in un posto dove è già stata per ben 19 anni. Le sue scarse disponibilità economiche non le permettono di meglio. Ma c’è anche un altro cruccio, per Concetta: “Ho due cani anziani, io non me ne voglio separare. Sapete a quante agenzie mi sono rivolta? Duecento ma mi hanno risposto tutti alla stessa maniera: gli animali non li vogliamo. E questo in diverse zone della città di Napoli’’.

I prossimi passi

Nella mattinata di mercoledì, a seguire le operazioni di sgombero anche il vicesindaco di Napoli con delega all’Urbanistica, Laura Lieto. “Il nostro cronoprogramma – spiega la Lieto – prevede a breve lo sgombero anche della Vela Rossa che è investito dallo stesso provvedimento dopo la tragedia del 22 luglio alla Vela Celeste. Per la fine dell’anno contiamo di aver svuotato completamente il Lotto M di Scampia. C’è stata un’accelerazione complessiva del cronopogramma proprio a seguito di quanto accaduto il 22 luglio e nel frattempo va avanti il cantiere per la costruzione del primo edificio e verificato anche gli altri 4 progetti esecutivi per gli altri edifici’’.

Sulla demolizione della Vela Gialla e poi di quella Celeste, la Lieto è perentoria: “Dobbiamo farcela per il 2025, il programma prevede una demolizione per volta. La comunità degli abitanti di Scampia ha dimostrato profonda dignità in questa fase così delicata della loro storia e anche un grande senso di collaborazione, visto che gli abitanti stanno lasciando spontaneamente gli appartamenti’’. Il vicesindaco della giunta di Gaetano Manfredi afferma che in “capo a un anno i primi cinque edifici, per un totale di più di 160 alloggi, saranno realizzati sui 433 totali finanziati (finanziato dal Pnrr) e dunque per la fine del 2026 noi dobbiamo aver completato tutti i lavori’’.

Sulla giornata ecco la nota del Comune di Napoli: “A seguito dei rilievi, si è riscontrata nella Vela Gialla la presenza di 14 nuclei familiari. Tutti i presenti sono stati presi in carico dai servizi sociali comunali e per tutti è stata disposta idonea sistemazione. Nessun occupante è stato lasciato senza assistenza: l’Amministrazione Comunale, attraverso gli assistenti sociali, ha ascoltato e raccolto le esigenze e le difficoltà di tutti, approntando le misure più idonee e le soluzioni possibili a tutela delle fragilità segnalate. Le operazioni si sono svolte in piena sicurezza al fine di garantire l’incolumità degli sfollati: è stato infatti allestito un presidio medico avanzato da parte dell’ASL Napoli 1, il Comando dei Vigili del Fuoco ha messo a disposizione uomini e mezzi e i servizi sociali hanno garantito un presidio per la presa in carico dei casi più difficili. Ora si procederà al distacco delle utenze idriche ed elettriche. L’impresa incaricata ha già provveduto alla demolizione delle passerelle e, a seguire, si occuperà di recintare e vigilare il cantiere, nonché di interdire gli accessi al fine di inibire a chiunque l’ingresso e scongiurare azioni di sciacallaggio in danno delle suppellettili lasciate negli alloggi’’.

A esprimersi anche il sindaco Gaetano Manfredi. “Ringrazio gli abitanti di Scampia per la collaborazione. È arrivato il momento di costruire, insieme, il futuro del quartiere. Liberare gli alloggi era necessario, così a breve procederemo con le demolizioni. L’Amministrazione ha immediatamente raccolto, con grande attenzione, le esigenze dei nuclei familiari presenti nelle Vele. I servizi sociali hanno svolto un grande lavoro e, così, tutto il personale che ha gestito e collaborato al progetto ReStart Scampia, intervenendo, con cura e prontezza, in caso di criticità. Stiamo scrivendo insieme un nuovo capitolo per Scampia e per la sua comunità’’.

Ecco anche le parole del prefetto di Napoli, Michele Di Bari: “È una risposta di dignità per assicurare futuri alloggi, in conformità alle disposizioni vigenti, alle tante persone che vivevano ormai in condizioni di disagio e precarietà. È anche il risultato di una efficiente sinergia tra il comune di Napoli e tutte le altre istituzioni coinvolte. Una bella pagina cui hanno contribuito a scrivere anche gli abitanti di Scampia”. Infine il presidente dell’Ottava Municipalità, Nicola Nardella. “La Vela Gialla è di fatto vuota. Il continuo dialogo ha fatto in modo che la cosa avvenisse pacificamente. Guardo con ammirazione tutte quelle persone che, seppur in una condizione di profondo dolore, hanno dimostrato una grande dignità. Ora l’area verrà cantierizzata. Tutto questo dolore – chiosa Nardella – deve divenire spinta per il diritto alla casa’’.

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