È gravissimo il bilancio dell’esplosione che questa mattina alla stazione ferroviaria di Quetta, in Pakistan, ha seminato morte e distruzione. Si registrano 26 morti – di questi 14 sarebbero militari – e 60 feriti, tra i quali 46 membri delle forze di sicurezza, provocati da un attentatore suicida il cui obiettivo erano le forze dell’esercito della scuola di fanteria che si trovavano in stazione.

Centinaia di persone stavano aspettando il Jaffar Express quando una violenta esplosione ha colto tutti di sorpresa. In un video ripreso dalle videocamere di sicurezza della ferrovia si vede l’istante esatto della deflagrazione: fiamme e fumo invadono la banchina, bagagli volano ovunque mentre il tetto in acciaio della struttura salta in aria e con questo una bancarella del thè.

La rivendicazione

In una dichiarazione il gruppo separatista etnico Balochistan Liberation Army (BLA, il più numeroso tra i gruppi armati a combattere Islamabad) ha rivendicato l’attacco specificando che un attentatore suicida ha preso di mira le truppe presenti alla stazione ferroviaria. “Un attacco suicida è stato condotto contro un’unità dell’esercito pakistano alla stazione ferroviaria di Quetta mentre tornavano tramite il Jaffer Express dopo aver completato un corso presso la scuola di fanteria”, ha proclamato Jeeyand Baloch, portavoce del gruppo armato.

I precedenti attentati

Non è la prima volta che il BLA prende di mira i militari e le forze di sicurezza. Il gruppo fuorilegge da tempo porta avanti un’insurrezione per ottenere l’indipendenza del Belucistan, provincia di circa 15 milioni di persone che confina con l’Afghanistan a nord e con l’Iran ad ovest, dal governo di Islamabad. Soltanto tre mesi fa, ad agosto, il Balochistan Liberation Army ha condotto numerosi attacchi contro autobus passeggeri, polizia e forze di sicurezza in tutto il Belucistan, uccidendo più di 50 persone, per lo più civili.

Poco più di una settimana fa, una potente bomba montata su una motocicletta è esplosa nei pressi di un automezzo che trasportava agenti di polizia con il compito di proteggere gli operatori antipolio in Belucistan, uccidendo nove persone, tra cui cinque bambini.
Ad ottobre un altro attentato suicida, rivendicato sempre dal BLA, ha provocato la morte di due civili. In quel caso l’obiettivo erano cittadini cinesi che si trovavano fuori dall’aeroporto di Karachi. L’attacco mirato ha scatenato la reazione immediata di Pechino che da allora ha chiesto al Pakistan di garantire sicurezza ai propri cittadini impegnati in numerosi progetti in Belucistan e nelle altre zone del Paese (tra questi la Belt and Road Initiative -BRI- lanciata dal Presidente Xi Jinping alla fine del 2013).

La zona

La città di Quetta si trova nella zona sud-occidentale del Pakistan, è capoluogo e maggiore centro della provincia del Belucistan e del distretto omonimo. Si trova in una valle tra alte montagne, dove si congiungono strade e linee ferroviarie che si inoltrano verso l’Afghanistan a nord e l’Iran ad ovest.

La provincia del Belucistan, ricca di petrolio e minerali, è la più grande del Pakistan, ma anche la meno popolata. Vi risiede la minoranza etnica Baloch del paese, i cui membri affermano di subire discriminazioni e sfruttamento da parte del governo centrale. Accanto ai gruppi separatisti anche militanti islamici risultano particolarmente attivi nella zona.

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