Fort Bragg, l’ Afghanistan e l’app Turo. Cosa hanno in comune una delle più importanti basi militari Usa, lo Stato dove molti militari statunitensi operavano e l’app che consente a privati di noleggiare auto? Rimandano tutti ai due protagonisti dei recenti attentati in America: quello nel quartiere francese di New Orleans e quello al Trump Hotel.
Dopo la strage nella città del carnevale e del jazz, dove un pick up guidato da un cittadino americano è piombato sulla folla che festeggiava il Capodanno, provocando 14 morti e decine di feriti, nelle ore successive un Cybertruck Tesla è esploso a Las Vegas davanti all’ingresso del Trump International Hotel. L’uomo al volante della Tesla esplosa era un sergente maggiore dell’esercito statunitense in ferie, si chiamava Matthew Alan Livelsberger, 37 anni, di Colorado Springs. Militare di lunga esperienza, era in servizio attivo in Germania con il 10th Special Forces Group.
Nelle immagini immortalate dalle videocamere di sicurezza dell’albergo si nota la Tesla ferma nella zona parcheggio proprio davanti all’ingresso principale e l’esplosione fortissima seguita dallo scoppio di materiale pirotecnico. L’esplosione ha provocato il ferimento di 7 persone trasportate con urgenza in tre ospedali. I vigili del fuoco hanno dovuto lavorare ore per estrarre il corpo del militare dalle lamiere del suv.
Il riconoscimento del cadavere non è stato subito possibile perché la salma era irriconoscibile. Dopo l’esplosione dell’autovettura è divampato un incendio provocato da un mix di fuochi d’artificio, serbatoi di benzina e carburante da campeggio posizionati nel cassone del veicolo ed innescati da un dispositivo controllato proprio dall’autista.
Soltanto un test del DNA e i tatuaggi hanno permesso agli investigatori di risalire al 37enne di Colorado Springs.
Il “berretto verde” delle forze americane aveva una ferita da arma da fuoco alla testa, circostanza che ha indotto a ritenere che Livelsberger si sia tolto la vita prima dell’esplosione (particolare confermato anche dall’ ufficio del coroner della contea di Clark, come riportato dalla Bbc).
Le indagini
Al momento gli investigatori sono al lavoro per valutare le preoccupanti connessioni tra il cybertruck Tesla e l’hotel: “Quello esploso era un veicolo Tesla, e sappiamo che Elon Musk (principale azionista Tesla) sta lavorando con il presidente eletto Trump. L’esplosione è avvenuta davanti alla Trump Tower”, ha detto mercoledì Kevin McMahill, sceriffo del dipartimento di polizia metropolitana di Las Vegas, proseguendo: “Ci sono ovviamente elementi preoccupanti che continueremo ad esaminare”.
Dopo poche ore dal fatto, Musk su X ha precisato “L’intero senior team di Tesla sta indagando su questa questione in questo momento. Pubblicheremo altre informazioni non appena scopriremo qualcosa. Non abbiamo mai visto niente del genere”.
The whole Tesla senior team is investigating this matter right now.
Will post more information as soon as we learn anything.
We’ve never seen anything like this. https://t.co/MpmICGvLXf
— Elon Musk (@elonmusk) January 1, 2025
Come specificato da Abc News, attualmente ogni ipotesi è al vaglio degli inquirenti, compresa quella del terrorismo. L’Fbi continua a ritenere si sia trattato di “un episodio isolato per il quale non sussistono altri pericoli”.
L’esercito americano ha fatto sapere: “lo US Army Special Operations Command può confermare che Livelsberger era assegnato al comando e in congedo autorizzato al momento della sua morte. L’USASOC (Lo United States Army Special Operations Command) è in piena collaborazione con le agenzie federali e statali delle forze dell’ordine, ma per una questione di politica, non rilascerà commenti sulle indagini in corso”.
I punti di contatto tra i due attentatori
Fort Bragg, la cittadella delle forze speciali Usa – i cosiddetti “berretti verdi” – della Carolina del Nord, sarebbe uno dei principali collegamenti tra Matthew Livelsberger e Shamsud-Din Jabbar, entrambi vi avrebbero prestato servizio. Come confermato anche dalla polizia di Las Vegas: “quello che sappiamo è che si tratta di una base militare molto grande e non ci risulta che i due abbiano prestato servizio nella stessa unità o negli stessi anni a Fort Bragg”.
Ambedue i militari, inoltre, avrebbero anche servito l’America in Afghanistan nel 2009.
Altra coincidenza è rappresentata dal fatto che gli autori degli attentati hanno utilizzato la società di car sharing “Turo” per noleggiare i loro veicoli. In una dichiarazione, un portavoce della società ha fatto subito sapere che “nessuno dei due sospettati aveva precedenti penali che li potevano identificare come una minaccia per la sicurezza”.
I punti di contatto tra i due tragici fatti sono balzati subito agli occhi degli investigatori che adesso stanno cercando di determinare se vi fosse qualche legame tra i due militari, entrambi morti nei due attacchi. Le autorità hanno avviato indagini su eventuali collegamenti tra l’attacco in Nevada e quello in Louisiana.