Appena tre mesi è durato il governo di “Mr Brexit”, caduto sotto i colpi delle opposizioni di sinistra e di estrema destra che compatte hanno votato ieri sera la sfiducia.
Soltanto a settembre scorso i francesi tiravano un sospiro di sollievo con la nomina di Michel Barnier (seguita alle elezioni anticipate indette da Macron dopo la sconfitta alle Europee) ed oggi, a distanza di appena tre mesi, la Republique rivive la crisi. L’ esito del voto – per molti un risultato scontato – fa ri-piombare la Francia in una situazione caotica.

Il governo Barnier è stato il più breve della Quinta Repubblica ed il secondo esecutivo francese rovesciato da una mozione di sfiducia, dopo quello di Georges Pompidou nell’ottobre del 1962. Il voto è stato compatto: 331 su 574 sono stati i voti favorevoli alla mozione di censura della sinistra, ne bastavano 289. Durante il suo ultimo discorso ai deputati prima del voto, applaudito a lungo dai suoi sostenitori di destra e di centro, Barnier ha dichiarato: “Non è per piacere che ho presentato quasi solo misure difficili in questo bilancio, avrei preferito distribuire dei soldi”, aggiungendo: “La gravità della situazione economica e la verità si imporranno a qualsiasi nuovo governo”.


Nonostante sia la France Insoumise sia il Rassemblement National abbiano già invocato le dimissioni del Presidente della Republique (il cui mandato scade nel 2027), Marine Le Pen ha anticipato che lascerà lavorare il nuovo premier ad una manovra finanziaria. Nell’intervista a Tf1 immediatamente dopo l’annuncio dell’approvazione della mozione di sfiducia che ha fatto cadere il governo di Michel Barnier, Marine Le Pen ha giustificato il suo voto con “la scelta di proteggere i francesi”. Secondo Le Figaro, la leader del partito Rn, ha specificato che “non vi erano altre soluzioni che questa. Michel Barnier non ha ascoltato le opposizioni quando ha costruito la sua legge di bilancio”.

Secondo il presidente del Partito popolare europeo, Manfred Weber, “l’estrema destra e l’estrema sinistra di Le Pen preferiscono saltare nel vuoto, portando con sé il destino della Francia e del popolo francese”. “Questo è un comportamento irresponsabile. Apprezziamo molto il lavoro svolto da Michel Barnier e dai Repubblicani. Solo loro possono portare la stabilità di cui la Francia ha bisogno”, il commento a caldo alla sfiducia su X di Weber.

Cosa accadrà

Mentre l’Esecutivo veniva sfiduciato, il capo dell’ Eliseo si trovava in visita a Riad, nell’Arabia Saudita. Secondo quanto disposto dall’Articolo 50 della Costituzione, dopo l’adozione di una mozione di censura da parte dei deputati, “il primo ministro deve presentare al presidente della Repubblica le dimissioni del governo”. Michel Barnier è quindi atteso domani, giovedì 5 dicembre, alle ore 10, all’Eliseo, dove presenterà le sue dimissioni con quelle dei ministri a Emmanuel Macron, lo ha fatto sapere la presidenza francese.

Secondo alcune fonti citate da BfmTv, in vista del weekend dedicato alla riapertura di Notre-Dame (dopo l’incendio del 2019), per non apparire a Donald Trump ed ai capi di Stato di mezzo mondo a capo di uno Stato senza governo, Macron potrebbe già nominare il successore di Barnier entro le prossime 24 ore. C’è attesa, infatti, per giovedì sera, quando il Presidente in diretta tv parlerà ai suoi connazionali. Tra coloro in lizza per l’incarico ci sarebbero l’attuale ministro della Difesa, Sébastien Lecornu, ed il centrista François Bayrou, che oltre al rapporto stretto con Macron conta appoggi fra i moderati di sinistra e di destra; entrambi sono ritenuti candidati possibili perché non invisi a Marine Le Pen che farà pesare i suoi 143 deputati all’Assemblée Nationale. Tra i nomi che circolano in queste ore c’è anche quello di Bernard Cazeneuve, ex ministro uscito dal partito socialista.

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