L’ Assemblea nazionale di Seul ha approvato la mozione di impeachment contro il presidente Yoon Suk-yeol. Dopo il nulla di fatto di sabato 7 dicembre – in quella occasione i deputati del partito di maggioranza avevano abbandonato l’Aula facendo decadere il quorum – la proposta di impeachment presentata dalle opposizioni è passata al secondo tentativo. Sarebbero bastati 200 sì (due terzi dell’assemblea), ma i componenti dell’Assemblea favorevoli alla mozione hanno superato il quorum. Nel proclamare il risultato, lo speaker Woo Won-shik, ha citato 85 no, 3 astenuti ed 8 voti annullati.
Al voto hanno partecipato anche i 108 deputati del PPP (People Power Party) e, considerando che il blocco delle opposizioni partiva da 192, ci sono stati ben 12 deputati del partito di Yoon al governo, che hanno dato il loro sostegno alla messa in stato d’accusa, grazie al voto segreto.

Secondo molti analisti, la situazione vissuta appena dieci giorni fa aveva trascinato la Corea del Sud per qualche ora indietro nel XX secolo: dopo il tentativo lo scorso 3 dicembre di imporre la legge marziale ed il ritiro della stessa appena sei ore dopo a seguito della bocciatura parlamentare, sei partiti di opposizione avevano iniziato a mobilitarsi accelerando la messa in stato d’accusa di Yoon. Il premier destituito ha già fatto sapere che si “farà da parte”, nel rispetto della mozione di impeachment approvata dal Parlamento. In un messaggio trasmesso in tv, Yoon – che non aveva la minima intenzione di lasciare – ha detto: “Malgrado ora debba farmi da parte per un po’, il viaggio verso il futuro non deve mai fermarsi”.

Esaurite le verifiche sulla regolarità del voto, il presidente Yoon verrà sospeso dalle sue funzioni in attesa del responso della Corte costituzionale sulla fondatezza o meno dell’impeachment, intanto sarà il premier Han Duck-soo a svolgere i suoi poteri assumendo il ruolo di presidente facente funzioni. Nei primi commenti a caldo, Han ha dichiarato che “darà tutto se stesso” per favorire l’uscita dalla peggiore crisi politica sudcoreana degli ultimi decenni.

Esplode la festa a Seul

Dopo una settimana turbolenta caratterizzata da forti pressioni sul piano politico, indagini a tutto campo su Yoon e i suoi fedelissimi, ed il malcontento generale espresso con imponenti manifestazioni di massa, la popolarità del presidente aveva toccato il minimo storico.
Secondo i dati del sondaggio pubblicato da Gallup Korea, il 75% degli intervistati erano favorevoli all’impeachment mentre solo il 21% aveva dichiarato contrarietà alla destituzione.

Al termine del voto, dopo la proclamazione del risultato, nella diretta streaming dei network di Seul, sono state diffuse immagini delle manifestazioni di giubilo, con balli e canti, delle decine di migliaia di persone riunitesi davanti al Parlamento nonostante temperature sotto lo zero. “È una grande vittoria del popolo e della democrazia”, così ha commentato il democratico Park Chan-dae, capogruppo della principale forza di opposizione nel Parlamento.

Verso la nuova presidenza

Il processo di impeachment potrebbe durare diversi mesi. Adesso la Corte avrà 180 giorni per pronunciarsi sul futuro del Presidente Yoon. Solo nel caso in cui 6 dei 9 giudici voteranno a favore dell’impeachment, il presidente verrà effettivamente rimosso dall’incarico. Se confermerà l’impeachment, Yoon sarà il secondo Presidente nella storia della Corea del Sud ad essere messo sotto accusa. In questo caso, entro i 60 giorni successivi dovranno tenersi le elezioni per la scelta del suo successore. Nel caso in cui la Corte dovesse pronunciarsi per l’infondatezza dell’impeachment Yoon potrebbe essere reintegrato (come accaduto nel 2004 all’allora presidente Roh Moo-hyun, destituito dal Parlamento e poi riammesso dalla Corte).

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