L’uscita dalla coalizione dei liberali del ministro delle Finanze Christian Lindner, licenziato dal cancelliere Olaf Scholz il 6 novembre dopo mesi di attrito, per molti è stato l’atto che ha anticipato la fine del governo Scholz e della sua minoranza (socialdemocratici e verdi). Dalle ore 16:35 di lunedì 16 dicembre la Germania è senza un governo stabile: il cancelliere non ha ottenuto la fiducia del Bundestag, il parlamento tedesco, e il 23 febbraio si dovrà tornare alle urne.
Nel tempo che separa dalle nuove elezioni, il governo Scholz – ai sensi dell’articolo 69 della Costituzione – resterà nelle sue funzioni per gli affari correnti sino all’elezione del nuovo Bundestag. Per il prosieguo dell’attività parlamentare sarà necessario il sostegno di eventuali nuove maggioranze in appoggio dei singoli provvedimenti. I due partiti di centro Cdu e Csu hanno già fatto sapere che non approveranno iniziative non urgenti.
“È la sesta volta che un cancelliere chiede la fiducia in Parlamento”, con queste parole Scholz lunedì si era rivolto al Bundestag ricordando che in tre casi precedenti – Willy Brandt, Helmut Kohl e Gerhard Schröder – lo strumento aveva condotto ad elezioni anticipate, “e questo è anche il mio obiettivo”, aveva specificato.
Es ist genau das Richtige, dass die Bürgerinnen und Bürger jetzt entscheiden können, welchen Kurs wir für unser Land einschlagen. Davon bin ich fest überzeugt. Als Demokrat fühle ich mich bei diesem Gedanken sehr wohl. pic.twitter.com/raN564qUBC
— Bundeskanzler Olaf Scholz (@Bundeskanzler) December 16, 2024
Per la fiducia Scholz avrebbe dovuto incassare almeno 366 voti, ma ha ottenuto solo 207 voti favorevoli contro ben 394 contrari. In 116 si sono astenuti.
Dopo la sfiducia, il cancelliere si è recato dal presidente della Repubblica, Frank-Walter Steinmeier, chiedendo lo scioglimento della Camera. Entro i successivi 21 giorni Steinmeier dovrà stabilire se si voterà nei prossimi due mesi o potrà crearsi un’altra maggioranza stabile nell’attuale Parlamento, senza la necessità di scioglierlo. Da quanto trapelato già nelle scorse settimane, sembra chiaro che il suo obiettivo è indire nuove elezioni per la costruzione di un governo stabile.
Al momento potrebbero essere presentati ricorsi costituzionali dai deputati e se una causa dovesse avere successo, le elezioni non potrebbero tenersi quando già previsto. In ogni caso, come dice l’articolo 39 Costituzione, non devono passare più di 60 giorni tra lo scioglimento del Bundestag e le nuove elezioni. Per questo motivo, il 23 febbraio 2025 è la data che viene indicata per le elezioni, che si terranno con un anticipo di circa sette mesi rispetto alla scadenza naturale dell’ultimo governo. Il tempo minimo è stabilito anche per facilitare il lavoro alle formazioni che non risiedono in Parlamento ed alle quali è necessario raccogliere 2mila firme per presentarsi. Il prossimo parlamento sarà formato tramite un nuovo sistema che per la prima volta fissa in modo rigido il numero dei deputati a 630, attualmente sono 733.
Sono molti i temi che di qui ai prossimi due mesi infuocheranno i dibattiti che condurranno al voto. La Germania attualmente sta pagando più di ogni Paese europeo, in termini economici e sociali, le conseguenze delle due guerre più vicine, quella tra Russia ed Ucraina e il conflitto in Medio Oriente. Più di un milione di rifugiati ucraini ed oltre 900mila profughi siriani si trovano in Germania, Paese nel quale è a dura prova la macchina organizzativa dell’accoglienza e del sostegno economico. In uno scenario complessivo nel quale la Repubblica federale rischia, secondo numerosi analisti ed economisti, di attraversare la peggiore crisi economica ed industriale dalla seconda guerra mondiale ad oggi, i tedeschi vengono richiamati alle urne.
I sondaggi e la formazione del nuovo Bundestag
L’esito scontato del voto sulla fiducia non ha di fatto, tuttavia, arrestato Olaf Scholz, che ha già annunciato la propria ricandidatura: “Mi batterò nella prossima campagna elettorale per alzare il salario minimo da 15 euro l’ora. Rispetto significa anche poter vivere del proprio lavoro. Nella scorsa legislatura avevo promesso di portare il salario minimo a 12 euro. Ho mantenuto questo impegno”, ha fatto sapere il Kanzler passato da subito dalla sfiducia alla campagna elettorale.
Il Bundestag, lunedì, oltre ad essere il luogo dell’ultimo discorso, è stato utilizzato dal cancelliere uscente anche per lanciare il programma della Spd (Il Partito Socialdemocratico di Germania, in tedesco Sozialdemokratische Partei Deutschlands): anticipando i punti cardine del proprio programma elettorale, Scholz ha promesso di promuovere l’energia rinnovabile, di tagliare la burocrazia e di investire nelle infrastrutture e nella difesa. Secondo molti, il Kanzler sfiduciato adesso promette di portare a compimento cose che dal suo insediamento nel 2021 non è riuscito a fare, anche a causa del vincolo sul debito, un vero “freno” difeso con ostinazione dai Liberali, tanto da condurre alla rottura della coalizione, la clausola inserita nella Costituzione nel 2009 ed oggi messa in discussione anche dalla Cdu.
Oltre Scholz, tra i possibili candidati anche il leader della Cdu, Friedrich Merz, che rivolgendosi a Scholz lunedì ha dichiarato: “Lei ha avuto la sua chance e non merita la fiducia, signor Scholz”. Stando ai sondaggi, proprio Merz avrebbe ottime probabilità di diventare cancelliere (per l’istituto Forsa la Cdu è data al 31%, l’Spd al 17%). Anche nello scenario delineato dai sondaggi ZdF, la Cdu di Friedrich Merz sarebbe in vantaggio col 33% delle preferenze, a seguire la AfD al 17%, quindi Spd al 15% ed i Verdi al 14%. Con appena il 5% l’Alleanza Sarah Wagenknecht entrerebbe nel nuovo Bundestag, la FdP otterrebbe solo il 4%. L’attuale 3% dei Linke rischierebbe di non farli entrare nel nuovo parlamento.