Venti, lunghi, secondi. Si è sentito un boato, poi tutto muoversi attorno. E la paura è stata tanta. Nell’area dell’epicentro, questa volta, ci sono stati anche i danni: crolli e una persona ferita. Sono mesi che chi risiede nella zona dei Campi Flegrei deve convivere con il tremolio continuo della terra, un tremolio che questa volta si è fatto sentire più forte del solito. Era l’1,25, la notte passata, quando il terremoto ha destato dal sonno i napoletani. L’epicentro, registrato nel tratto di mare in cui si specchia Pozzuoli. Ma la scossa si è sentita in tutta la sua potenza nella adiacente Napoli e in tutta la sua provincia.
Magnitudo 4,4, ad una profondità di 2 km, pubblicava dopo qualche minuto l’Ingv, l’istituto nazionale di geofisica e vulcanologia.
E i segni erano evidenti a Bagnoli, dove calcinacci sono caduti in diverse abitazioni, crolli si sono verificati in strada e diverse auto in sosta sono state danneggiate dal materiale venuto giù. Alcune persone hanno raccontato di essere rimaste bloccate nelle proprie abitazioni perché dopo la scossa non riuscivano più ad aprire i portoni di casa. “Non è possibile. La scossa non era di 4,4, questa volta è stata più forte”, è stata la reazione di molti residenti. Scettici su quel dato ufficiale, perché la percezione era stata molto differente: per loro il terremoto era stato molto più forte del solito. A Pozzuoli una persona è stata recuperata dai vigili del fuoco da un’abitazione in cui era crollato il controsoffitto: “Non grave la persona soccorsa”, hanno fatto sapere su X.
❌ #Napoli, #terremoto Campi Flegrei, esclusa presenza altre persone coinvolte nel crollo di un contro soffitto nell’edificio a Pozzuoli, non grave la persona soccorsa dai #vigilidelfuoco. In corso 9 verifiche di stabilità su edifici [#13marzo 2:15] https://t.co/kYrhNbKXOu
— Vigili del Fuoco (@vigilidelfuoco) March 13, 2025
Tra Pozzuoli e Bagnoli la gente si è riversata in strada e lì ha passato la notte. A Bagnoli attimi di tensione si sono registrati all’ingresso dell’ex base Nato, dove diverse persone hanno provato a sfondare i cancelli per trovare riparo. Nella zona dei Campi Flegrei i residenti sono esasperati e si sentono abbandonati. C’è chi va via, ma non tutti hanno la possibilità di scappare.
I vigili del fuoco da questa notte sono impegnati nelle verifiche di stabilità di edifici situati nella zona dell’epicentro. Le scuole sono state chiuse per permettere le necessarie verifiche. Anche a Napoli, nella Municipalità 10 Bagnoli-Fuorigrotta: il sindaco Gaetano Manfredi ha firmato un’ordinanza per permettere i necessari controlli dopo la scossa.
❌ #Napoli, #terremoto Campi Flegrei: 212 i #vigilidelfuoco impegnati, proseguono da stanotte le verifiche di stabilità svolte nelle zone di Bacoli, Bagnoli e Pozzuoli. Nella foto una squadra in azione a Bagnoli [#13marzo 8:30] pic.twitter.com/Nfe0DdiFJd
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In una conferenza stampa convocata presso presso la Sala Conferenze dell’Osservatorio Vesuviano dell’Ingv, a Napoli, il direttore dell’Osservatorio Vesuviano dell’istituto, Mauro Di Vito, ha detto che il terremoto della notte scorsa “ha visto una accelerazione al suolo tra le più forti registrate, molto intensa e localizzata in prossimità dell’epicentro”.
“Sono 3 settimane – ha affermato – che registriamo un aumento di sollevamento suolo di 3 cm al mese. L’evento di stanotte, a 2,5 km di profondità, in un periodo di più intensa deformazione suolo e in cui la sismicità è concentrata sempre nelle stesse aree sismogenetiche. Dal 2019 a oggi la sismicità con terremoti di magnitudo maggiore di 2,5 è concentrata in una zona. Il fatto che ci sarebbe stata sismicità è nelle nostre aspettative, ma i terremoti non si possono prevedere”. Quindi fa un paragone con il terremoto dell’80 per dare una misura del fenomeno: “Rispetto agli anni ’80 il sollevamento del suolo era di 14 centimetri al mese. Le due situazioni sono abbastanza diverse. Nell’84 il suolo si alzò di 185 cm in due anni”.
“Per ora non osserviamo segnali di eruzione imminente. Ma la sorgente magmatica profonda sta degassando e produce fluidi magmatici che vanno in superficie. C’è stato un incremento delle attività di degassamento in profondità”, ha detto Francesca Bianco, direttrice vulcani Ingv.