A sedici mesi dall’alluvione molto più violenta e che colpì un’area decisamente più estesa, l ‘Emilia è rimpiombata in un incubo. Dallo scorso martedì 17 settembre l’ ondata di maltempo che ha interessato tutta l’Italia, ha fatto registrare fenomeni molto intensi nelle province di Bologna, Ravenna e Forlì Cesena, oltre che in alcune aree delle Marche e della Toscana.

Esondazioni, rotture di argini e tracimazioni di diversi affluenti del fiume Reno hanno causato allagamenti diffusi su tutto il territorio emiliano e piccole frane, provocando forti disagi alla viabilità stradale e ferroviaria nonché temporanee interruzioni nella fornitura di energia elettrica e l’isolamento di alcune frazioni. Attualmente sarebbero circa 2.500 (800 solo nel Ravennate) le persone evacuate ed ospitate nelle strutture rese disponibili dai Comuni.

La tempestiva comunicazione dell’allerta, unitamente alle preventive evacuazioni disposte per la popolazione residente nelle aree più rischiose, non sono bastate ad arginare i danni. Anche durante i fenomeni temporaleschi più intensi sono continuati gli allontanamenti dei cittadini dalle proprie case con il supporto della protezione civile e con i mezzi aerei di Vigili del Fuoco, Aeronautica Militare ed Esercito Italiano: gli sfollati sono stati portati in salvo con gommoni e verricelli calati dagli elicotteri.

In alcune zone, come a Modigliana (FC) e Brisighella (Ra), è stato vissuto un incubo peggiore rispetto alle giornate del 16 e 17 maggio 2023, in altre, come a Faenza e Forlì, la paura è stata tanta ma non c’è stata la devastazione di poco più di un anno fa. Come spiegato dalla Protezione Civile Nazionale, la pioggia caduta in 48 ore è stata di più rispetto alla primavera di un anno fa ma c’è stato un elemento favorevole: il vento che ha fatto sì che il mare non respingesse l’acqua in arrivo dai fiumi, come invece accadde allora.
In due giorni sono caduti circa 350 mm di acqua, a maggio 2023 furono tra i 400 ed i 450 i millimetri d’acqua caduta, ma in due alluvioni.

I danni

Ancora non c’è una quantificazione dei danni, ma secondo le previsioni ammonterebbero ad oltre un miliardo di euro. La buona notizia delle ultime ore è che non ci sono dispersi. È stata infatti smentita l’iniziale segnalazione di due persone disperse dopo la piena che ha travolto argini e case a Traversara, una frazione di Bagnacavallo.

Al momento ogni sforzo è profuso per il ripristino degli argini colpiti e per un celere ritorno alla normalità. Tra case invase dal fango, campagne allagate con gli agricoltori in ginocchio, linee dei treni locali ancora parzialmente sospese, la viabilità resta critica in alcune zone a causa degli smottamenti e delle frane ancora in corso.

Secondo la Coldiretti “l’80% delle aziende nel Ravennate danneggiate sono le stesse devastate dall’alluvione del 2023. L’acqua ha inondato i terreni coltivati a ortaggi e gli alberi di mele, pere, kiwi, susine con impianti danneggiati nella zona del Faentino, nel Bagnacavallese e a Cotignola dove l’acqua è arrivata alla frutta, avendola ricoperta di fanghiglia, il raccolto si può considerare perso. Ma il ristagno idrico, se dovesse prolungarsi, metterebbe a rischio tutti i frutteti, come accaduto nel 2023”.

Irene Priolo, presidente facente funzioni dell’Emilia Romagna, ha assicurato: “Siamo già all’opera per tornare alla normalità. La rottura del Senio ha causato l’allagamento a Lugo interessando, con diverse intensità, alcune parti della cittadina. Stiamo già organizzando il massimo supporto con un’ottantina di volontari della Protezione civile della Colonna Toscana e i nostri tecnici dell’Agenzia regionale. Ho già firmato l’ordinanza per la gestione dei rifiuti, solidi e liquidi: più agiamo rapidamente nello smaltimento, meno saranno i problemi, soprattutto per le famiglie e i cittadini. Abbiamo chiesto al Governo di accogliere tempestivamente la richiesta di stato di emergenza per assicurare il sostegno alle popolazioni più colpite, in particolare delle province di Ravenna e Forlì-Cesena e della Città metropolitana di Bologna- ha affermato Priolo.

L’emergenza non è ancora rientrata. Da quest’oggi l’allerta rossa cede il posto a quella arancione per le zone già colpite nelle scorse ore dalle piogge e dall’alluvione ed in molte città – come a Faenza – già da ieri, 20 settembre, hanno riaperto le scuole di ogni ordine e grado, i centri di formazione professionale, le sedi universitarie, gli istituti culturali, i centri di aggregazione giovanili e gli impianti sportivi comunali.

Per l’Emilia Romagna pronti 20 milioni

Il Consiglio dei ministri convocato per oggi, sabato 21 settembre alle ore 11:00, ha un unico punto all’ordine del giorno: l’approvazione della richiesta dello stato di emergenza avanzata dalla Regione per l’alluvione che ha colpito la Romagna. Secondo quanto già trapelato, il governo svolgerà l’istruttoria in forma accelerata per la dichiarazione dello stato d’emergenza e stanzierà 20 milioni per le prime necessità. “Ulteriori stanziamenti – ha dichiarato la premier Meloni – saranno resi disponibili all’esito delle ricognizioni successive all’emergenza”.

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here