Non hanno un bagno nell’alloggio, e da due giorni nemmeno la porta di ingresso, quella da cui si accede anche alle altre due abitazioni con cui condividono i servizi igienici. Se prima per espletare i bisogni fisiologici di notte usavano un secchio per evitare di uscire di casa, ora hanno paura di andare in bagno anche di giorno.
Alberto, Gloriana e i loro tre bambini, di cui due autistici, vivono in un alloggio assegnatogli nel 2014 dal Comune di Napoli, in seguito allo sgombero da una scuola che occupavano con altre famiglie. La loro abitazione si trova nei pressi di piazza Garibaldi, in un palazzo che non garantisce alcuna sicurezza, dove riesce a entrare chiunque.
Durante un’aggressione avvenuta a giugno scorso, il portone di ingresso era stato sfondato e mai sostituito. “Abbiamo chiesto più volte al Comune di sostituirlo”, affermano Alberto e Gloriana. In assenza di interventi hanno pensato di comprarne uno nuovo a proprie spese, così come a proprie spese nel palazzo i condomini devono far aggiustare l’ascensore, per assenza di manutenzione da parte del Comune.
Venerdì, stavano sostituendo quella porta sfondata quando sono intervenuti agenti della polizia di Stato, prima, e della polizia municipale, dopo. Per i caschi bianchi stavano commettendo un abuso. Hanno, quindi, proceduto con il sequestro della porta nuova e lasciato la vecchia nelle scale. Nessuno ha provveduto a montarla e nel frattempo è sparita pure un’anta.
“Presenteremo denuncia per il furto della porta”, ha annunciato il legale che segue Alberto e Gloriana, Gino Caricati. L’avvocato e don Carlo, sacerdote vicino alla famiglia, ieri mattina hanno accompagnato Alberto e Gloriana presso la sede di Secondigliano della Municipale per chiedere una soluzione per i bambini. “Vi assumete voi la responsabilità. Qualsiasi cosa succeda a un bambino, io vi chiamo davanti a un giudice”, ha detto il parroco dall’esterno, prima di sentirsi replicare da un agente: “La porta di legno la potete anche rimettere”.
“Venerdì notte abbiamo dormito in macchina con i bambini perché senza quella porta noi abbiamo paura. Ho subito due aggressioni in quel palazzo e ci sono persone che mi minacciano. E ora hanno l’occasione giusta per aggredirmi”, ha raccontato ieri sera Gloriana.
Le sue parole, oggi, suonano come profetiche. L’intenzione era quella di passare anche un’altra notte in strada, ma dopo nuovi problemi con dei condomini che hanno richiesto l’intervento dei carabinieri, da ieri sera Alberto e Gloriana con i loro tre bambini si sono barricati in casa. Sull’episodio si farà chiarezza dopo la querela che hanno intenzione di sporgere. Intanto, di quanto è accaduto restano le urla in un video e un albero di Natale distrutto. Oltre a una famiglia con una mamma invalida e tre minori, di cui due autistici, che chiede ancora alle istituzioni di intervenire.
“Là non sto al sicuro. Io chiedo alle autorità, alle istituzioni: chi tutela me e i miei figli? Io mi sento più al sicuro per strada, nonostante il Covid”, afferma Gloriana tra le lacrime e la rabbia. La sua paura, per sé e i suoi bambini, è così grande che non le fa temere nemmeno di perderli quei figli: “Meglio rischiare che li chiudano in una casa famiglia dove lo Stato e la legge possono tutelare i miei bambini, perché io in questa situazione non mi sento capace di tutelarli, non mi sento così forte da tutelare questi bambini. Chiedo alle istituzioni che mi aiutino a tutelare i miei figli”. Sono le parole di una madre disperata, che resta inascoltata, nonostante le pec inviate dall’avvocato alle istituzioni, nonostante le proteste finite in tribunale con delle accuse di cui Gloriana dovrà rispondere nei prossimi giorni, nonostante ci siano degli assistenti sociali che li seguono e il Comune sia al corrente della situazione.
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