Dopo la vittoria alle elezioni dello scorso novembre, Donald Trump è tornato alla Casa Bianca per il suo secondo mandato non consecutivo. Accolto dagli applausi e da un’ovazione dei suoi sostenitori, è entrato nella Rotonda di Capitol Hill dove si è tenuta la cerimonia super blindata per il suo insediamento. Prima di lui ha giurato il suo vice, James David Vance, il quarantenne, originario del Midwest, operaio, tra i più giovani numero due della Casa Bianca.

Nel giorno dedicato a Martin Luther King, il 47esimo Presidente degli Stati Uniti ha giurato su due bibbie sorrette dalla moglie Melania: una regalatagli da sua madre nel 1955 e l’altra di velluto sulla quale hanno giurato Abramo Lincoln nel lontano 1861 e, più recentemente, nel 2009, Obama. Dopo aver pronunciato la formula di rito, Trump ha chiuso il giuramento con il tradizionale “Che Dio mi aiuti”, ci sono stati la stretta di mano con Joe Biden, gli abbracci e le congratulazioni della sua grande famiglia allargata ed il bacio con la First Lady.

Nel suo discorso, durato poco meno di mezz’ora, non ha mostrato toni concilianti: è stato un discorso d’attacco nel quale non sono mancate aspre critiche all’amministrazione uscente. Trump ha annunciato di voler essere un “pacificatore globale” mettendo fine alle guerre mai nominando però l’Ucraina e di riportare l’America all’età dell’oro: “L’età dell’oro dell’America inizia proprio adesso. Da oggi in poi, il nostro Paese rifiorirà e sarà rispettato di nuovo in tutto il mondo, saremo l’invidia di ogni nazione e non permetteremo più che qualcuno si approfitti di noi. Ogni giorno metterò davanti America First! Ci sono molte sfide ma le affronteremo.” Ed ancora: “in molti ritenevano impossibile il mio storico ritorno politico, ma eccomi. Il popolo americano ha parlato”, ha detto Donald Trump nel suo discorso inaugurale.

Il saluto romano di Elon Musk

All’annuncio: “Metteremo la nostra bandiera a stelle e strisce su Marte”, Elon Musk, tra i presenti, ha esultato e sorriso. Poco dopo, dal Palco della Capitale One Arena, il proprietario di Tesla ha dichiarato: “Le elezioni vanno e vengono. Alcune sono importanti e alcune non lo sono, ma questa era davvero decisiva e voglio ringraziare tutti per aver fatto in modo che vincessimo. Grazie a voi il futuro della civiltà è assicurato. Avremo città sicure, confini sicuri e spese sensate”. Pronunciando queste parole Musk si è battuto il petto due volte con la mano destra ed ha alzato il braccio al cielo.

Immediata la polemica sul gesto con il quale il Ceo di SpaceX, avrebbe voluto – secondo molti – riprodurre un saluto nazista. Dopo il contestato gesto, Musk non ha rilasciato dichiarazioni ufficiali, l’Anti Defamation League, l’organizzazione non governativa internazionale ebraica con sede negli Usa, si è invece subito lanciata in sua difesa definendo i gesti mimati da Musk “imbarazzanti” ma non “nazisti”. Poco dopo il miliardario di origine sudafricana su X ha scritto: “Francamente, hanno bisogno di sporchi trucchi migliori. L’attacco ‘Ognuno è Hitler’ ha così stancato”, ha scritto riferendosi agli avversari polemici sul suo gesto.

La cerimonia di insediamento di Trump

Dopo il giuramento e il primo discorso del nuovo presidente degli Stati Uniti, i coniugi Trump hanno accompagnato Jill e Joe Biden che hanno lasciato Capitol Hill a bordo dell’ elicottero presidenziale. La cerimonia di insediamento è proseguita con la parata.
Di solito la parata di inaugurazione parte dall’edificio del Congresso, percorre Pennsylvania Avenue e arriva fino alla Casa Bianca, ieri, a causa del freddo a Washington, si è svolta al chiuso, dentro la Capital One Arena, il palazzetto che ospita normalmente le partite di NBA dei Washington Wizards. Alla Capital One Arena, Trump ha parlato davanti al popolo Maga (Make America Great Again) ed ha firmato alcuni dei numerosi decreti presidenziali con effetto immediato.

La cerimonia è poi proseguita con il pranzo formale – disertato dai coniugi Clinton – ed i tradizionali balli inaugurali. Accade regolarmente che il nuovo Presidente dia avvio al proprio mandato firmando ordini esecutivi, ma mai prima d’oggi nel primo giorno ne erano stati firmati circa 50, come in questo caso.

La Grazia per i protagonisti dell’assalto a Capitol Hill

Trump ha firmato la grazia per gli insurrezionisti dell’attacco a Capitol Hill del 6 gennaio 2021. Quasi tutti coloro che erano stati accusati dell’attacco sono stati ammessi al provvedimento. Per sole 14 persone Trump ha ordinato una riduzione della pena: si tratta dei componenti di due organizzazioni che secondo i giudici quel giorno agirono come milizie risultando tra i principali animatori delle violenze: 9 membri degli Oath Keepers e 5 dei Proud Boys. Questi ultimi saranno comunque scarcerati e per loro Trump si è riservato di poter considerare in futuro di estendere la grazia.

Lo stop all’accordo sul clima e l’uscita dall’Oms

Come già fatto nel 2017, Trump ha ritirato nuovamente gli Stati Uniti dagli accordi di Parigi sul clima. Ha dichiarato inoltre un’emergenza energetica nazionale, la prima nella storia del paese, con la quale mirerebbe a sospendere temporaneamente alcune regole ambientali e/o velocizzare il rilascio di permessi per alcuni progetti di estrazione mineraria.

Nello Studio Ovale, alla presenza dei cronisti, il nuovo Presidente ha siglato anche l’ordine esecutivo che sancisce il ritiro degli Stati Uniti dall’Organizzazione Mondiale per la Sanità. “La cattiva gestione della pandemia di Covid-19 sorta da Wuhan, Cina, e altre crisi sanitarie globali”, nonché “la mancata adozione di riforme urgenti e l’incapacità di dimostrare indipendenza da influenze politiche inopportune di Stati membri”, si legge nel testo dell’ordine.

Immediato il rammarico dell’Oms: “Ci auguriamo – si legge in una dichiarazione dell’Oms resa nota a Ginevra – che gli Stati Uniti ci ripensino e siamo impazienti di impegnarci in un dialogo costruttivo per mantenere la partnership tra Usa e Oms, a beneficio della salute e del benessere di milioni di persone in tutto il mondo”.

L’attacco alla teoria del gender e le altre decisioni

Firmati anche ordini esecutivi che proclamano che il governo degli Stati Uniti riconoscerà soltanto due sessi, quello maschile ed il femminile, e porrà fine ai programmi sulla diversità, l’equità e l’inclusione (sintetizzati con l’acronimo inglese “DEI”) all’interno di ogni agenzia federale.

Come aveva già fatto nel 2019, Trump ha dichiarato lo stato di emergenza al confine meridionale col Messico: il prossimo step, grazie allo sblocco di fondi federali, sarà l’estensione del muro e l’attuazione di politiche più severe nel respingimento.
Ha firmato anche un ordine esecutivo con l’obiettivo di non riconoscere la cittadinanza statunitense ai nati su suolo americano da persone migranti prive di permesso di soggiorno. È difficile, tuttavia, che la misura trovi applicazione, avendo ad oggetto un diritto protetto dalla Costituzione.

Tra gli altri ordini esecutivi firmati, ha ordinato il cambio del nome del Golfo del Messico in “Golfo d’America”, e quello del Monte Denali, che si trova in Alaska, in Monte McKinley.
Come ampiamente annunciato in campagna elettorale, Donald Trump ha approvato alcuni ordini che riguardano la diminuzione della spesa pubblica. Tra questi, ha firmato per il blocco delle assunzioni a livello federale tranne che per le forze armate o per posizioni legate all’applicazione delle politiche sull’immigrazione e sulla sicurezza nazionale.

Il neo presidente ha poi abolito il lavoro in smart working per i dipendenti degli uffici federali ed ha riproposto l’ordine esecutivo già firmato durante il primo mandato (e cancellato poi da Biden), che istituisce una nuova categoria di dipendenti statali, con meno protezioni e quindi più facilmente licenziabili. Ha istituito un nuovo ente, il dipartimento per l’efficienza del governo, che sarà guidato da Elon Musk ed al quale saranno assegnati compiti di consulenza sul taglio delle spese delle agenzie federali. Tra i primi documenti ratificati al Campidoglio anche quelli riguardanti nomine a livello di gabinetto e sotto-gabinetto.

Donald trump su Truth, X ed il sito della Casa Bianca

Tra gli ordini esecutivi siglati dopo l’insediamento, Donald Trump ha stabilito il licenziamento di quattro alti funzionari governativi nominati dal suo predecessore e subito dopo, nel primo messaggio pubblicato sul suo social network Truth, ha avvertito:
“Il mio ufficio del personale presidenziale sta attivamente identificando e rimuovendo più di mille persone nominate dalla precedente amministrazione che non sono in linea con la nostra visione di rendere di nuovo grande l’America”.

Poco dopo il giuramento, è stato pubblicato anche il primo post sul profilo ufficiale su X del 47esimo Presidente:

Da ieri il sito ufficiale della Casa Bianca ha cambiato l’immagine di copertina: su sfondo blu navy campeggia una grande foto di Donald Trump con l’indice della mano sinistra diretto verso un punto lontano e la scritta in caratteri maiuscoli: “America is back”. Sotto la foto c’è una frase del 47esimo Presidente Usa: “Ogni singolo giorno combatterò per te con ogni respiro del mio corpo. Non riposerò fino a quando non avremo consegnato l’America forte, sicura e prospera che i nostri figli meritano e che tu meriti. Questa sarà veramente l’età d’oro dell’America”.

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