Parte della Spagna è sconvolta dall’alluvione. Soprattutto nella Comunidad Valenciana. Ma riflessi ci sono stati anche in Andalusia e in altre aree del Paese tra Sud ed Est. L’arrivo di “Dana (“Depresion Aislada en Niveles Altos)” ‘, il fenomeno meteorologico tipico del Mediterraneo Occidentale, ha portato l’esondazione di diversi fiumi e con essa morte e distruzioni. Secondo i dati forniti dalle autorità spagnole nel pomeriggio di mercoledì, le vittime accertate sono 95 (settanta nell’area attorno a Valencia e due a Castilla La-Mancha). Numerosi i dispersi, persone di cui si è persa ogni traccia. In 8 ore, dicono gli esperti, è scesa la quantità di acqua che di solito si attende in un anno e la violenza di “Dana’’ in 100 anni di storia non ha precedenti. Il governo di Madrid presieduto da Pedro Sanchez ha proclamato tre giorni di lutto nazionale e da diverse parti del mondo arrivano i messaggi di cordoglio per gli spagnoli.

Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha inviato un messaggio al Re di Spagna Felipe VI. “Il nostro pensiero va ai dispersi e alle loro famiglie, nonché alle squadre di soccorso che lavorano senza sosta in condizioni particolarmente difficili – la missiva del Capo dello Stato – In un momento di così grave lutto per l’amico popolo spagnolo, desidero far pervenire a Vostra Maestà e ai congiunti delle vittime il più sincero cordoglio degli italiani tutti e le espressioni della mia personale vicinanza”.

A unirsi al coro anche il presidente del consiglio Giorgia Meloni con un messaggio pubblicato su “X”: “Desidero esprimere la mia solidarietà e quella del Governo italiano alla comunità spagnola duramente colpita dalle alluvioni che hanno messo in ginocchio interi territori, in particolare la città di Valencia. Rivolgo il mio pensiero di vicinanza ai familiari delle vittime”.

La testimonianza

In queste ore così convulse, Tell ha raggiunto Sara Carducci, italiana originaria di Napoli che da diversi anni vive a Valencia. Anche lei sta dando il suo contributo per aiutare a trovare i dispersi grazie al tam tam sui social con alcune pagine dedicate. “La situazione a Valencia città è sotto controllo. Io e la mia famiglia stiamo bene. Sono le aree e i paesini attorno ad essere stati investiti appieno dall’alluvione”, precisa Sara, che poi non può omettere un importante particolare: “L’allarme della Protezione Civile spagnola è arrivato in ritardo (il documento mostrato da Sara è quello delle 20.11 di ieri, martedì 29 ottobre, ndr.) quando le persone erano ancora per strada. Si è sottovalutata l’intensità della pioggia. Tutti sono d’accordo che l’allarme è arrivato tardi”.

Se Valencia è stata risparmiata dall’Apocalisse, i territori circostanti ed altri più lontani tra la zona Sud ed Est sono ormai devastati, irriconoscibili. Tra questi: Albal, Alcasser, Aldaia, Alfafar, Benetusser, Catarroja, Chiva, Cheste, Lloc Nou de la Corona, parte di Manises, Massanassa, Monserrat, Paiporra, Picanya, Silla, Torrent. Carducci conferma come “ci sono italiani che non riusciamo a rintracciare che sono nei paesini coinvolti. Il problema principale è che non possiamo uscire da Valencia, i paesini intorno non sono raggiungibili. Le autostrade sono chiuse, la metro è chiusa, i bus circolano solo per Valencia città e c’è gente bloccata da ieri in aeroporto”.

I danni sono ingenti, incalcolabili e le immagini delle abitazioni e delle auto distrutte hanno fatto il giro del mondo, così come i salvataggi disperati da parte dei Bomberos (i vigili del fuoco ispanici). “Ci sono famiglie che sono rimaste senza casa e abbiamo messo a disposizione le nostre per recuperare vestiti e qualunque altra cosa di cui hanno bisogno gli sfollati. – dice ancora Sara – Ci sono molte città che non hanno luce e sono senza acqua. Hanno diramato un’allerta sulla rete idrica e, anche a Valencia, tutti si sono buttati nei supermercati per trovare acqua che scarseggia. Si sono vissute nuovamente le scene del periodo iniziale del Covid’’.

Sara, così come altri italiani, con il supporto ovviamente degli spagnoli, ha un “filo diretto con il consolato di Barcellona che ci informa della situazione e pubblichiamo nomi di persone disperse/non rintracciabili. Pubblichiamo sui social e sui vari gruppi di italiani”. Intanto, si teme che scene simili possano essere vissute nelle prossime ore a Barcellona e in Catalaunya, dove le nuvole minacciano pesanti piogge. “L’emergenza non è finita” ha confermato il premier Sanchez che ha già annunciato che si recherà nelle zone colpite.

La parola all’esperto

Roberto Braibati, manager ambientale e presidente di Gea Ets, non si stupisce. “Fenomeni come questi stanno diventando la quotidianità. Quello che capita in Spagna non è null’altro di quello che è capitato una settimana fa in Liguria, due settimane fa a Genova e tre settimane fa in Romagna, e non sarà dissimile da quanto capiterà altrove tra qualche settimana”. Braibati individua il problema, e cioè “la quantità di C02 continuamente in aumento nell’atmosfera. Parliamo oramai attorno alle 400 parti per milione. Di situazione del genere ne vedremo sempre più, perché quando vedi scendere 400 millilitri per metro quadro di acqua in 7-8 ore non esiste alveo, fiume e fogna che li possa mantenere: si va sott’acqua”. Il presidente di Gea Ets sottolinea, per l’ennesima volta, come “il clima” sia “cambiato”. Nonostante questo, però, “vedo un’assenza totale della politica su questi temi, ci vorrebbe una formazione di resilienza, un’informazione ai cittadini. Dovremmo ragionare per vivere diversamente e farlo alla svelta, sta correndo tutto troppo velocemente” .

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