Ogni sforzo per prorogare la tregua è fallito: la guerra in Medio Oriente è ripresa.
Sono stati, dunque, interrotti bruscamente la tregua a Gaza ed il percorso per riportare tutti gli ostaggi israeliani a casa. Con l’operazione avviata questa notte, denominata “Strenght and Sword”(Forza e Spada), il primo ministro israeliano ha ordinato nuovi raid aerei sulla Striscia. Si conterebbero già oltre 350 morti, hanno denunciato fonti mediche dell’enclave palestinese citate dalla tv satellitare al-Jazeera. Secondo quanto riferito dal direttore del ministero della Sanità della Striscia, Mohammed Zaqout, la maggior parte delle vittime sarebbero donne, bambini ed anziani palestinesi.
Leader di Hamas tra le vittime
Media locali riferiscono che nei raid avrebbero perso la vita un ostaggio (tra i 24 ancora vivi) del 7 ottobre 2023 ed alcuni leader di Hamas. Tra questi, Mahmoud abu Watfa, considerato il sottosegretario del ministero degli Interni del governo di Hamas: sarebbe stato ucciso in un attacco a Gaza City, secondo quanto confermato alla tv Al-Alaby Al-Jadeed da un esponente di Hamas. Altri media riferiscono poi dell’uccisione di ulteriori esponenti di Hamas: il premier “di fatto” a Gaza, Issam al Daalis, che si trovava nella sua abitazione, Yasser Harb e Abu Obeidah Muhammad al-Jamasi, a capo del comitato d’emergenza di Hamas, tutti componenti dell’ufficio politico del movimento che nel 2007 assunse il controllo della Striscia di Gaza. Anche Bahjat Abu Sultan, a capo della sicurezza interna di Hamas, avrebbe perso la vita nelle ultime ore. Un esponente di Hamas citato ancora da Al-Alaby Al-Jadeed ha riferito inoltre che oltre ad un morto, tra gli ostaggi si registrerebbero numerosi feriti.
Obiettivo dei nuovi raid
I nuovi raid, secondo quanto riferito da Israele, riguarderebbero “un’azione forte contro l’organizzazione terroristica di Hamas” nella Striscia di Gaza. Il portavoce delle Idf, Avichay Adraee, su X ha chiesto agli abitanti della Striscia di “lasciare immediatamente” aree “pericolose” perché “zone di combattimento”. Nel messaggio vengono citate le aree di Beit Hanoun, Khirbet Khuza’a, Abasan al-Kabira e Abasan al-Jadida e i civili vengono sollecitati a spostarsi nella parte occidentale di Gaza City o a Khan Younis perché “le Idf hanno lanciato un’offensiva potente contro le organizzazioni terroristiche”.
الناطق بلسان جيش الدفاع :”
#عاجل ‼️ تحذير إلى جميع سكان قطاع غزة المتواجدين في المنطقة المحددة بالأحمر وتحديدًا في أحياء بيت حانون، خربة خزاعة، عبسان الكبيرة والجديدة⭕️بدأ جيش الدفاع الإسرائيلي هجومًا قوياً ضد المنظمات الإرهابية. هذه المناطق المحددة تعتبر مناطق قتال خطيرة!… pic.twitter.com/geCAPWJNej
— إسرائيل بالعربية (@IsraelArabic) March 18, 2025
Le dichiarazioni del Governo israeliano
“Questo fa seguito al ripetuto rifiuto di Hamas di rilasciare i nostri ostaggi, così come al suo rifiuto di tutte le proposte ricevute dall’inviato presidenziale statunitense Steve Witkoff e dai mediatori”, ha dichiarato l’ufficio di Netanyahu in un post su X. “Israele, d’ora in poi, agirà contro Hamas con una forza militare crescente”, ha dichiarato l’ufficio di Netanyahu, specificando che la ripresa delle operazioni militari sarebbe stata decisa ed approvata dalla leadership politica già la scorsa settimana.
عاجل- جيش الدفاع يهاجم اهدافا لحماس في قطاع غزة
رئيس الوزراء بنيامين نتنياهو ووزير الدفاع إسرائيل كاتس اوعزا الى جيش الدفاع بالعمل بقوة ضد منظمة حماس الإرهابية في قطاع غزة.
يأتي ذلك بعد أن رفضت حماس مرارًا وتكرارًا إطلاق سراح المختطفين الإسرائيليين ورفضت جميع المقترحات التي… pic.twitter.com/GHDAuZPuWw— إسرائيل بالعربية (@IsraelArabic) March 18, 2025
“Come promesso” le forze israeliane hanno ripreso le operazioni nella Striscia di Gaza “con un attacco potente con l’obiettivo di distruggere Hamas, riportare a casa tutti gli ostaggi e rimuovere la minaccia rappresentata dalla Striscia di Gaza per i cittadini israeliani”, così il ministro israeliano delle Finanze, Bezalel Smotrich.
“È il passo giusto, morale, etico e più giustificato, per distruggere Hamas e riportare indietro i nostri ostaggi”, queste le parole del leader dell’estrema destra israeliana, Ben-Gvir, che a gennaio aveva lasciato la coalizione di governo proprio perché in disaccordo sul cessate il fuoco nella Striscia.
L’Idf ha deciso di chiudere il valico di Rafah attraversato ogni giorno da decine di malati e feriti palestinesi che passavano da Gaza al Sinai, secondo Ynet che specifica anche che altri valichi principali, tra cui quelli di Erez e di Kerem Shalom, sono chiusi da circa due settimane. Per le 11 di questa mattina, ora israeliana, le 10 in Italia, è stata fissata una riunione d’emergenza del gabinetto di sicurezza israeliano presieduta dal premier israeliano, Benjamin Netanyahu, secondo quanto annunciato dai media israeliani.
La reazione di Hamas
“Netanyahu e il suo governo estremista hanno deciso di sabotare l’accordo di cessate il fuoco. La decisione di Netanyahu di riprendere la guerra è la decisione di sacrificare i prigionieri dell’occupazione e di imporre loro la condanna a morte”, queste le prime accuse di Hamas in una nota. Esponenti dell’organizzazione hanno già fatto sapere di “essere al lavoro con i mediatori per frenare l’aggressione di Israele”, secondo quanto riportato da una fonte del movimento. Rivolgendosi ai mediatori internazionali li ha esortati a “ritenere l’occupazione israeliana pienamente responsabile della violazione dell’accordo”, sottolineando la necessità di “fermare immediatamente l’aggressione”. Anche il Consiglio politico supremo degli Houthi è insorto dopo questa nuova operazione: “I palestinesi non verranno lasciati soli in questa battaglia e lo Yemen continuerà con il suo sostegno e la sua assistenza e intensificherà il confronto”.
La condanna delle famiglie degli ostaggi
“Hostages and Missing Families Forum” ha rilasciato una dichiarazione dopo i nuovi attacchi aerei da parte dell’esercito israeliano sulla Striscia di Gaza. Il Governo di Israele, fanno sapere, avrebbe scelto “di rinunciare alla vita degli ostaggi”. “La più grande paura delle famiglie, degli ostaggi e dei cittadini israeliani si è realizzata”, si legge nella nota, che prosegue: “Siamo inorriditi, furiosi e spaventati dall’ intenzionale interruzione del processo di ritorno dei nostri cari dalla terribile prigionia di Hamas”.
“Il ritorno ai combattimenti prima del ritorno dell’ultimo ostaggio ci costerà i 59 ostaggi che sono ancora a Gaza e che possono ancora essere salvati e riportati indietro”. Secondo i familiari degli ostaggi l’operazione avviata a sorpresa questa notte non mirerebbe affatto a riportare indietro gli ostaggi ma si tratterebbe di “un completo depistaggio” poiché “la pressione militare mette in pericolo ostaggi e soldati”. Il cessate il fuoco deve essere ripreso. Molte vite sono in gioco”, così conclude la nota riportata dal Times of Israel.
La Casa Bianca sapeva
Come confermato dalla portavoce del presidente americano, Karoline Leavitt: “L’amministrazione Trump e la Casa Bianca sono stati consultati dagli israeliani sugli attacchi a Gaza della scorsa notte”. Intervistata nel corso del programma “Hannity” su Fox News, Leavitt ha ricordato “come il presidente Trump ha chiarito che Hamas, gli Houthi, l’Iran, tutti quello che cercano di terrorizzare non solo Israele ma anche gli Stati Uniti pagheranno un prezzo, si scatenerà l’inferno”. Brian Hughes, portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale della Casa Bianca, dopo la ripresa dei raid ha dichiarato al Times of Israel: “Hamas avrebbe potuto rilasciare gli ostaggi per estendere il cessate il fuoco, invece ha scelto il rifiuto e la guerra”.