Sindaco di Pau, un comune di 77mila abitanti vicino al confine con la Spagna, 73 anni, centrista, leader del partito MoDem, in politica da decenni, François Bayrou sarà il nuovo primo ministro della Francia. Il presidente Emmanuel Macron lo ha nominato a 9 giorni dalla caduta di Barnier, sfiduciato dall’Assemblea Nazionale, la camera bassa del Parlamento, dopo 3 mesi di governo. “Penso che la riconciliazione sia necessaria”, ha dichiarato Bayrou, quarto primo ministro sotto la presidenza Macron. Barnier ha augurato al suo successore i migliori auguri per quello che ha definito “questo periodo difficile per la Francia e l’Europa”.

La politica francese è in una situazione di stallo da quando Macron, che è a metà percorso del suo secondo mandato presidenziale, ha indetto elezioni parlamentari anticipate dopo i risultati negativi delle elezioni europee di giugno. Il presidente Macron, nonostante la caduta di Barnier la scorsa settimana, ha promesso di restare in carica fino alla fine del suo secondo mandato, nel 2027. La nomina di Bayrou pare però non mettere tutti d’accordo.

La leader regionale socialista Carole Delga ha affermato che l’intero processo è diventato un “brutto film”. Il leader dell’estrema sinistra di France Insoumise, Manuel Bompard, ha parlato di “spettacolo patetico”. I socialisti di centrosinistra hanno detto di essere pronti a parlare con Bayrou ma che non vogliono prendere parte al suo governo. Patrick Kanner, dei socialisti, ha affermato che il fatto che il suo partito non si unisca al governo Bayrou “non significa che lo denigreremo”. “Vi avevo detto che volevo qualcuno di sinistra e dei Verdi e credo che il signor Bayrou non appartenga né all’uno né all’altro”, ha detto giovedì alla Tv francese la leader dei Verdi, Marine Tondelier.

Macron aveva già tenuto tavole rotonde con i leader di tutti i principali partiti politici, ad eccezione dell’estrema sinistra di France Insoumise (LFI) di Jean-Luc Mélenchon e dell’estrema destra di Rassemblement National di Marine Le Pen. I Socialisti, Verdi e Comunisti hanno rotto i ranghi con la sinistra più radicale di LFI prendendo parte ai colloqui con Macron, tuttavia avevano chiarito di volere un primo ministro di sinistra, piuttosto che un centrista.

Sébastien Chenu, parlamentare del Rassemblement National, ha detto che per il suo partito non è tanto importante chi Macron ha scelto quanto la “linea politica” che ha scelto. Se Bayrou volesse affrontare l’immigrazione e la crisi del costo della vita, allora “troverebbe un alleato in noi”.

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