Prima Napoli, poi Roma, ieri la protesta ha finito per allargarsi a diverse città italiane. Monta la rabbia contro il semi-lockdown imposto con l’ultimo Dpcm di Conte e dopo l’entrata in vigore del coprifuoco in diverse regioni d’Italia. “Libertà, libertà”, è il coro partito da Napoli e che da ieri fa eco in tutta Italia.
A Milano nella notte scene di guerriglia urbana. Esplose bombe carta contro le forze dell’ordine. In centinaia i violenti che, partiti da piazzale Loreto, hanno saccheggiato il centro. Cassonetti ribaltati, monopattini e scooter distrutti. Hanno raggiunto la Regione lanciando bottiglie di vetro e molotov. Danneggiati anche molti locali chiusi. Denunciate 28 persone dalla polizia, di cui 13 sono minorenni e 10 sono stranieri. Secondo quanto riporta l’agenzia Ansa, non sarebbero soggetti riconducibili a gruppi conosciuti. Denunciata anche una ragazza anarchica.
Devastato pure il centro di Torino, dove dei manifestanti hanno lanciato bombe carte e bottiglie di vetro, oltre a distruggere le vetrine dei negozi di grandi marchi. Contro gli agenti in assetto antisommossa una sassaiola e molotov. Sarebbero 10 i soggetti fermati e denunciati a Torino dalle forze dell’ordine.
#ItaliaSiRibella:
Per i disordini creatisi nelle proteste contro le chiusure del Dpcm: due negozi di via Roma a Torino sono stati devastati da gruppi di manifestanti che, sfondata la vetrata d’ingresso, si sono introdotti all’interno e dati al saccheggio pic.twitter.com/jrGpimPIXU— Perché è in tendenza? (@perchetendenza) October 26, 2020
Manifestazioni anche a Trieste, Viareggio, Cremona, Pescara e Catania. Disordini si sono registrati a Trieste, dove i dimostranti si sono riuniti in piazza Unità. Tensioni sono nate quando un gruppo di facinorosi ha iniziato a lanciare fumogeni verso la prefettura.
Ieri Napoli è ritornata in piazza per la quinta giornata consecutiva di protesta. Una manifestazione proseguita pacificamente in piazza del Plebiscito, dove sono arrivati in un migliaio tra ristoratori, animatori, bartender, scuole di danza, lavoratori, artisti e piccoli imprenditori, per dire no al semi-lockdown deciso dal governo nazionale.
Dopo un paio di ore di sit-in, i manifestanti in corteo hanno raggiunto la sede della Regione. “Non siamo camorristi”, era scritto sui cartelloni e urlavano alcuni manifestanti. Una risposta a chi, dopo la guerriglia urbana di venerdì, ha attribuito la regia di quelle violenze alla camorra. Anche ieri non sono mancati i cori contro il governatore della Campania, Vincenzo De Luca. Qualche momento di tensione si è registrato quando uno sparuto gruppo di dimostranti ha raggiunto il lungomare e ha invaso la strada. Un uomo è stato bloccato e portato via dalla polizia, ma sarebbe stato solo identificato.
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