Nello scontro politico, diplomatico e militare che da oltre 900 giorni vede contrapporsi Russia ed Ucraina, nelle ultime ore entrano in scena nuovi argomenti: le presidenziali USA e lo spettro dell’atomica.
Le ostilità, nel frattempo, non accennano a placarsi: durante la notte è stato scagliato un nuovo attacco russo contro Kiev, il decimo dall’inizio del conflitto. A renderlo noto è stata l’Amministrazione Ucraina (Kmwa) via Telegram specificando che le difese aeree nazionali hanno intercettato ed abbattuto ben 15 droni e che non si registrano danni gravi né ferimenti a persone. Anche una struttura medica nella regione di confine di Sumy è stata bersaglio di un attacco: sarebbero rimaste uccise almeno nove persone, secondo quanto riportato dal ministro degli Interni ucraino, Igor Klymenko.
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha riferito sui social network che gli attacchi sono stati condotti dall’esercito russo utilizzando “droni (esplosivi) Shahed”.
La Russia “sta conducendo una guerra contro gli ospedali, le infrastrutture civili e la vita delle persone. Solo la forza può costringere la Russia alla pace. La pace con la forza è l’unica strada giusta”, ha dichiarato Zelensky.
Sumy. Russia hit one of the city’s hospitals with “Shahed” drones. As of now, we know that 8 people have been killed. My condolences to their families and friends. Eleven others have been wounded, and 113 patients have been evacuated from the hospital.
The rescue operation is… pic.twitter.com/liI6SVKvg7
— Volodymyr Zelenskyy / Володимир Зеленський (@ZelenskyyUa) September 28, 2024
Ieri pomeriggio, intanto, Donald Trump parlando ai microfoni di Fox News, mentre al suo fianco c’era Volodymyr Zelensky, ha dichiarato: “Sono convinto che se vincerò avremo un accordo molto giusto e abbastanza rapido. Deve finire, il presidente (riferendosi a Zelensky) vuole che finisca, e sono certo del fatto che il presidente Putin vuole che finisca: è una buona combinazione. Noi vogliamo un accordo giusto per tutti”.
Anche Joe Biden ha incontrato il suo omologo ucraino. Il Presidente USA che fra poco più di un mese cederà il posto a chi vincerà le presidenziali – che non lo vedranno tra i protagonisti- ha annunciato un nuovo pacchetto per “l’assistenza alla sicurezza per l’Ucraina e una serie di azioni aggiuntive per aiutare l’Ucraina a vincere questa guerra”.
Putin pronto ad usare l’atomica
Dall’inizio dell’invasione dell’Ucraina fino allo scorso giugno, è stato calcolato che il nucleare è stato evocato da personalità in Russia ben 74 volte, un numero di gran lunga superiore ai periodi precedenti: si calcola che dal 1999 siano stati 95 i casi in totale. C’è stata, quindi, negli ultimi 2 anni una sensibile accelerazione nelle minacce di utilizzo del nucleare, tanto da alimentare numerosi interrogativi ed un vivace dibattito in tutto l’Occidente.
Stavolta sembrerebbe la situazione sia nettamente diversa: la nuova dottrina nucleare russa è un fatto concreto. Il nuovo pensiero del Governo Russo è stato riportato nero su bianco. Lo scorso 24 settembre il capo del Cremlino ha presieduto un Consiglio di sicurezza straordinario “sulla deterrenza nucleare”. Putin ha aperto la seduta ricordando che il documento da approvare era stato preparato da esperti e militari sottolineando quanto la Russia avesse lavorato in passato per non inasprire la situazione.
È singolare come proprio dallo scorso 26 settembre, Giornata per l’eliminazione totale delle armi nucleari, lo zar sia tornato ad agitare pericolosamente lo spettro dell’atomica.
Con la modifica alla dottrina nucleare del Paese – che dispone del più grande arsenale atomico del mondo con gli Stati Uniti – diventa “un attacco congiunto alla Federazione Russa” anche “l’aggressione da parte di uno Stato non nucleare ma con la partecipazione o il sostegno di uno Stato nucleare”, secondo quanto affermato dal presidente russo, Vladimir Putin, citato dall’agenzia Ria Novosti. L’atomica potrebbe quindi essere utilizzata in risposta ad un’azione ucraina appoggiata da Stati Uniti e Paesi nucleari europei (Gran Bretagna e Francia), ipotesi che fa tremare l’Ucraina e tutto l’Occidente.
Le inchieste di Mosca includono un nuovo reporter italiano
A partire dalla seconda metà del mese di agosto il governo di Mosca ha avviato inchieste a carico di 12 reporter stranieri. Stefania Battistini, la giornalista della Rai che per prima ha documentato l’offensiva ucraina nella regione russa di Kursk, è da allora ufficialmente ricercata dal governo russo. Il nome di Battistini è presente in un elenco dove compaiono anche l’operatore Simone Traini ed altri giornalisti di testate straniere. Avere attraversato il confine tra Ucraina e Russia è il motivo delle inchieste a loro carico. È notizia di ieri, inoltre, la protesta di Mosca per l’ingresso nella regione di Kursk di un altro giornalista italiano, Davide Maria De Luca, di Domani. A nominarlo in un post su Telegram è stata Maria Zakharova, portavoce del ministero degli Esteri.
I matrimoni a distanza delle coppie ucraine
Tra attacchi, prove di dialogo, mancati accordi e lo spettro delle armi nucleari, una felice novità fa ben sperare per il futuro dell’Ucraina. Agli inizi di settembre, nel giorno fissato per il matrimonio, Olha e Mykyta sono stati i primi due giovani ucraini convolati a nozze “da remoto”: si sono visti sugli schermi dei loro smartphone per il “sì”. È la prima coppia nel Paese devastato dalla guerra con Mosca ad essersi sposata online, grazie ad una App, la prima ad offrire un servizio simile, gestita dal governo di Kiev.
Diia, è questo il nome dell’ app lanciata dal Ministero della Trasformazione Digitale. Esiste in realtà dal 2020 e include tantissimi servizi. Veniva utilizzata da milioni di ucraini per accedere a vari documenti ufficiali, tra cui il passaporto, la patente di guida o la registrazione di un veicolo, e si poteva anche registrare un’attività o pagare le tasse in pochi clic, o persino registrare la nascita di un figlio. Da circa un mese viene utilizzata anche per unirsi in matrimonio.
L’Ucraina è sicuramente il primo Paese d’Europa ad offrire un servizio del genere e probabilmente sino ad oggi nessun Governo del mondo ha mai pensato di promuovere questa pratica. Secondo i dati diffusi dal ministero della Trasformazione Digitale in Ucraina, al 20 settembre già 251 coppie si erano sposate utilizzando l’app Diia ed oltre 3.000 avevano presentato domanda di matrimonio online. Dopo un anno disastroso per il calo dei matrimoni e l’aumento dei divorzi, con questa App il Governo ucraino mira anche a promuovere la formazione di nuove famiglie, il cui numero, secondo Opendatabot, negli ultimi 10 anni è diminuito di 1,6 volte.