Panorami incantevoli, alberghi e ristoranti pieni, turisti da ogni parte del mondo, ma a Capri, sull’isola italiana famosa in tutto il mondo e tanto amata in particolar modo dagli americani, è meglio non sentirsi male. “Devo mangiare”, così può capitare che un medico possa accogliere un paziente che arriva alla guardia medica per chiedere assistenza sanitaria. E’ successo a D. (non riportiamo il nome per privacy), sull’isola azzurra da mesi per lavoro, che nella notte di venerdì 6 settembre, preoccupata per il suo stato di salute, ha pensato di recarsi presso l’ambulatorio situato a ridosso della famosa piazzetta di Capri, piazza Umberto I.
Sulla porta chiusa, l’orario di apertura al pubblico della settimana: il venerdì dalle 8 di sera alle 8 del mattino. Erano quasi le 23 quando D. bussa. Dopo qualche momento di attesa, ad aprire arriva il medico di turno, che senza preoccuparsi di capire cosa avesse la paziente afferma stizzito che sta mangiando. “Va bene, posso aspettare qui fuori”, risponde incredula D. L’attesa sembra però interminabile. Passano 10 minuti e prova ancora una volta a bussare, ma non arriva nessuno. Dopo quasi 2 minuti – come dimostra il video che documenta l’accaduto – il medico apre: “Non potevate venire prima? Io devo fare due certificati, che se scade mezzanotte…”, sbotta. “Io non posso sentirmi male a comando”, risponde D. sconcertata, mentre aveva solo bisogno di qualcuno che la visitasse. Aveva difficoltà a respirare, ma di fronte si era trovata un medico che riusciva solo a urlarle contro, ad elencarle i suoi problemi di lavoro e a ripeterle anche lei “ha diritto di mangiare”.
Quando D. finalmente riesce ad entrare e dice che è di Enna, parte la richiesta per un bonifico istantaneo all’Asl. I non residenti pare che siano tenuti a effettuare questo versamento a seconda delle prestazioni che ricevono, le avrebbero poi spiegato in farmacia. Ma D. non ne era a conoscenza e chiede spiegazioni. La domanda basta a far ripartire lo sproloquio alterato della dottoressa: “Sono venute 10 persone e due decessi. Io sono da sola, devo fare tantissime cose”, urla. “Non mi urli contro”, le chiede D., che decide di lasciare l’ambulatorio per andare in ospedale preannunciando una denuncia. “Gliela faccio io la denuncia, perché lei non vuole pagare”, minaccia però il medico. Peccato che nessuno si era rifiutato di pagare e che D. é dovuta andare via per le difficoltà incontrate senza ricevere un’assistenza.
“Non è la prima volta che capitano situazioni del genere”, rivelano alcuni operatori al pronto soccorso dell’ospedale Cantalupi di Capri, sconcertati per l’accaduto e impegnati a risolvere qualche caso più grave. E che non si sia trattato di un episodio isolato lo rivelano in parecchi sull’isola, un posto dove oltre ai residenti durante la stagione estiva sono tantissimi i turisti e i lavoratori stagionali che potrebbero avere bisogno di assistenza sanitaria. “E se fossi arrivata lì con qualche malessere più grave? Se lì ci fosse arrivato qualcuno tipo con un principio di infarto, che sarebbe accaduto?”, è ciò che continua a ripetersi D. che per fortuna non aveva nulla di grave.
“Un medico non può lasciare fuori un paziente per mangiare. Stava svolgendo un servizio pubblico”, è il commento di alcuni medici con cui abbiamo parlato che prestano servizio presso ospedali pubblici. “Questo caso però – aggiungono – non deve fomentare odio nei confronti dei medici, già vittime di troppi aggressioni. Bisogna limitare la discussione al singolo caso ed è necessario che si sporga denuncia per quanto successo”.